Cos’è il morbo di K: la storia della malattia

Il morbo di K è una malattia non molto conosciuta che ha salvato numerose vite umane dalla persecuzione nazista. Scopriamone i dettagli e la storia.

Il morbo di K è una malattia fittizia inventata durante i rastrellamenti a Roma del 1943 da parte dei nazisti. Gli ideatori sono stati tre medici romani che grazie all’astuzia sono riusciti a salvare la vita di decine di rifugiati ebrei che cercavano riparo all’interno dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma. La storia del morbo di K è molto interessante e rappresenta al meglio il coraggio e l’ingegno dei medici che avevano fatto scoppiare nel loro ospedale una finta epidemia allo scopo di salvare la vita di persone innocenti.

Storia del morbo di K

La storia del morbo di K non è purtroppo molto conosciuta, ma rappresenta al meglio la volontà di tre medici romani di salvare la vita di ebrei che cercavano riparo nell’ospedale Fatebenefratelli di Roma. La mattina del 16 ottobre 1943, le SS hanno iniziato i rastrellamenti nella Capitale e così molte persone hanno cercato riparo tra le mura del Fatebenefratelli. I medici Vittorio Sacerdoti e Adriano Ossicini li fecero entrare per farli sfuggire alla deportazione. I tedeschi avevano notato che molte persone erano accorse all’ospedale e di conseguenza optarono per un’irrusione con due camion. I veicoli però non arrivarono subito e quindi i medici poterono mettere in atto il loro piano.

Il medico primario, Giovanni Borromeo, decise di ricoverare tutti e quindi i medici si misero a compilare rapidamente tutte le cartelle cliniche dei nuovi finti pazienti. I tre medici idearono una malattia infettiva molto grave chiamata appunto morbo di K. Tutti i finti ricoverati vennero sistemati in un reparto speciale, in isolamento. L’epidemia era descritta come una malattia degenerativa molto contagiosa. All’inizio della malattia erano presenti convulsioni e presto degenerava nella paralisi degli arti fino alla morte per asfissia.

Non appena i nazisti scoprirono la presenza di un’epidemia all’interno delle mura dell’ospedale, decisero di andarsene. Nei reparti quindi non venne fatto alcun controllo e di conseguenza l’epidemia fatta scoppiare dai tre medici romani riuscì a salvare la vita di decine di falsi malati che avevano cercato riparo al Fatebenefratelli.

Scritto da Elisa Cardelli

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