Quanti kg si perdono con il digiuno intermittente?

Digiuno intermittente: quanti kg si perdono? Scopriamo quanto si dimagrisce e come funziona

Tra i tanti metodi per dimagrire, uno dei più seguiti ed efficaci è il digiuno intermittente. Si tratta di un modo per dare una scossa al metabolismo: ma in cosa consiste? Ecco quanti kg si perdono con il digiuno intermittente.

Quanti kg si perdono con il digiuno intermittente?

Il digiuno intermittente si differenzia dalle diete tradizionali e ipocaloriche perché si concentra su quando mangiare, piuttosto che su cosa mangiare. Si alternano infatti periodi di digiuno e di alimentazione: la dieta del digiuno intermittente mira a ottimizzare il metabolismo dell’organismo e alla perdita di peso. La base del digiuno intermittente consiste nell’alternare periodi di digiuno a periodi di nutrizione “normale”. 

E’ fondamentale scegliere un metodo di digiuno intermittente che sia in linea con il proprio stile di vita e i propri obiettivi. Una volta scelto il metodo, è essenziale stabilire un programma specifico di alimentazione e di digiuno dividendo i due periodi. Tra quelli più comuni c’è il digiuno intermittente 16/8 che prevede un digiuno di 16 ore seguito da un’alimentazione di 8 ore.

Durante il periodo di alimentazione, è importante fare attenzione a ciò che si mangia, per incoraggiare il dimagrimento e migliorare la salute. Mentre sei in fase di digiuno, è importante evitare di mangiare e bere qualsiasi cosa che possa spezzare il digiuno o avere un effetto insulinico. Molti però si chiedono: quanti kg si perdono con il digiuno intermittente?

Secondo diversi studi, per esempio una persona di 80 kg, potrebbe perdere fino ad un massimo di 4-5 kg in un mese. Ma il risultato dipende da alimentazione, caratteristiche fisiche della persona ed eventuale presenza di disturbi ormonali o metabolici.

Digiuno intermittente: quanti kg si perdono e come funziona 

Per mettere in pratica la dieta 16/8 ci sono diverse possibilità, personalizzabili in base a esigenze e abitudini giornaliere: uno dei vantaggi, infatti, è che si può scegliere la fascia oraria migliore per astenersi dal cibo.

Alcuni consigliano di saltare la prima colazione e nutrirsi, per esempio, dalle 12 alle 20; altri considerano il primo pasto un’importante fonte di proteine e carboidrati a medio-basso indice glicemico con pochi grassi. In seguito, si può fare un secondo pasto leggero e finire la giornata intorno alle 15 con un terzo, che è poi il pranzo completo.

I vantaggi? Con il digiuno intermittente la perdita di peso può andare dal 3 all’8% del peso in un periodo variabile dalle tre alle 24 settimane, mentre la circonferenza può diminuire dal 4 al 7 per cento, spiegano gli esperti. Durante il digiuno intermittente, il metabolismo non usa più come fonte energetica primaria i carboidrati, ma i grassi. 

L’insulina diminuisce e ne facilita la combustione. Il glucagone, l’ormone che controlla i livelli di glucosio nel sangue, invece, aumenta, così come crescono IFG-1 e testosterone, accelerando il metabolismo. I livelli di grelina, l’ormone della fame, si normalizzano, dando un senso di sazietà. 

Scritto da Chiara Sorice

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