Il consumo di tabacco tra i giovani italiani è in crescita e preoccupa

Il consumo di tabacco tra i giovani italiani ha raggiunto livelli preoccupanti. Ecco i dati.

Immagina di trovarsi in una stanza piena di ragazzi, ognuno con il proprio smartphone in mano, eppure, in un angolo, qualcuno sta già svapando come se fosse la cosa più normale del mondo. È davvero così? La Giornata Mondiale senza Tabacco, celebrata ogni anno, ci ricorda che i rischi legati al fumo non sono solo una questione per adulti, ma un’emergenza che coinvolge anche i più giovani. Recentemente, l’Istituto Superiore di Sanità ha organizzato un convegno per discutere un tema scottante: il consumo di tabacco e nicotina tra i ragazzi di età compresa tra 11 e 17 anni.

Il panorama del consumo di tabacco in Italia

È risaputo che il fumo comporta seri rischi per la salute, eppure, nonostante tutti i dati e le campagne di sensibilizzazione, una parte significativa della popolazione continua a fumare. Se da un lato si registra una diminuzione nel consumo di sigarette tradizionali, dall’altro si assiste a un aumento nell’uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato. Il convegno “No Tobacco Day” ha messo in luce questi dati allarmanti, evidenziando l’aumento del consumo tra i giovanissimi. Quattro ragazzi su dieci delle scuole superiori fanno uso di questi prodotti, vanificando il trend positivo di diminuzione del fumo riscontrato tra gli adulti.

Un fenomeno in crescita

Il fenomeno del policonsumo, ovvero l’uso simultaneo di più prodotti, è in forte espansione tra gli adolescenti di età compresa tra 14 e 17 anni e sta crescendo anche tra gli adulti. I dati parlano chiaro: il 7,5% dei ragazzi tra 11 e 13 anni e ben il 37,4% di quelli tra 14 e 17 anni sono coinvolti in questo trend. In particolare, tra i ragazzi delle scuole medie, il consumo è superiore, mentre nelle superiori le ragazze sono le più colpite. Se ci pensi, dal 2022 a oggi, il policonsumo tra gli 11-13 anni è passato dal 26% al 45,5%, mentre tra i 14-17enni è salito dal 38,7% al 70,7%. Impressionante, vero?

Una popolazione adulta in transizione

Ma non sono solo i giovani a essere coinvolti. I dati raccolti dall’ISS mostrano una divisione netta tra chi fuma e chi no. Ben il 59% della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni è non fumatrice e un 17% ha smesso di fumare. Tuttavia, rimane un 24% di fumatori abituali, una percentuale che non sembra voler scendere. Gli uomini fumano più delle donne (28% contro 20%), ma è interessante notare come anche tra gli ex fumatori e i non fumatori ci sia un incremento nell’uso di nuovi prodotti come le e-cig e il tabacco riscaldato.

Un aiuto per chi vuole smettere

Non tutto è perduto, però. Il Telefono Verde contro il fumo, attivo dal 2000, offre supporto a chi desidera liberarsi dal vizio del fumo, e nel 2024 ha visto una leggera diminuzione delle chiamate, passando da 6.931 a 6.497. La maggior parte delle chiamate proviene da fumatori (90%), mentre un 8,1% è composto da familiari che cercano aiuto per i propri cari. La buona notizia è che il 92,3% di loro desidera smettere o far smettere il fumo, anche se le richieste di informazioni sui nuovi prodotti stanno crescendo esponenzialmente.

I centri antifumo: un servizio fondamentale

I Centri territoriali antifumo in Italia sono attualmente 223, con una maggiore concentrazione al Nord. Questi centri offrono trattamenti integrati, che comprendono supporto psicologico e terapie farmacologiche per aiutare chi desidera smettere di fumare. L’ISS fornisce assistenza e informazioni sui servizi, ma è chiaro che la battaglia contro il tabagismo è ancora lunga e tortuosa. Mentre riflettiamo su questi dati, è importante ricordare che ogni passo verso una vita senza fumo è un passo verso una salute migliore. Quindi, che ne dici di rimanere informato e magari anche pensare a come contribuire a un futuro senza tabacco?

Scritto da Staff

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