Ernia iatale: diagnosi, cura e metodi per curarla

Oltre all'invecchiamento, l'ernia iatale può essere causata da cattive abitudini alimentari. Come riconoscere i sintomi e curare la patologia.

L’ernia iatale è una patologia legata al funzionamento dell’apparato digerente. In particolare essa riguarda alcune modificazioni relative allo iato diaframmatico esofageo, un foro situato fra l’esofago e il diaframma. Questo disturbo è molto diffuso fra la popolazione italiana, colpendo quasi il 15% degli individui. In generale, si manifesta principalmente in soggetti di età superiore ai 50 anni, e se non curata adeguatamente può portare a conseguenze anche gravi, tanto da dover richiedere il ricorso a un intervento chirurgico.

Ernia iatale: le tipologie

Si può dire che in generale l’ernia iatale consiste in uno scivolamento di parte dello stomaco dall’addome al torace. Normalmente infatti lo stomaco è situato subito al di sotto del diaframma. Con il verificarsi dell’ernia esso si sposta verso l’alto compromettendo le normali funzioni digestive. In medicina vengono distinte tre principali manifestazioni dell’ernia iatale:

  1. Ernia iatale da scivolamento
  2. Ernia iatale da rotazione
  3. Ernia iatale mista

La prima è indubbiamente la tipologia più frequente, ed è nella quasi totalità dei casi una conseguenza dell’obesità o del forte sovrappeso. Con l’ernia da scivolamento viene compromessa la valvola di giunzione tra esofago e stomaco, detta cardias: essa ha il compito di trattenere la risalita dei succhi gastrici e dei cibi ingeriti, ma smettendo di funzionare da origine al reflusso gastroesofageo, primo fra i sintomi tipici della malattia. Gli altri due tipi di ernia iatale sono meno frequenti: quella da rotazione però è più pericolosa di quella da scivolamento. In questo caso infatti l’ernia potrebbe comportare un restringimento dello stomaco e il mancato apporto di sangue allo stesso.

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I sintomi dell’ernia iatale

I sintomi dell’ernia iatale sono molto vari, e non sono sempre visibili. Molto spesso però essa si manifesta con la medesima sintomatologia del disturbo da reflusso gastroesofageo. Il principio del disturbo è da rintracciarsi nei danni causati dall’acido gastrico alle pareti dello stomaco e dell’esofago. Essi comprendono:

  • intensa e frequente salivazione
  • alitosi
  • risalita nell’esofago di succhi gastrici e cibo ingerito
  • percezione di un gusto amaro in bocca
  • eruttazioni
  • senso di gonfiore gastrico

Con il passare del tempo il disturbo non trattato adeguatamente può poi peggiorare in:

  • nausea
  • bruciore di stomaco cronico
  • difficoltà a deglutire
  • raucedine

Nei casi più gravi, è possibile l’insorgenza di ulcere gastriche e difficoltà respiratorie, sino ad arrivare alla formazione di tumore dell’esofago.

La terapia dell’ernia iatale: il ruolo di farmaci

Non esiste ad oggi un farmaco specifico per curare l’ernia iatale e riportare lo stomaco nella posizione originaria. Essendo l’intervento chirurgico una terapia da praticare solo in caso di forte aggravamento dei sintomi, normalmente i medici tendono a prescrivere farmaci definiti “inibitori della pompa protonica“. Essi intervengono infatti in un vero e proprio blocco della produzione di acidi gastrici, permettendo ai tessuti dello stomaco e dell’esofago di ripararsi. Tra i principali si trovano l’omeprazolo e il pantoprazolo. Le terapie possono durare anche più di un mese, in base alla gravità dei sintomi. Ad un inferiore livello di gravità è possibile procedere con l’automedicazione, acquistando in farmacia alcuni prodotti da banco composti normalmente da sostanze come l’idrossido di alluminio o il bicarbonato. Bisogna comunque fare molta attenzione a non eccedere nelle dosi, in quanto tali rimedi presentano effetti collaterali, di solito legati all’attività intestinale.

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Indicazioni per una dieta corretta

Al di fuori dei farmaci, esistono poi diversi accorgimenti fondamentali per prevenire ed alleviare i sintomi dell’ernia iatale. Fra i più efficaci si trovano un’alimentazione sana, caratterizzata dall’assunzione di cibi poveri di grassi e poco conditi e altre buone abitudini come la masticazione lenta e prolungata. Una dieta corretta è principalmente composta da cereali integrali, carni bianche, pesce e verdura. Da non dimenticare anche alcuni tipi di frutta, come la banana e la mela. Evitare assolutamente tutti i cibi irritanti come peperoncino, pepe, curry, cioccolato, salse, pomodori, insaccati e caffè.

Alimentazione a parte, i medici consigliano di evitare di sdraiarsi prima che siano passate almeno tre ore dal pasto, e di non comprimere l’area addominale con vestiti troppo stretti. Diminuire la quantità di cibo assunto a cena può inoltre aiutare ad evitare la comparsa dei sintomi una volta coricatisi a letto. Infine, oltre ad essere dannoso per l’intero organismo, il fumo è il nemico principale di una buona digestione.

Scritto da Flavia Ferrero

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