“Inalatori e Inquinamento: Scopri la Connessione Inaspettata”

Inalatori per asma: un impatto sul clima e soluzioni ecologiche alternative. Scopri come ridurre la tua impronta ecologica con opzioni sostenibili per la gestione dell'asma.

Le problematiche respiratorie, come asma e bronchite cronica, colpiscono milioni di persone nel mondo, rendendole particolarmente vulnerabili agli effetti di un’aria inquinata. Recenti studi hanno rivelato che i pazienti stessi potrebbero contribuire, spesso senza rendersene conto, al problema del cambiamento climatico.

Il ruolo degli inalatori controllati

Per gestire le loro condizioni, molti pazienti utilizzano gli inalatori a dose controllata (MDI), dispositivi portatili che rilasciano farmaci direttamente nei polmoni. Questi inalatori impiegano propellenti noti come idrofluorocarburi (HFA), fondamentali per il corretto funzionamento del dispositivo, ma con un impatto ambientale significativo.

Impatto ambientale degli HFA

Il problema principale non è solo il farmaco, ma anche il potenziale inquinante degli HFA. Questi gas hanno la capacità di intrappolare il calore nell’atmosfera, con un effetto serra che supera di migliaia di volte quello della CO₂. Secondo uno studio pubblicato su JAMA, gli inalatori costituiscono una significativa fonte di emissioni di gas serra. Negli Stati Uniti, le emissioni annuali generate da questi dispositivi corrispondono a quelle di oltre 500.000 automobili, equivalenti al consumo elettrico di 470.000 abitazioni.

Alternative più sostenibili

Gli inalatori a dose controllata rappresentano il 98% delle emissioni associate all’uso di dispositivi medici. Gli esperti del settore indicano che una parte della popolazione potrebbe considerare l’adozione di inalatori alternativi, i quali utilizzano propellenti meno dannosi o non ne fanno uso. Tra queste opzioni, si segnalano gli inalatori a polvere secca, che offrono una soluzione più ecologica.

Statistiche preoccupanti

Un’analisi ha rivelato che, tra il 2014 e il 2024, le farmacie statunitensi hanno distribuito circa 1,6 miliardi di inalatori, generando mediamente 24,9 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente ogni anno, con un incremento del 24% in un decennio. Tuttavia, un altro studio ha evidenziato che una transizione verso inalatori a polvere secca potrebbe ridurre significativamente le emissioni di gas serra. Il Dipartimento dei Veterani degli Stati Uniti ha iniziato a promuovere questa alternativa dal 2021, ottenendo una riduzione delle emissioni di oltre il 68% dal 2008 al 2023.

Opzioni ecologiche per inalatori

Nonostante gli HFA non danneggino lo strato di ozono come i precedenti clorofluorocarburi (CFC), sono comunque considerati sostanze inquinanti. Negli Stati Uniti, le opzioni ecologiche per gli inalatori sono ancora limitate rispetto all’Europa, dove esistono versioni combinate di inalatori non ancora approvate dalla FDA.

Un editoriale pubblicato su JAMA suggerisce che cambiare il tipo di inalatore utilizzato potrebbe essere una strategia efficace per ridurre l’impatto ambientale del settore sanitario, senza compromettere la cura dei pazienti. È però fondamentale che i pazienti affetti da asma seguano sempre le indicazioni dei medici riguardo ai loro trattamenti.

Kate Bender, vicepresidente dell’American Lung Association, ha espresso il proprio disappunto affermando: «È frustrante sapere che il mio inalatore contribuisce al cambiamento climatico. Tuttavia, fino a quando non saranno disponibili alternative realmente accessibili, è cruciale che i pazienti possano continuare a utilizzare gli inalatori con propellenti, se questi sono necessari per la loro salute».

Scritto da Staff

Inalatori e inquinamento: una minaccia per la salute e il clima da affrontare

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