Osteoporosi: diagnosi e fattori di rischio della malattia

L'articolo parla dell'osteoporosi, in particolare i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo della malattia e come viene diagnosticata.

L’osteoporosi si sviluppa in modo graduale e di solito non manifesta sintomi. La rottura di un osso, o frattura, che si verifica a causa di un trauma minore come una caduta, è il primo segno che la caratterizza. Scopriamo insieme tutti i fattori di rischio e soprattutto l’importanza di una diagnosi preventiva.

La diagnosi deve essere realizzata in base ai precedenti clinici, visita medica ed esami non invasivi per valutare la resistenza e lo stato di salute delle ossa (esami di densitometria ossea). Alcuni soggetti presentano fratture vertebrali multiple da compressione, con riduzione dell’altezza e gobba di bisonte come primo sintomo. Spesso la frattura vertebrale può verificarsi senza forti dolori per ragioni poco chiare. Tuttavia, dopo anni di distanza, le fratture da compressione possono provocare dolore cronico, specialmente se si verificano in parti specifiche della colonna vertebrale o sono multiple.

Fattori di rischio dell’osteoporosi

Al momento della menopausa, tutte le donne dovrebbero discutere di tale patologia con gli operatori sanitari e identificare il rischio di sviluppo. Alcuni di questi fattori di rischio comuni sono:

  • Avere un’ossatura piccola e sottile
  • Storia personale e/o familiare di fratture in età adulta
  • Alimentazione povera di calcio
  • Eccessiva magrezza
  • Fumare
  • Consumo eccessivo di alcool (il “consumo moderato ” per donne e anziani è definito dalla National Institute on Alcohol Abuse and Alcolism e consiste in un bicchiere al giorno – un bicchiere corrisponde a una bottiglia di birra da 12 once o a un aperitivo, un bicchiere di vino da 5 once oppure 1,5 once di bevande alcoliche distillate con il 40 % di gradazione alcolica -80 proof)
  • Stile di vita sedentario
  • Anoressia nervosa
  • Assenza del ciclo mestruale o mestruazioni molto irregolari durante l’adolescenza
  • Uso prolungato di farmaci specifici come i corticosteroidi per l’asma o l’artrite (periodo superiore dai 3 ai 6 mesi)
  • Nonostante tale malattia colpisca generalmente le donne caucasiche e asiatiche, anche le afroamericane e le ispano-americane corrono un rischio importante
  • Alcune patologie croniche come ipertiroidismo, alcuni tipi di iperparatiroidismo, alcune malattie intestinali e artride reumatoide
  • Alcuni agenti chemioterapici sono stati coinvolti recentemente nel processo di accelerazione della perdita della densità ossea nei pazienti con cancro al seno
  • La ricerca sponsorizzata dalla National Institute of Mental Health (NIMH) afferma che anche la depressione potrebbe essere un fattore di rischio principale dell’osteoporosi. Gli studi clinici di fase IV sono attualmente in corso e determineranno se le donne affette da depressione perdono massa ossea più rapidamente rispetto a quelle non depresse. Questo studio determinerà anche se l’alendronato (Fosamax) può mantenere o aumentare la massa ossea nelle donne in premenopausa affette da depressione maggiore e osteoporosi.

Esami per osteoporosi

Dopo aver parlato delle vostre preoccupazioni individuali riguardanti l’osteoporosi con l’operatore sanitario, potrebbero essere consigliate una serie di analisi di laboratorio. Questi esami saranno utili per identificare o per escludere le condizioni al di fuori della menopausa che potrebbero essere la causa della bassa densità ossea. Questi esami comprendono:

  • Test ematologico completo
  • Esami ematochimici

Se l’anamnesi o i risultati della visita medica suggeriscono cause secondarie (cioè che non comprendono la menopausa e l’età) di perdita ossea, allora potrebbero essere richieste ulteriori analisi di laboratorio.

Esame densità minerale

L’esame della densità minerale ossea (BMD) è l’unico modo per rilevare una riduzione della massa ossea. Questo screening test è utile per

  • Rilevare la resistenza delle ossa
  • Prevedere il rischio di fratture alle ossa
  • Poter monitorare gli effetti del trattamento nel caso in cui il test sia effettuato a un intervallo di un anno o più a lungo
  • Prevedere il rischio futuro di osteoporosi
  • È indolore e non invasivo

Di solito vengono prese misure semplici e indolori delle ossa del fianco, del polso e della spina dorsale -le zone più comuni di fratture causate dall’osteoporosi. Altri esami misurano la densità ossea nel dito medio, nel tallone, nella tibia o in tutto il corpo. Può essere impiegata anche una quantità molto bassa di radiazioni e generalmente si rimane vestiti durante l’intervento. Non vengono iniettati coloranti.

La United States Preventive Services Task Force raccomanda alle donne dai 65 anni in poi di effettuare controlli regolari per l’osteoporosi e tale controllo parte dai 60 anni per le donne che corrono un rischio elevato di contrarla.

