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Nel 2023, la sanità italiana si presenta a un bivio cruciale, evidenziando un panorama di disparità significative tra le varie regioni. L’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe ha messo in luce che solo tre regioni del Sud – Puglia, Campania e Sardegna – possono vantare una promozione per la qualità delle cure erogate, mentre otto regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente. In particolare, la Lombardia ha visto una riduzione di 14 punti, suscitando polemiche e contestazioni da parte delle autorità regionali.
Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, ha sottolineato come questa analisi indipendente evidenzi le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali alla salute, con un’attenzione particolare al divario Nord-Sud. Il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) ha rivelato che nel 2023, la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) non è più garantita nemmeno nelle regioni tradizionalmente più solide.
Disuguaglianze sanitarie e performance regionali
I dati rivelano un quadro preoccupante: nel 2023, ben otto regioni hanno registrato un peggioramento rispetto al 2022. Tra queste, il Lazio ha perso 10 punti, la Sicilia 11, e la Basilicata 19. Questa tendenza non può essere ignorata, poiché evidenzia un deterioramento generalizzato della qualità dei servizi sanitari, anche in territori con maggiore disponibilità di risorse.
D’altro canto, due regioni del Sud, Calabria e Sardegna, hanno mostrato un notevole miglioramento, rispettivamente con incrementi di 41 e 26 punti. Questi dati suggeriscono che, nonostante le sfide, ci sono esempi di progresso che possono fungere da modello per altre regioni. Tuttavia, il divario tra Nord e Sud rimane marcato, con sei delle prime dieci regioni classificate situate al Nord.
Il ruolo del monitoraggio e le richieste di cambiamento
Il monitoraggio dei Lea, come evidenziato dal presidente Gimbe, mette in luce che la qualità della salute dipende fortemente dalla regione di residenza. La richiesta di un ampliamento degli indicatori utilizzati e una revisione radicale dei Piani di rientro e dei commissariamenti è fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria in tutto il Paese. Questi strumenti, sebbene utili per riequilibrare i bilanci regionali, hanno avuto un impatto limitato sulla qualità reale dei servizi offerti.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha commentato i risultati positivi, affermando che la Calabria ha ottenuto punteggi elevati in due aree su tre. Tuttavia, riconosce anche che ci sono molte sfide ancora da affrontare. Questo approccio realistico è fondamentale per continuare a migliorare la sanità in tutte le regioni italiane.
Conclusioni e prospettive future
In conclusione, il panorama sanitario italiano nel 2023 è caratterizzato da sfide significative e disparità marcate tra le regioni. Mentre alcune regioni mostrano segni di miglioramento, altre lottano per mantenere standard adeguati di assistenza. La strada verso una sanità equa e di qualità per tutti gli italiani è ancora lunga, ma attraverso l’analisi dei dati e la spinta per cambiamenti significativi, emergono speranze di un futuro migliore.