Allergia al vaccino Covid: come comportarsi

I dati sull'allergia al vaccino Covid-19 possono risultare allarmanti, cerchiamo quindi di fare chiarezza sui sintomi e su come comportarsi

Con l’arrivo dei primi dati sulle reazioni anafilattiche ai vaccini contro Covid-19 (Sono 21 i casi su un totale di circa 2 milioni di dosi somministrate), si fanno sentire anche le prime incertezze e i timori, giustificati, della popolazione. È quindi provato che, in alcune occasioni, i vaccini possono dare luogo a reazioni allergiche più o meno gravi, nella gran parte dei casi del tutto imprevedibili. L’età media delle persone che hanno avuto queste reazioni è stata di 40 anni e i sintomi sono comparsi nel giro di 13-15 minuti. Cerchiamo di fare chiarezza su cosa scatena la reazione anafilattica, i sintomi, soggetti a rischio e come comportarsi nel caso di allergia al vaccino contro covid-19.

Vaccino Covid-19 e allergia

Il componente principale del vaccino non è un allergene e, in questo caso specifico, non sono presenti tracce di alimenti come accade in altri vaccini.

Unico potenziale allergene è Il Polietilenglicole (PEG): si tratta di un un additivo impiegato in farmaci, cosmetici e altro, che può molto raramente provocare reazioni allergiche.

Il PEG è un polimero dell’ossido di etilene preparato artificialmente e presente sotto forma di eccipiente in molti medicamenti, prodotti sanitari, cosmetici e alimenti e sembra essere in grado di scatenare rare reazioni allergiche, osservate in diverse persone che hanno ricevuto la dose immunizzante di Pfizer BioNTech nelle ultime settimane.

La sensibilizzazione a questo additivo può essere diagnosticata mediante indagini allergologiche, questo implica che alcuni pazienti precedentemente esposti alla sostanza potrebbero avere alti livelli di anticorpi contro il PEG.

I sintomi e come comportarsi

Le reazioni anafilattiche sono reazioni più o meno gravi di ipersensibilità immediata e possono provocare:

  • eruzioni cutanee,
  • pressione sanguigna precipitosa,
  • mancanza di respiro.
  • battito cardiaco accelerato.

Le reazioni immediate si verificano nella gran parte dei casi a pochi minuti di distanza dalla somministrazione del vaccino, i pazienti ad alto rischio (con storia di pregressa anafilassi da farmaci o alimenti) vengono quindi trattenuti in ambulatorio per circa 1 ora dopo l’iniezione.

Le manifestazioni cliniche tardive sono reazioni di tipo immunologico legate all’attivazione delle citochine da parte del vaccino e possono comparire anche a diverse ore o giorni dalla somministrazione.

Possono comprendere:

  • convulsioni,
  • trombocitopenia,
  • episodi di ipotonia-iporesponsività,
  • pianto inconsolabile

sono generalmente autolimitanti e non portano a conseguenze a lungo termine, ma si consiglia in ogni caso di allertare le autorità competenti e l’allergologo.

Chi mostra una reazione allergica (lieve) alla prima dose può, in linea teorica, accedere alla seconda dose, tuttavia questi soggetti dovranno essere vaccinati in un ambiente protetto e sotto il controllo di personale qualificato al trattamento delle reazioni allergiche gravi.

Il vaccino deve essere eseguito con una adeguata sorveglianza, prima dell’iniezione il consiglio è infatti quello di parlare con un allergologo, se:

  • si ha una storia di reazioni anafilattiche molto gravi da puntura di insetti, da alimenti, da farmaci o vaccini;
  • è stata diagnosticata la mastocitosi;
  • si soffre di asma grave.

La consulenza allergologica si dimostra indispensabile per consegnare un referto di idoneità o meno alla vaccinazione dopo una serie di test cutanei specifici. Per i pazienti risultati allergici, potrebbe essere necessario procedere un periodo di osservazione fino a un’ora dopo l’iniezione, con monitoraggio di frequenza cardiaca e pressione arteriosa, in ambiente ospedaliero o ambulatoriale attrezzato per l’emergenza.

I pazienti con reazioni anafilattiche severe (con interessamento respiratorio e/o cardiocircolatorio) da altre sostanze/farmaci o affetti da particolari malattie (mastocitosi, asma non controllata) possono eseguire la vaccinazione, ma necessitano di una gestione più specifica ed individualizzata, ossia osservazione prolungata, premedicazione o stabilizzazione della malattia di base.

Tuttavia la premedicazione con cortisonici è sconsigliata, quella con antistaminici non è di utilità dimostrata, ma nemmeno può avere effetti negativi, potrebbe ridurre le reazioni cutanee minori, ma non prevenire quelle più gravi.

I pazienti ad alto rischio debbono essere vaccinati in ambiente ospedaliero con facile accesso alla sala di rianimazione.

Devono essere prontamente riconosciuti e trattati segni e sintomi di anafilassi, anche servendosi di tutorials.

Autoiniettori di adrenalina nelle sedi di vaccinazione e sarebbe inoltre utile consigliare ai pazienti che la possiedono, di portare con sé il proprio autoiniettore.

Nel caso di reazioni allergiche avverse ricordiamo che i 3 primi momenti “cardine” del trattamento sono:

  • posizione supina del paziente;
  • adrenalina per via intramuscolare profonda nel muscolo vasto laterale della coscia;
  • accesso venoso con infusione di cristalloidi.

Degli allergologi saranno disponibili ad offrire una guida chiara ai pazienti sulla base delle migliori informazioni disponibili ed in conformità con le raccomandazioni delle agenzie regolatorie.

Sarà necessario, ovviamente, segnalare alle Autorità competenti ogni reazione avversa dopo vaccinazione per COVID-19; la segnalazione può avvenire online anche attraverso la piattaforma Vigifarma collegandosi al sito.

Scritto da Alexandra Tubaro

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