Cos’è l’insufficienza cardiaca congestizia?

L'insufficienza cardiaca congestizia può essere prevenuta attraverso alcuni cambiamenti nello stile di vita. Analizziamo la situazione del dettaglio

Quasi 5 milioni di americani convivono con l’insufficienza cardiaca congestizia, secondo l’American College of Cardiology. L’American Heart Association stima che a 670.000 persone venga diagnosticato un tipo di insufficienza cardiaca ogni anno.

Insufficienza cardiaca

L’insufficienza cardiaca congestizia (ICC) è una condizione debilitante, il cuore risulta incapace di dare abbastanza sangue agli organi del corpo.

Il muscolo cardiaco è come una pompa. Il lato destro pompa il sangue dalle vene nei polmoni; il lato sinistro pompa il sangue dai polmoni, attraverso le arterie, a tutto il corpo. Di conseguenza, quando il sangue viene pompato verso l’esterno il cuore si contrae e quando il cuore si rilassa il sangue fluisce al suo interno.

Diverse sono le condizioni che possono portare all’ICC, ma alla sua origine c’è un muscolo cardiaco indebolito. Il cuore pompa troppo lentamente, causando un accumulo del sangue nel fegato, nell’addome, negli arti inferiori e nei polmoni.

Sintomi ed effetti

Uno dei sintomi più comuni è un edema (gonfiore) alle caviglie e alle gambe, sebbene qualche volta si possa formare un fluido nei polmoni che provoca respiro corto e problemi respiratori perfino in stato di riposo. La ICC, se non viene curata, può incidere negativamente su molteplici organi vitali, dai reni ai polmoni, al fegato e perfino al cervello. In uno studio pubblicato nel numero del febbraio 2009 del Journal of Cardiac Failure, è stato scoperto che quasi la metà (47%) dei pazienti che convivono con un’insufficienza cardiaca hanno problemi di memoria (più comunemente memoria a breve termine) e con la funzione cognitiva.

Malattia invalidante

Ricercatori della University of Michigan Health System e del Veteran’s Affairs Ann Arbor Healthcare System hanno scoperto che le persone che convivono con la ICC possono avere anche difficoltà nel portare avanti le attività quotidiane. In uno studio pubblicato nel numero di gennaio 2008 del Journal of General Internal Medicine circa il 42% dei pazienti con ICC ha riportato difficoltà nell’attraversare la stanza e più del 35% aveva difficoltà nel fare la spesa.

La prevalenza di insufficienza cardiaca congestizia impone un grande fardello sui pazienti, le famiglie e al sistema di assistenza di lungo periodo“, ha dichiarato Tanya Gure, dottore in medicina, principale autrice dello studio e tra i docenti nel Dipartimento di Medicina Geriatrica presso la Univerisity of Michigan Health System, durante una conferenza stampa. “Il grado di infermità in questo gruppo è abbastanza elevato, e le loro necessità di assistenza sanitaria sono vaste“.

Dato che non c’è una cura, prevenire l’insufficienza cardiaca è cruciale, affermano i medici. È importante ricevere una tempestiva assistenza medica quando sorgono sintomi dell’insufficienza cardiaca, ma è ugualmente importante collaborare con un dottore per evitare del tutto la condizione.

Nel caso in cui si soffra di ICC, i cambiamenti nello stile di vita diventano importanti. E’ necessario smettere di fumare, limitare il consumo di bevande alcoliche (gli uomini non dovrebbero bere più di due bevante alcoliche al giorno, le donne non più di una), e puntare a un IMC (indice di massa corporea) inferiore a 30. Anche incrementare il livello di attività fisica è cruciale. L’American Heart Association raccomanda a ogni adulto un esercizio fisico di almeno 30 minuti ogni giorno.

Diagnosi

Diagnosticare insufficienza cardiaca nei pazienti richiede una minuziosa valutazione che include:

  • Storia medica e familiare del paziente
  • Valutazione fisiologica
  • Valutazione della struttura e della funzione cardiaca del paziente
  • Valutazione di eventuali aritmie (battito cardiaco irregolare), malattia coronarica e ischemia del miocardio (una condizione che si verifica quando il flusso sanguigno verso il muscolo cardiaco è parzialmente o completamente bloccato)

Inoltre, il medico di fiducia aiuterà ad identificare qualsiasi condizione fisica o fattore genetico che possa accrescere il rischio per un paziente, come un precedente attacco cardiaco o ictus, ipertensione incontrollata, diabete, difetti congeniti, cardiopatia valvolare da febbre reumatica, disturbi alla valvola cardiaca (come un’infezione o un accumulo di calcio nel rivestimento delle valvole cardiache) o cardiomiopatia (un deterioramento del muscolo cardiaco).

Alcuni pazienti, in ogni caso, possono essere asintomatici.

Cura

Non esiste una cura per l’ICC. L’obiettivo della terapia è di ridurre i sintomi e rallentare la progressione della malattia. I dottori, di solito, prescrivono cambiamenti nello stile di vita insieme a farmaci (diuretici e terapie vasodilatatrici) per prevenire l’insufficienza cardiaca il più a lungo possibile.

Dato che tra gli effetti dell’ICC vi è anche la compromissione della funzione renale, che causa un accumulo di sodio e acqua nel corpo, è consigliabile ridurre le quantità di sodio assunte tramite la dieta. Un’analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine del 21 gennaio 2010 suggerisce che se tutti noi riducessimo il nostro apporto di sale giornaliero di 3 grammi (metà cucchiaino), ridurremmo le diagnosi annuali di malattie cardiache e ictus di circa un terzo. Farmaci vasodilatatori come inibitori ECA (enzima di conversione dell’angiotensina) e beta bloccanti sono sempre più spesso utilizzati su pazienti che presentano un elevato rischio di contrarre la malattia. Si classificano pazienti ad elevato rischio coloro che soffrono di malattie cardiache coronariche, arteriopatia periferica, ictus e diabete.

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