Psicofarmaci: cos’è l’effetto rebound e quanto dura

Effetto rebound da psicofarmaci, scopriamo di cosa si tratta e quanto dura.

Detto anche effetto di rimbalzo, si presenta quando si smette di prendere uno psicofarmaco, senza una riduzione graduale del dosaggio e quindi con un’interruzione improvvisa. Scopriamo meglio di cosa si tratta e quanto dura.

Psicofarmaci: cos’è l’effetto rebound

Con “effetto rebound” si intende la ricomparsa di sintomi dopo la sospensione di un farmaco. Si tratta di un fenomeno temporaneo, ma può provocare una patologia o una condizione che ha sintomi spesso peggiori rispetto a quelli determinati da ciò che si è curato con il farmaco.

A parlarne, nelle ultime ore, è stato il rapper Fedez scomparso per qualche giorno dai social proprio a causa di questa problematica.

Come anticipato, l’effetto “rebound” consiste nella ricomparsa o nell’aumento di sintomi iniziali in seguito alla sospensione di un principio attivo contenuto in un farmaco o alla riduzione del dosaggio. Quali sono le conseguenze?

Nel caso di Fedez, come ha raccontato sui social, la situazione gli ha portato a “un annebbiamento importantissimo a livello cognitivo, forti spasmi muscolari alle gambe che mi hanno impedito per diversi giorni di camminare sensazioni di vertigini molto forti, mal di testa incredibile, nausea forte, ho perso 5 chili in 4 giorni”, ha raccontato il cantante.

Tra i sintomi dell’effetto “rebound”, in generale, ci sono attacchi di panico, ansia e insonnia, i quali compaiono circa 36-96 ore dopo aver ridotto o sospeso la terapia. L’effetto rimbalzo determina nel paziente i sintomi di astinenza e di depressione anche più grave di quella per cui all’inizio ha assunto il farmaco.

Effetto rebound: quanto dura

La maggior parte delle reazioni di interruzione degli antidepressivi sono di breve durata e si risolvono spontaneamente tra un giorno e tre settimane dopo l’insorgenza, in media circa cinque giorni. 

L’”effetto rebound” provoca conseguenze temporanee ma i sintomi possono durare fino a sei settimane. Si tratta di sintomi reversibili, quindi non ci sono danni permanenti per le persone. La sofferenza del paziente più essere alleviata con interventi farmacologici o psicoterapici.

Scritto da Chiara Sorice

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