Riduzione dell’uso inappropriato di antibiotici in terapia intensiva pediatrica

Un progetto innovativo ha rivoluzionato il trattamento della sepsi pediatrica, riducendo l'uso di antibiotici e migliorando la qualità delle cure.

La sepsi è una delle sfide più gravi che i medici si trovano ad affrontare in terapia intensiva pediatrica. Ma come possiamo migliorare la gestione di questa condizione così critica? Recentemente, un progetto innovativo dell’ospedale Bambino Gesù ha trovato una risposta esemplare, affrontando il problema in modo efficace. Utilizzando il biomarcatore procalcitonina, un team multidisciplinare ha messo a punto un protocollo operativo che ha ridotto significativamente l’uso inappropriato di antibiotici nei bambini affetti da sepsi. Un cambiamento che può salvare vite.

Il Progetto e la sua Implementazione

Questo progetto, vincitore della sedicesima edizione del Quality Day dell’ospedale Bambino Gesù, è frutto della collaborazione tra diverse unità operative, inclusi rianimazione e malattie infettive. Ma quali sono stati i passi concreti per mettere in pratica questa iniziativa? Il fulcro è stato l’implementazione di un diagramma di flusso operativo, che ha guidato la rivalutazione della terapia a 48-72 ore e a 7-10 giorni. Grazie a questa strategia, le opinioni di intensivisti, infettivologi e microbiologi sono state integrate, creando un approccio collaborativo e fondato sui dati. Un esempio di come il lavoro di squadra possa fare la differenza.

Ma non è tutto: l’uso della procalcitonina come biomarcatore ha permesso di identificare con maggiore precisione i pazienti in cui la sepsi non era confermata. Questo ha portato a una riduzione della durata della terapia antibiotica, che è passata da 10 a 7 giorni, con una sospensione della terapia in ben il 44% dei casi entro 72 ore. Un risultato davvero straordinario che fa riflettere.

Risultati e Impatti Misurabili

I risultati parlano chiaro: l’approccio adottato ha portato a un significativo miglioramento. La durata ridotta della terapia non solo ha diminuito l’esposizione dei pazienti a farmaci potenzialmente dannosi, ma ha anche ottimizzato la gestione delle risorse ospedaliere. E non solo: il personale medico ha accolto con entusiasmo il protocollo, evidenziando la necessità di un approccio più basato sui dati nella cura dei pazienti pediatrici. È un passo verso un futuro migliore.

Massimiliano Raponi, direttore sanitario dell’ospedale, ha sottolineato come il Quality Day rappresenti non solo un riconoscimento, ma anche un’opportunità per rinnovare continuamente l’impegno verso la qualità e la sicurezza delle cure. Questo progetto dimostra che l’innovazione può portare a risultati superiori nella sanità, mantenendo sempre al centro la sicurezza dei pazienti. Ma come possiamo continuare su questa strada?

Altri Progetti Riconosciuti e Futuri Sviluppi

Non si ferma qui: anche altri 34 progetti hanno ricevuto riconoscimenti per la loro innovazione e impatto. Tra questi, la presa in carico precoce condivisa tra neuro-oncologi e palliativisti, l’attività ludica con il cane presso il centro cure palliative pediatriche e il potenziamento della sicurezza nelle cure cardiologiche interventistiche. Questi esempi dimostrano quanto sia importante un approccio integrato e multidisciplinare nella cura dei pazienti pediatrici.

Con il rinnovo triennale dell’accreditamento JCI come Academic Hospital, l’ospedale Bambino Gesù si conferma come un modello di eccellenza nella sanità pediatrica. L’attenzione verso la qualità e l’innovazione continuerà a guidare le future iniziative, promuovendo un ambiente di cura sempre più sicuro ed efficace per i piccoli pazienti. Un obiettivo che tutti dovremmo sostenere.

Scritto da Staff

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