Mangiare mele per perdere peso e abbassare il colesterolo cattivo

Mangiare mele è importante per abbassare il colesterolo cattivo e perdere peso.

La mela è povera di calorie e ricca di proprietà, la mela è il frutto del melo (Malus domestica), originario dell’Asia centrale. Ad oggi è tra i frutti più diffusi e coltivati al mondo. Tanto che risulta il più consumato nel nostro Paese dove è presente con circa 2000 varietà. La mela gialla; in questa categoria troviamo ad esempio la golden delicious, apprezzata per la sua croccantezza e la sua dolcezza. Quella verde; chiamata anche granny smith. Rappresenta ideale per la preparazione dei succhi o centrifugati e si presta bene nelle preparazioni a base di mela cotta. La mela renetta; questa varietà presenta una forma leggermente appiattita, con buccia giallastra e macchie scure, molto diffusa nella cucina altoatesina.

Ricca di nutrienti come le fibre, la vitamina C, molecole antiossidanti, a basso indice glicemico. Povera di calorie (circa 52 Kcal/100gr).

La ricerca

La risposta sta sempre nell’alimentazione corretta. Ecco perché, anche per combattere minacce pericolose quali il colesterolo alto, possiamo decidere di variare gli alimenti da asssumere durante la giornata scegliendo quelli più adatti allo scopo. Tra questi troviamo la mela, frutto semplice e genuino, oltre che gustoso.

A dirlo è una ricerca condotta dalla Florida State University. Secondo la quale il sopracitato frutto non sarebbe utile solo per abbassare il colesterolo, ma anche per perdere peso. La conclusione è giunta dopo una ricerca che ha preso in considerazione 160 donne tra i 45 e i 68 anni. Consumando per un anno 75gr di mele essiccate al giorno, le volontarie sono arrivate a perdere in media 1,5 kg, oltre ad abbassare del 23% il colesterolo cattivo. Insomma, si tratta di risultati sorprendenti! essendo poi la mela un frutto così diffuso, non possiamo che tentare: sicuramente una mela al giorno non ci farà male!

Le sostanze nutrienti delle mele

Le mele rappresentano una fonte alimentare essenziale di polifenoli (circa il 22% dei polifenoli necessari vengono assunti attraverso questi frutti). La quantità di polifenoli in una mela va da 110 a 347 mg per 100 g di parte edibile. Sono presenti anche discrete quantità di flavonoidi. Si pensi che nel corso di uno studio sono stati estratti oltre 12 kg di flavonoidi dalla sola buccia di circa un quintale di mele rosse (del tipo Delizia).

Le vitamine della mela: vitamine B (vit. B1) 0,02 mg; riboflavina (vit. B2) 0,02 mg; niacina (vit. B3) 0,30 mg; acido folico (vit. B9) 1 mcg; vit. A 8,00 mcg; vit. C 5 mg. Tra i sali minerali della mela troviamo il sodio 2 mg; potassio 120 mg; ferro 0,3 mg; calcio 6 mg; fosforo 12 mg; zinco 0,1 mg.

Da cosa è composta una mela

  • Kcal/100 g: 38
  • Grassi: 0,3 g
  • Proteine: 0,20 g
  • Glucidi: 11,00 g
  • Fibre: 2,6 g
  • Colesterolo: 0

Le proprietà delle mele

Facendo un’analisi dei composti fitochimici della mela si è potuto verificare che in questo frutto è presente un vero patrimonio di sostanze antiossidanti e protettive nei confronti dei tumori.

La mela fa bene in caso di colite, ritenzione idrica, diete dimagranti; può essere consumata in caso di diabete. La mela ha proprietà antinvecchiamento e anticancro. A differenza di altri frutti, non favorisce le fermentazioni intestinali.

Perchè è importante consumare mele bio

I ricercatori hanno quindi attribuito la gran parte delle proprietà benefiche delle mele alla buccia, piuttosto che alla polpa fresca. Ecco perché occorre acquistare mele biologiche e mangiarle con la buccia.

Tre mele che hanno fatto storia

1. La mela d’oro che Paride diede in premio ad Afrodite poiché era, secondo lui, la più bella dea dell’Olimpo.

2. La mela posta sulla testa del figlio di Guglielmo Tell affinché egli la colpisse con una freccia.

3. La mela che, secondo la tradizione, cadde in testa a Isaac Newton, facendogli intuire la legge di gravitazione universale.

Mele: mangiarle con o senza buccia?

Personalmente consumo le mele con la loro buccia; ovviamente, solo dopo un accurato e generoso lavaggio. Che questa sia una fonte di pericolosi pesticidi, infatti, è vero soltanto in parte:

  1. Una certa tutela, innanzitutto, deriva dai controlli a cui le mele sono sottoposte ancor prima della raccolta, tanto che, in teoria, al momento del consumo il frutto dovrebbe aver ormai perso ogni residuo pericoloso.
  2. In secondo luogo, i pesticidi utilizzati in agricoltura nei Paesi industrializzati come il nostro, non sono poi quei veleni mortali a cui si è portati a credere, soprattutto quando vengono ingeriti in quantità non rilevanti.
  3. Terzo, i prodotti non sistemici, quelli che rimangono sulla superficie dei frutti, così come gli inquinanti, si concentrano soprattutto nell’invasamento posto ai due vertici. E’ quindi importante rimuovere queste due parti del frutto piuttosto che sbucciarlo interamente.
  4. Quarto, molti alimenti vegetali, anche se colti nel luogo più incontaminato che esista, contengono al loro interno veleni molto più pericolosi di quelli usati per proteggerli da parassiti e bestioline varie. Gli stessi semi delle mele, ad esempio, contengono cianuro, anche se in quantità del tutto innocue. Il melo e le altre piante, infatti, non hanno gambe o ali, di conseguenza non possono scappare dai “predatori”; in compenso, possono difendersi elaborando sostanze tossiche per gli animali che se ne nutrono.

Perciò, dal momento che “tutto è veleno, niente è veleno, la differenza sta nella dose” molti esperti concordano che le mele si possano tranquillamente consumare conservando la buccia dopo un opportuno lavaggio; a scopo cautelativo, è meglio allontanarla se il frutto viene consumato durante la gravidanza o lo svezzamento.

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