Esami per la densità ossea

Ci sono diversi tipi di esami per rilevare la densità ossea e si dividono in due categorie: i dispositivi centrali misurano la densità delle ossa nel fianco, nella colonna vertebrale e in tutto il corpo mentre i dispositivi periferici misurano la densità nel dito, nel polso, nella rotula, nella tibia e nel tallone. È saggio effettuare l’esame in strutture come gli ospedali o i centri specializzati per l’osteoporosi che effettuano regolarmente l’esame della densità ossea. Parlate con il tuo operatore sanitario per scegliere il test più adatto a voi:

  • DXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) misura la densità ossea alla spina dorsale, al fianco o a tutto il corpo
  • SXA (assorbimetria a raggi X a singolo raggio fotonico) misura la densità ossea nel polso o nel tallone
  • pDXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia periferica) misura il polso, il tallone o il dito
  • RA (assorbimetria radiografica) misura la mano e il polso
  • QCT (tomografia computerizzata quantitativa) misura il polso o la spina dorsale
  • L’ultrasuono utilizza onde sonore per misurare il tallone, la tibia e la rotula

Prevenzione e gestione

Nella valutazione del vostro esame BMD, la densità ossea viene confrontata in base a due criteri: gli “age-matched” e gli “young normal”. Nel primo (conosciuto come Z-score) si confronta la vostra densità ossea con quella “nella norma” in base a età, sesso e corporatura. Nel secondo (T-score) la densità ossea viene confrontata con quella media di una giovane donna adulta.

Tale valutazione aiuterà l’operatore sanitario a determinare se il risultato rientra negli intervalli di normalità e a stabilire se le tue ossa sono a rischio di frattura. In genere, più è bassa la densità ossea più tale rischio è elevato.

Tuttavia il risultato della BMD verrà preso in considerazione insieme alla vostra storia clinica personale, ai rischi di osteoporosi e al vostro stile di vita, compresi il fatto di praticare o meno attività fisica e l’adeguato apporto di calcio. Dopo aver soppesato tutti questi fattori, l’operatore sanitario può stabilire se l’osteoporosi costituisce per voi una potenziale minaccia nei prossimi anni.

Alcuni esami per determinare il rischio di osteoporosi, come quelli accessibili nei poliambulatori, costituiscono un punto di partenza per valutare la salute delle vostre ossa – tuttavia un controllo è assolutamente necessario. Se dovete fare uno di questi esami assicuratevi di discutere i risultati con il vostro operatore sanitario, soprattutto se viene evidenziata una bassa densità ossea.

BMD

Secondo le Medical Guidelines for Clinical Practice for the Prevention and Management of Postmenopausal Osteoporosis (2001) dell’American Association for Clinical Endocrinologists, l’esame per misurare la BMD è raccomandato:

  • Per valutare i rischi nelle donne in perinomenopausa o in postmenopausa che presentano fattori di rischio di frattura alle ossea e hanno intenzione di considerare gli interventi a disposizione
  • Alle donne le cui radiografie suggeriscono la comparsa di osteoporosi
  • Alle donne che hanno iniziato o stanno facendo una terapia a lungo termine con glucocortinoidi o altri farmaci associati alla perdita di tessuto osseo
  • A tutte le donne adulte affette da iperparatiroidismo sintomatico o altre patologie o condizioni alimentari associate alla perdita del tessuto osseo in cui la prova di tale perdita avrebbe come risultato l’adeguamento alla misura
  • Per verificare la stabilità ossea e monitorare la risposta terapeutica nelle donne che stanno effettuando il trattamento per l’osteoporosi
  • A tutte le donne dai 45 anni in poi che hanno subito una frattura
  • A tutte le donne di età superiore ai 65 anni

L’assistenza medica e numerosi assicuratori commerciali provvederanno al pagamento dell’esame BMD per i soggetti che corrono il rischio o sono già affetti da osteoporosi.

Osteoporosi nei bambini

Un caso particolare è quello dell’osteoporosi nei bambini: spesso sottovalutata e soprattutto diagnosticata tardivamente costituisce un problema non di poco valore. Infatti, nella maggior parte dei casi l’osteoporosi si sviluppa come evoluzione di altre malattie o addirittura malformazioni.

La celiachia e ritardi cronici nella crescita possono comportare problematiche circa la osteoporosi nei bambini a causa del mancato assorbimento della vitamina D. Esistono poi forme di osteoporosi primaria in cui la malattia si manifesta per una predisposizione genetuca alla malattua.

Quando preoccuparsi

Il pediatra potrà cominciare a nutrire dei sospetti circa la possibilità di questa malattia in presenza di fratture ricorrenti. È vero che i bambini sono iperattivi e la possibilità di rompersi il braccio è alta. Inoltre sarà lecito insospettirsi quando le fratture precedenti non si saranno rimarginate adeguatamente.

Come per gli adulti quindi il medico potrà predisporre degli esami del sangue e altri volti all’accertamento della densità mineraria nelle ossa del piccolo.

Diagnosi e cura nei bambini

Una volta fatta la diagnosi sarà opportuno recarsi in un centro specializzato per avviare una cura mirata. Potranno essere proposte iniezioni oppure, più semplicemente, il bambino dovrà assumere integratori o midificare la propria dieta.

Sarà opportuno infatti aumentare le dosi di calcio assunte durante la giornata poiché proprio questa vitamina può essere una validissima alleata contro l’osteoporosi.

Scritto da Elisa Ceccon

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