(Adnkronos) – "Ho un braccio rotto. Ho ferite su tutte le braccia e le gambe, mi hanno fatto molte iniezioni per curarle. Ho anche problemi agli occhi. Quando mi hanno chiamato e mi hanno detto che sarei partito, ero molto felice ed emozionato". A parlare è Adam – l'11enne di Gaza figlio della pediatra Alaa al-Najjar, che a maggio in un raid israeliano ha perso il marito e gli altri suoi 9 bimbi – arrivato mercoledì 11 giugno in Italia e trasferito all'ospedale Niguarda di Milano. L'Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un video girato durante il viaggio che Adam, insieme alla mamma, ad altri bambini evacuati e ai loro accompagnatori, ha affrontato prima di imbarcarsi sul volo della salvezza. "Mia madre e io, se Dio vorrà, andremo in Italia. Così potrò continuare le cure e spero di guarire", dice il bimbo.
La camera riprende le ferite di Adam, mostra il suo braccio sinistro bendato e immobilizzato, ma zooma su due occhi pieni di speranza e sogni di bambino. Adam vuole tornare a giocare: "C'è un rompicapo che si chiama Cubo di Rubik 3×3, ogni volta lo risolvo facilmente", racconta orgoglioso. Il suo desiderio, quello che confida pensando all'avventura che lo attende, è avere un cubo più grande, potersi cimentare con un'impresa ancora più complicata: "Spero di riuscire a procurarmi anche un cubo 4×4 e uno 5×5, così potrò imparare a risolvere anche quelli". L'inquadratura si sposta su mamma Alaa. "Cercherò sempre di essere per Adam tutta la famiglia", quella che gli rimane, "per aiutarlo ad adattarsi alla nuova situazione. Avrà sicuramente bisogno di tempo – sottolinea – io devo esserci per lui. Non sono una persona forte", tiene a precisare. "La gente mi chiede sempre da dove prendo la mia forza, ma io sono solo una persona normale, come chiunque altro. Come ogni madre mi preoccupo per i miei figli, non voglio che nulla ferisca i loro sentimenti o il loro corpo, o che qualcosa li sconvolga". Alaa e Adam, in Italia, oggi provano a guardare avanti. —internazionale/[email protected] (Web Info)