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Negli ultimi anni, il numero di anziani che assumono una combinazione elevata di farmaci è aumentato significativamente in Italia. Secondo l’ultimo rapporto Osmed dell’Aifa, oltre un quarto degli over 65 è coinvolto in un regime di politerapia, definito come l’assunzione di almeno dieci farmaci al giorno. Questa situazione risulta particolarmente allarmante in alcune regioni del Sud, dove la percentuale può raggiungere addirittura il 40% della popolazione anziana.
Le cause della politerapia
La politerapia si manifesta quando un paziente è costretto ad assumere diversi farmaci per gestire molteplici condizioni di salute. Sebbene i trattamenti iniziali siano spesso necessari, nel tempo alcuni farmaci possono rimanere nella routine terapeutica senza una giustificazione clinica valida. Questo fenomeno è definito inerzia prescrittiva, in cui i medici continuano a rinnovare le ricette senza effettuare una rivalutazione adeguata della situazione clinica del paziente.
Un ciclo di prescrizioni
Questo processo può innescare un aumento progressivo dei farmaci prescritti. Per esempio, se un paziente sviluppa una nuova condizione che richiede un trattamento, potrebbe essere prescritto un ulteriore farmaco per gestire un effetto collaterale di un medicinale già in uso. Di conseguenza, la lista dei farmaci continua a espandersi, incrementando i rischi associati alla prescrizione eccessiva.
I rischi della politerapia
Numerosi studi hanno evidenziato come l’assunzione contemporanea di più farmaci aumenti significativamente il rischio di reazioni avverse. Quando si superano i dieci farmaci al giorno, le probabilità di effetti collaterali raddoppiano. Le interazioni tra farmaci possono, infatti, portare a complicazioni, rendendo difficile per gli anziani seguire correttamente le prescrizioni e incrementando i rischi di errori di somministrazione.
Adesione alle terapie
La complessità nella gestione di una lunga lista di medicinali può ridurre l’aderenza terapeutica. Gli anziani potrebbero dimenticare di assumere alcune pillole o perdere la tabella di marcia, compromettendo l’efficacia dei trattamenti. Inoltre, la sostenibilità economica di tali regimi farmacologici può rappresentare un onere significativo sia per i pazienti che per il sistema sanitario.
Iniziative per la revisione delle terapie
Per affrontare il problema dell’inerzia prescrittiva, è stato avviato un progetto innovativo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, finalizzato alla deprescrizione. Questo programma si concentra sulla revisione delle terapie per i pazienti anziani che assumono più farmaci, con l’obiettivo di ridurre il numero di medicinali a quelli strettamente necessari.
I risultati del progetto
Un team di esperti ha esaminato circa 70 pazienti over 80, rivelando che ogni paziente assumeva mediamente dieci farmaci al giorno. Grazie a questo processo di revisione, sono stati valutati 836 farmaci, di cui 273 sono stati sospesi come inappropriati o non più necessari. Questo intervento ha portato a una riduzione del 20% nel rischio di ri-ospedalizzazione e a un significativo risparmio sulla spesa farmaceutica.
Consigli per chi assume più farmaci
Le persone che devono gestire l’assunzione di molteplici farmaci devono prestare attenzione a diverse pratiche. È fondamentale consultare regolarmente il proprio medico curante per una rivalutazione delle terapie in atto, informando sempre il medico sui medicinali assunti e sugli eventuali integratori o farmaci da banco utilizzati.
Importanza della comunicazione
Un dialogo aperto con i professionisti sanitari è cruciale per garantire che ogni paziente riceva il trattamento più appropriato. La valutazione continua delle terapie è necessaria per evitare prescrizioni non necessarie e per migliorare la qualità della vita degli anziani.