Disturbo Cognitivo Lieve: Il 10% dei Casi Evolvono in Demenza Entro Due Anni

Il 10% delle persone affette da disturbo cognitivo lieve sviluppa la demenza entro due anni, secondo una ricerca condotta a livello europeo.

Il disturbo cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI) rappresenta una condizione preoccupante per la salute mentale, poiché segna un passaggio critico tra il normale invecchiamento e condizioni patologiche come la demenza. Recenti risultati di uno studio condotto nell’ambito del progetto europeo Ai-Mind hanno evidenziato che circa il 10% dei partecipanti con MCI ha mostrato un’evoluzione verso una forma di demenza nel corso di due anni.

Questo studio ha coinvolto un campione di 1.022 individui, raccolti in quattro centri clinici sparsi in Europa, tra cui Madrid, Oslo, Helsinki e Roma. I risultati sono stati presentati a Roma durante l’Assemblea generale del progetto, organizzato da importanti istituzioni accademiche e di ricerca.

Il significato del disturbo cognitivo lieve

Il professor Paolo Maria Rossini, esperto nel campo delle neuroscienze, ha sottolineato che il MCI rappresenta una fase intermedia, con un rischio significativamente elevato di sviluppare demenza nel futuro. Tuttavia, non tutti gli individui con MCI progrediranno verso la demenza; si stima che solo tra il 30% e il 50% dei soggetti avrà un’evoluzione della condizione nel corso degli anni.

Dettagli sul progetto Ai-Mind

Lanciato con un finanziamento di circa 14 milioni di euro dalla Commissione Europea, il progetto Ai-Mind coinvolge 15 partner provenienti da otto diversi paesi e oltre 100 ricercatori, tra cui neurologi, geriatri e specialisti in tecnologia sanitaria. In Italia, si stima che oltre 950.000 persone siano affette da MCI, pari a circa 10 milioni in tutta Europa.

Rossini ha evidenziato l’importanza di identificare tempestivamente le persone a rischio di progressione verso la demenza, poiché il MCI non implica necessariamente una perdita di autonomia clinicamente significativa. Questo rende cruciale la diagnosi precoce per attuare interventi adeguati.

Risultati e implicazioni dello studio

Durante il periodo di studio, i soggetti sono stati sottoposti a valutazioni neuropsicologiche e genetiche, incluso il monitoraggio di biomarcatori plasmatici come l’amiloide, oltre a elettroencefalogrammi ad alta densità. I dati raccolti sono stati analizzati ogni otto mesi per monitorare i cambiamenti nel tempo.

Un aspetto interessante emerso dallo studio è il confronto tra le popolazioni del Nord Europa e quelle mediterranee. Rossini ha osservato che ci sono differenze significative nei profili di rischio genetico e nella presenza di biomarcatori associati ai processi neurodegenerativi, suggerendo che oltre alla genetica, anche fattori educativi e pratiche cliniche possono influenzare la diagnosi precoce.

Genetica e diagnosi precoce

Particolarmente nei paesi del Nord Europa, una variante genetica nota come Apoe ε4 è più frequente. Questa variante è stata collegata a un aumento del rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Inoltre, le popolazioni nordiche mostrano livelli più elevati di biomarcatori come p-tau181 e p-tau217, che indicano processi neurodegenerativi in corso.

Queste osservazioni evidenziano l’importanza di armonizzare le pratiche diagnostiche in tutta Europa per garantire una diagnosi tempestiva e accurata delle malattie neurodegenerative, che rappresentano una delle principali sfide sanitarie del nostro tempo.

Il futuro della ricerca sul MCI

I risultati ottenuti dal progetto Ai-Mind forniscono una base solida per ulteriori ricerche, con l’obiettivo di sviluppare strumenti avanzati di intelligenza artificiale per identificare precocemente i soggetti a rischio di demenza. Rossini ha dichiarato che ci si aspetta che l’analisi dei dati raccolti possa portare all’individuazione di caratteristiche distintive che permettano di predire la progressione della malattia.

Questo studio ha coinvolto un campione di 1.022 individui, raccolti in quattro centri clinici sparsi in Europa, tra cui Madrid, Oslo, Helsinki e Roma. I risultati sono stati presentati a Roma durante l’Assemblea generale del progetto, organizzato da importanti istituzioni accademiche e di ricerca.0

Scritto da Staff

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