Quanto tempo ci mette l’HIV a manifestarsi?

L’HIV, virus da immunodeficienza umana, ha tempo di manifestarsi. Ecco cos’è e quanto tempo ci impiega.

L’HIV, da non confondere con l’Aids, è un virus immunodeficiente che può essere trasmesso attraverso il diretto contatto con il sangue, il contatto di solito avviene scambiandosi aghi o avendo rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. Ma quanto tempo ci mette a manifestarsi? Ecco le diverse fasi dell’HIV.

Le fasi dell’HIV: il tempo per manifestarsi 

Esistono tre fasi dell’infezione da HIV, in cui si manifesta il virus. Fase 1: infezione primaria acuta.

Circa 1-4  settimane dopo essere stati infettati dal virus HIV, oltre l’80% delle persone avvertono alcuni sintomi che possono includere:

febbre

eruzione cutanea

gola infiammata e/o candidosi orale

ghiandole gonfie

mal di testa

dolori articolari

dolori muscolari.

Considerati singolarmente i sintomi sono aspecifici ma la loro combinazione deve far porre il sospetto clinico, se presenti in persone con comportamenti a rischio per HIV. La presenza di questi sintomi, in assenza di un test specifico per HIV, non è sufficiente per diagnosticare un’infezione acuta.

Esistono casi in cui l’infezione primaria acuta decorre in maniera completamente asintomatica. La durata dell’infezione primaria acuta varia da 1 a 4 settimane e abitualmente i sintomi si risolvono spontaneamente.

Durante questa fase dell’infezione, il sistema immunitario presente nell’intestino subisce il danno maggiore. Questo danno sarà responsabile del fenomeno definito “traslocazione batterica intestinale” responsabile dello stato infiammatorio cronico che caratterizza la malattia da HIV.

Le persone con infezione primaria acuta sono quelle che maggiormente trasmettono l’infezione da HIV, sia perché spesso ignare della propria infezione, sia perché in questa fase della malattia la carica virale, ossia il numero di particelle virali circolanti nel sangue, è spesso molto elevata.

Fase 2: fase asintomatica

Una volta terminata la fase acuta, o di sieroconversione, molte persone iniziano spontaneamente a sentirsi meglio. Infatti, il virus HIV potrebbe non causare grossi problemi per un periodo di tempo anche lungo (fino a 8 o 10 anni).

Tuttavia, il virus in questa fase è sempre attivo, continua a replicare nel sangue e nell’organismo, danneggiando progressivamente il sistema immunitario.

Fase 3: infezione sintomatica da HIV

Nella terza fase dell’infezione da HIV il sistema immunitario diventa estremamente compromesso. Diventa quindi probabile che si verifichino gravi infezioni o malattie batteriche e fungine che normalmente sarebbe possibile combattere.

Queste infezioni sono indicate come “infezioni opportunistiche”.

È importante capire che l’HIV e l’AIDS non sono la stessa cosa. L’AIDS non è un virus o una malattia a sé stante: è un insieme di quadri clinici definiti da infezioni o tumori conseguenti a un grave danno immunitario acquisto a causa del virus HIV.

Se una persona, con infezione da HIV sviluppa alcune malattie opportunistiche (a causa di un danno al sistema immunitario), si dice che ha l’AIDS. 

Mentre in passato questa condizione di danno immunologico era irreversibile, oggi sappiamo che anche una persona con AIDS può beneficare delle terapie antiretrovirali e può ottenere un efficace recupero del sistema immunitario. 

Pertanto un paziente che ha avuto una diagnosi di AIDS può comunque ritornare ad  avere un efficiente sistema immunitario.

La differenza tra HIV e AIDS

L’HIV è un virus, il virus dell’immunodeficienza umana, capace di attaccare e distruggere il sistema immunitario negli esseri umani.

Grazie alla lenta progressione della malattia una persona colpita dall’HIV può apparire perfettamente sana e normale per anni ma al termine di questo decorso aumenterà la vulnerabilità verso numerose malattie anche gravi.

Aids, invece, è un acronimo inglese che significa “sindrome da immunodeficienza acquisita” e che indica un sistema immunitario troppo debole per combattere le infezioni.

Se non viene contrastato l’HIV può portare allo sviluppo dell’AIDS.

Scritto da Chiara Sorice

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