Cancro all’utero: perché i medici sono contrari

Il vaccino per il cancro all'utero suscita innumerevoli lotte tra i medici e le compagnie assicurative negli Stati Unti. Vediamo le motivazioni.

Dietro le scene delle pratiche mediche private negli Stati Uniti, è in atto una battaglia con le compagnie assicurative per le pratiche di rimborso. La lotta riguarda specificatamente la somma di denaro che un dottore riceve da una compagnia assicurativa per terapie o medicinali che derivano da organismi viventi, tra cui si inserisce il vaccino del cancro all’utero.

Gardasil

I vaccini fanno parte di questa categoria, dato che sono composti da una forma dello stesso virus che loro contrastano. La battaglia sembra aver avuto inizio con il Gardasil, il vaccino del cancro all’utero, che protegge contro diverse varietà del papilloma virus (HPV) che causa il 70% dei casi di cancro alla cervice uterina. Il cancro all’utero uccide circa 4,000 donne ogni anno soltanto negli Stati Uniti. Nel mondo, il numero tocca le centinaia di migliaia. Perciò il Gardasil ha molta rilevanza. Molte persone però trovano difficoltoso far sottoporre le proprie figlie al vaccino.

Il problema riguarda le pratiche di rimborso medico chiamato “compra e addebita”, che ha messo dottori e compagnie in una posizione di conflitto per molti anni.

La questione delle terapie consiste nel fatto che queste sono molto costose e il Gardasil è il vaccino più costoso che esista sul mercato. Si divide in tre dosi somministrate separatamente ogni sei mesi e ogni dose ha il prezzo di 120 dollari.

Costi del vaccino

Tuttavia, non è soltanto costoso da comprare; il rifornimento delle terapie stesse è molto costoso. I dottori, per trarre profitto dai vaccini, hanno bisogno di prendere dalle assicurazioni dei clienti molto più del solo costo al dettaglio del vaccino. Gli uffici medici devono anche coprire il costo dell’ordine e della spedizione dei vaccini, devono conservarli in frigo, assicurarli da eventuali malfunzionamenti di questo, furti o danneggiamenti, pagare gli infermieri per la cura dei pazienti prima, durante e dopo il vaccino, e sostenere ogni altro costo associato alla terapia.

Questa è la prima parte dell’equazione: le spese dei dottori per i vaccini e in particolare per lo stoccaggio di 360 dollari di Gardasil per paziente. Tradizionalmente, i dottori pagano di tasca propria e successivamente fatturano presso le compagnie di assicurazione dei clienti. A turno le compagnie assicurative rimborsano ai dottori circa il 10/17% del costo del vaccino per coprire le spese addizionali. Negli ultimi anni, però, le compagnie assicurative hanno tagliato questi rimborsi: questa è la seconda parte dell’equazione. Nel caso del Gardasil, portato sul mercato da Merck nel giugno 2006, molte compagnie assicurative hanno rimborsato i dottori con 120 dollari per dose, ovvero il costo al dettaglio del vaccino.

Le compagnie assicurative

Le compagnie assicurative, dall’altra parte, stanno lottando perché considerano eccessivo questo rimborso. Quello che dicono è che, mentre alcuni dottori comprano grandi quantità di vaccini spendendo di meno rispetto all’acquisto di questi al dettaglio, altri dottori coprono i costi del loro rifornimento addizionale e di amministrazione quando ricevono il pagamento del prezzo al dettaglio del vaccino. Quello che affermano le compagnie è che per decenni molti dottori hanno ricevuto molti più rimborsi rispetto a quelli che gli spettavano. Alcuni dottori sostengono però che in questo caso Merck non sta offrendo una riduzione di costo per gli ordini all’ingrosso. Non stiamo parlando di 100.000 dosi, ma forse di 50 per un grande studio di pediatri.

Perciò i dottori, in particolare i pediatri, che tendono a fare maggiore scorta di vaccini di tutti gli altri specialisti, e le compagnie assicurative si trovano in una situazione di stallo. I pediatri sostengono che non saranno in grado di acquistare nuove scorte di Gardasil finché non gli verranno rimborsate tutte le loro spese. Per alcuni, fare scorta di medicinali significa andare in perdita o a malapena riuscire a pareggiare le spese.

Soluzioni possibili

Molte compagnie assicurative, che stanno ancora cercando di cambiare la situazione dei rimborsi, mantengono la loro posizione di 132 dollari per dose (chiamata “Media Ponderata del Prezzo più il 6%”) ma affermano che i dottori chiedono più rimborsi del dovuto. Nel frattempo, le persone che non possono permettersi di sborsare 400 dollari per vaccinare le proprie figlie, vengono fatti andare avanti indietro dallo studio del pediatra alla clinica pubblica allo studio del ginecologo e così via cercando qualcuno che abbia il Gardasil.

A Febbraio 2007, almeno due importanti compagnie assicurative – Horizon Blue Cross Blue Shield (New Jersey) e Cigna Healthcare – si sono tirate indietro e hanno accettato di fornire il tradizionale rimborso del Gardasil. Horizon paga un totale di 171,50 dollaro a dose. In alcuni casi, gli uffici dei pediatri che fanno scorta di vaccini chiedono ai pazienti una commissione nel caso in cui la compagnia assicurativa del cliente non rimborsi il costo totale. Il governo federale ha recentemente acquistato più di un milione di dosi per le ragazze che sono coperte da Medicaid e alcuni stati stanno iniziando a fare lo stesso fornendo gratuitamente il vaccino, incluso il Texas (che ha reso il vaccino Gardasil obbligatorio per le ragazze), Washington e New Hampshire.

Scritto da Chiara Villani

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