Enfisema Polmonare: per predirlo basta un semplice esame del sangue

L'enfisema polmonare è una malattia che colpisce gli alveoli polmonari provocandone la distruzione.

L’enfisema polmonare è una patologia molto grave, che provoca la distruzione degli alveoli polmonari. La prevenzione è fondamentale, in particolar modo la diagnostica precoce. Secondo una ricerca congiunta del New York-Presbyterian Hospital e del Weill Cornell Medical Center, questa patologia può essere scoperta in tempi ottimali attraverso un semplice esame del sangue.

Enfisema polmonare: cos’è

L’enfisema polmonare è una condizione che colpisce, appunto, i polmoni. Provoca un progressivo e irreversibile danno agli alveoli, vale a dire le piccole unità polmonari in cui avviene lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica. A causa di questa patologia, gli alveoli diventano sacche grandi e irregolari, con buchi all’interno delle pareti.

Il risultato pratico è che la superficie polmonare diminuisce e, conseguentemente, diminuisce anche la quantità di ossigeno che raggiunge il sangue.
L’organismo non è cioè più in grado di assorbire la quantità di ossigeno necessaria e compaiono così tosse cronica e difficoltà respiratorie.

Cause

La causa principale e più frequente della comparsa di questa malattia è senza dubbio il fumo, ma può essere provocata anche dall’esposizione prolungata ad altre sostanze aeree irritanti, come ad esempio l’inquinamento provocato dallo smog, fumi e polveri industriali. Ci sono comunque alcuni casi, particolarmente rari, in cui l’enfisema polmonare è dovuto ad una carenza ereditaria di una specifica proteina che protegge le strutture elastiche dei polmoni. Fosse questo il caso, si parla di enfisema da deficit di Alfa 1-antitripsina.

Per capire il tipo di danno provocato da questa condizione, possiamo immaginare il polmone come una sorta di spugna, costituito cioè da tanti piccoli buchini dove avviene lo scambio gassoso. L’enfisema è responsabile della distruzione delle pareti che separano i diversi buchi (alveoli), creando così buchi di dimensione maggiore. Il risultato finale è che, a parità di volume (la dimensione del polmone, almeno inizialmente non cambia), diminuisce progressivamente la superficie delle cellule in grado di assorbire ossigeno e viene quindi progressivamente ridotta la capacità polmonare di respirazione. La seconda fase della malattia prevede un graduale e progressivo collasso del polmone.

Il trattamento farmacologico è basato sulla gestione dei sintomi, varia quindi in base alla gravità di quest’ultimi. La terapia può arrestare la progressione dell’enfisema, ma non può far scomparire le lesioni già presenti.

Fattori di rischio

Tra i fattori che fanno aumentare il rischio di soffrire di enfisema ricordiamo:

  • Sesso. Non si rilevano differenze significative fra uomini e donne. Se si prescinde dal fatto che tendenzialmente gli uomini sono più spesso fumatori.
  • Fumo. L’enfisema compare con maggior frequenza nei fumatori, con un rischio che è direttamente proporzionale al numero di anni di fumo e alla quantità di tabacco fumata. Anche l’esposizione al fumo passivo rappresenta un fattore di rischio.
  • Età. L’enfisema viene in genere diagnosticato a un’età compresa tra i 50 e i 70 anni.
  • Esposizione professionale ai fumi o alle polveri.
  • Esposizione all’inquinamento interno ed esterno.
  • Malattie genetiche, in particolare in caso di deficienza nella produzione dell’enzima Alfa-1-anitripsina, una proteina prodotta dal fegato in grado di proteggere i polmoni dai processi infiammatori causati da sostanze volatili irritanti.

Il rischio aumenta nel caso di compresenza di più fattori. Per esempio, un soggetto fumatore esposto a polveri industriali, a parità di altri fattori, correrà un rischio maggiore rispetto a un soggetto fumatore che viva e lavori in una zona relativamente non inquinata.

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