Epinefrina: che ruolo svolge contro l’anafilassi

L'epinefrina è un ormone prodotto dalle surreni, fondamentale per la vita e per chi soffre di anafilassi.

L’epinefrina è un ormone fondamentale per la vita. Viene prodotto naturalmente dal nostro corpo in diverse situazioni, come una circostanza pericolosa. Ma alcune persone hanno anche bisogno di assumerne, come un medicinale. Infatti, l’epinefrina è un vero e proprio farmaco salvavita nel caso di anafilassi.

L’epinefrina: che cos’è e a cosa serve

L’epinefrina è indicata anche col nome più conosciuto di adrenalina. Si tratta di un ormone sintetizzato dalla midollare del surrene, cioè la zona più interna di quella ghiandola ormonale che si trova appoggiata su entrambi i reni. Ha svariate funzioni, ma tutte rientrano nella cosiddetta “reazione attacco o fuga“. L’epinefrina infatti è un ormone “primordiale”, che ha consentito all’uomo di reagire ai pericoli e sopravvivere per migliaia di anni. È grazie a questa sostanza che in una situazione rischiosa tutto il nostro corpo improvvisamente è in grado di attivarsi e reagire molto velocemente.

In generale, l’adrenalina ha come obiettivo il miglioramento della reattività dell’organismo. È una sorta di potente scossa elettrica che avverte ogni cellula del corpo di prepararsi a una lotta a una fuga.

Le specifiche reazioni date dall’epinefrina sono le seguenti:

  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Contrazione dei vasi sanguigni, con conseguente innalzamento della pressione arteriosa
  • Dilatazione dei bronchi e delle vie aeree
  • Aumento della contrattilità dei muscoli scheletrici e cardiaci
  • Dilatazione delle pupille
  • Rallentamento dei processi digestivi, per concentrare tutte le energie del corpo nella reazione “lotta o fuga.

Rilascio di epinefrina

Quando il corpo produce una grande quantità di epinefrina? Davanti a un pericolo, naturalmente. Può trattarsi di un animale feroce che si avvicina, di una lotta sul ring, ma anche semplicemente di un amico che decide di spaventarci nel buio. Questo ormone del surrene è molto utile anche durante le prestazioni sportive, grazie alla sua azione sul sistema muscolare, respiratorio e cardiovascolare.

Ma il rilascio di epinefrina è anche una conseguenza di alcuni particolari stati di salute. Per esempio, in caso di ipovolemia, cioè di una sostanziosa perdita di sangue. Lo stesso vale per l’ipotensione, l’ipoglicemia, un forte dolore o stress e uno shock anafilattico. Ma che cos’è l’anafilassi?

Anafilassi

Quando entrate in contatto con qualcosa a cui siete allergici, il vostro sistema immunitario reagisce in modo esagerato. Rilascia un anticorpo chiamato immunoglobulina E. A sua volta, nella sua guerra contro l’allergene, l’anticorpo scatena un gran numero di sostanze chimiche. Per la maggior parte delle persone, la risposta alla battaglia tra il loro corpo e l’allergene consiste in starnuti, prurito, tosse, orticaria e altri sintomi spiacevoli seppur non pericolosi. In ogni caso, per alcune persone, le allergie possono essere pericolose per la propria vita: queste persone potrebbero incorrere in uno shock anafilattico.

I segni che indicano il sopraggiungere dell’anafilassi includono un improvviso e drastico calo nella pressione sanguigna, orticaria o sfoghi, vie respiratorie ristrette che rendono difficile la respirazione, battito cardiaco accelerato, vertigini, nausea e perfino la perdita di coscienza. Una persona che ha familiarità con questi segnali sa che il primo metodo per far fronte all’anafilassi è quello di somministrarsi un’iniezione di epinefrina. Il passo successivo è quello di ricevere cure mediche immediate. Se non avete l’epinefrina, chiamate immediatamente il numero delle emergenze. I paramedici portano l’epinefrina con sé, ve la somministreranno loro.

Iniettori di epinefrina

Gli iniettori per l’auto-somministrazione di epinefrina vengono di solito identificati mediante la loro marca, come una EpiPen. Vengono prescritti dai dottori alle persone che hanno una storia di anafilassi. Dovete conficcare l’iniettore per l’auto-somministrazione nella parte esterna della coscia (non di una vena, una mano, un piede o nelle natiche) in modo che l’ago interno sporga in fuori e e vi inietti la dose programmata di adrenalina. L’adrenalina si trova naturalmente nel vostro corpo e viene rilasciata quando siete stressati. Ma la dose aggiuntiva di epinefrina aiuta il vostro corpo a calmare la vostra anafilassi forzando i vostri vasi sanguigni a contrarsi.

Perché l’epinefrina è così utile in caso di shock anafilattico? Proprio per tutte le sue funzioni che abbiamo precedentemente elencato. La vasodilatazione indotta dall’ormone è un ottimo rimedio contro il calo di pressione che caratterizza lo shock anafilattico. Le arterie, stringendosi, ostacolano il passaggio del sangue, che così aumenta la pressione esercitata sulle pareti dei vasi. Inoltre, la dilatazione dei bronchi e delle vie aeree è fondamentale per l’asma e l’ostruzione delle vie respiratorie a cui si va incontro durante l’anafilassi. L’effetto immediato è quello di tornare a respirare.

Controindicazioni e suggerimenti

L’epinefrina ha certamente molti vantaggi ed è un farmaco salvavita per molta gente che deve convivere con l’anafilassi. Ma bisogna prestare attenzione. Innanzitutto, è bene essere consapevoli che gli effetti dell’iniezione sono temporanei. Non è possibile iniettarsi l’epinefrina al mattino e sperare che questo basti a garantirci una giornata intera senza shock. Si tratta di una soluzione solo in caso di emergenza.

Inoltre, la somministrazione di epinefrina ha alcuni effetti collaterali: tachicardia, estremità degli arti molto fredde e sudorazione abbondante.

Infine, assicuratevi di assumere l’epinefrina in modo corretto. L’iniettore ha un ago che va infilato con decisione nella parte esterna della coscia, non in altre zone del corpo. Ma soprattutto, l’iniezione deve essere intramuscolare e non in endovena. Ovvero, non dovete assolutamente colpire direttamente un grosso vaso sanguigno. Se l’epinefrina entra direttamente in circolo potrebbe portare a una tachiaritmia. L’ormone viene somministrato direttamente in via intracardiaca solo da medici competenti in situazioni particolarmente gravi.

Scritto da Stefania Bosisio

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