I caloriferi troppo alti favoriscono l’obesità

Per dimagrire è necessario che la temperatura in casa non sia troppo alta. Secondo una recente ricerca, infatti, i caloriferi troppo alti favoriscono l’obesità.

Se volete dimagrire è necessario che la temperatura in casa non sia troppo alta. Secondo una recente ricerca, infatti, i termosifoni troppo alti favoriscono l’obesità. Lo leggiamo su Obesity Reviews, che riporta lo studio effettuato dall’University College di Londra. Secondo i ricercatori, infatti, le temperature troppo alte all’interno delle abitazioni andrebbe a modificare la termogenesi umana. Rallentando di conseguenza il processo metabolico grazie al quale si consuma energia al fine di creare calore. Abbassare la temperatura dei caloriferi, quindi, andrebbe non solo a migliorare la situazione ambientale, ma farebbe sicuramente bene anche alla nostra linea.

Negli ultimi anni, infatti, il sovrappeso e conseguentemente i gradi alti della temperatura della casa sono cresciuti di pari passo, negli Stati Uniti, e negli altri paesi sviluppati. Il troppo caldo, può modificare e rallentare la termogenesi, ossia il processo metabolico che porta il nostro organismo a consumare energie e a creare calore. Già precedenti studi, avevano dimostrato che passare troppo tempo in un ambiente con temperature alte riduce la quantità di grasso (o tessuto adiposo) bruno, quello che sarebbe in grado di bruciare energia per produrre calore.

Gli esperti sostengono che è meglio abbassare i caloriferi, così a beneficiarne sarà l’ambiente e la linea. La temperatura interna di un appartamento non dovrebbe superare, in inverno, i 18-19 gradi di giorno e i 15 di notte.

Cos’è l’obesità

L’obesità è considerata una patologia endemica, poiché diffusa in una popolazione geograficamente circoscritta. Nello specifico l’obesità è prerogativa tipica, anche se non esclusiva, dei Paesi occidentali, dove circa 1/3 degli abitanti è sovrappeso.

Secondo i dati ISTAT, nel 1999 gli Italiani sovrappeso erano circa il 33,6% della popolazione. Mentre gli obesi erano “soltanto” il 9,1%. Da allora ad oggi il dilagare dell’obesità non ha accennato rallentamenti. Tanto che ha ormai raggiunto la soglia del 10% (9,8%). Cresce anche il numero di Italiani sovrappeso. Passati dal 33,6% del 1999 all’attuale 34,2%. Il dato più allarmante riguarda la diffusione del problema tra i bambini. Di cui l’Italia detiene, insieme alla Grecia e alla Spagna, il triste primato. Oltre un terzo dei bambini italiani di età compresa tra i sei e i nove anni è infatti in condizioni di sovrappeso o obesità (34,1%).

Obesità: come si classifica

L’obesità è una condizione morbosa caratterizzata da un eccesso di massa adiposa rispetto alla massa magra, in base ai limiti ritenuti normali per età, sesso e statura.

In linea generale si parla di obesità quando:

il peso corporeo supera il peso ideale di una quantità pari almeno al 20%;

oppure quando:

l’indice di massa corporea (I.M.C) è superiore a 30.

Non è solo questione di peso

Tra le tante definizioni di obesità, la seguente si distingue per semplicità e completezza:

si definisce obesità l’eccessivo aumento di peso per abnorme accumulo di tessuto adiposo.

Per parlare di obesità non è quindi sufficiente constatare un’importante sovrappeso ma occorre valutare anche la percentuale di massa grassa. Per esempio, a parità di altezza, sesso, età e peso, un longilineo sedentario potrebbe risultare obeso mentre la sua controparte brevilinea e sportiva potrebbe avere una massa adiposa nella norma. In quest’ultimo caso non si può parlare di obesità poiché l’eccesso ponderale è dovuto soprattutto alla maggiore massa ossea e muscolare.

Il B.M.I è quindi un indicatore approssimativo poiché il peso corporeo non è condizionato solo dalla massa grassa ma anche da quella magra.

La massa grassa può essere misurata in diversi modi: contando le pieghe della pelle, valutando il loro spessore (plicometria), utilizzando la bioimpedenza (optional sempre più richiesto nelle comuni bilance) oppure utilizzando tecniche sofisticatissime (risonanza magnetica, pesata idrostatica, TAC, BOD POD ecc.).

Come curarla

Premesso che nessun farmaco è in grado di curare definitivamente l’obesità in assenza di una correzione delle abitudini alimentari e di vita. Comprensibile come il rispetto di una dieta ipocalorica associata allo sport sia indispensabile per ridurre la sintomatologia.
L’obesità non costituisce solamente un problema estetico. Dal momento che tale patologia viene spesso associata ad una molteplicità di malattie secondarie. Soprattutto quelle cardiovascolari. Pertanto, la correzione delle abitudini alimentari e dello stile di vita è necessaria per intraprendere al meglio una strategia terapeutica contro l’obesità.

In genere, il paziente obeso necessita di un team medico costituito da nutrizionisti, dietologi e specialisti dell’obesità. Che lo indirizzino verso una dieta ipocalorica e bilanciata. Una perdita pari al 5-10% del proprio peso deve considerarsi già una grande conquista per il paziente obeso. Una diminuzione ponderale simile permetterà al malato di migliorare il proprio quadro di salute generale.
Per aiutare il paziente obeso, i farmaci rivestono un ruolo sì importante, ma secondario ed irrisorio in assenza di un regime alimentare e di uno stile di vita adeguati.

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