Trapianto di fegato: padre salva figlio con atresia biliare

Un neonato affetto da atresia biliare è stato sottoposto con successo al trapianto di fegato: il fegato del padre gli ha salvato la vita.

Si è risolta con successo la complicatissima operazione di trapianto di fegato sostenuta per lunghe ore dal personale di chirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Un piccolo neonato di poco meno di un anno, affetto da atresia biliare, è stato sottoposto al rischioso intervento: il fegato donato dal padre è riuscito a salvarlo.

Trapianto di fegato

Le sale di chirurgia dell’ospedale di Padova hanno visto la riuscita di un intervento tanto complicato quanto raro: un trapianto di fegato da donatore vivente. Erano infatti più di vent’anni che i medici dell’Azienda ospedaliera non erano stati chiamati a prelevare del tessuto epatico da donatore vivente. Molto più frequenti gli interventi di trapianto da donatore deceduto, circa 109 in tutto il 2017. La straordinarietà della vicenda ha tuttavia richiesto delle misure speciali (autorizzate con estrema velocità dal Ministero della Salute).

Un neonato malato di atresia biliare è stato ricoverato all’ospedale di Padova in gravissime condizioni poche settimane dopo la nascita, e i medici hanno subito concordato sulla necessità di un trapianto. Di fronte all’impossibilità di trovare un donatore, i due genitori del piccolo si sono offerti per l’operazione: dei due è stato selezionato il padre, per permettere alla madre di assistere il fratellino del piccolo malato. L’operazione è durata quasi 20 ore, e ha portato alla rimozione del 25% del tessuto epatico del padre. Il successo dell’operazione ha assicurato la salvezza dell’uomo, privato del lobo sinistro del fegato ma fortunatamente in buone condizioni, e del bambino.

Atresia biliare

L’atresia biliare è una patologia che provoca l’infiammazione dei dotti biliari, ossia dei canali che collegano il fegato all’intestino. Attraverso questi canali la bile, un liquido prodotto dal fegato, può penetrare nell’intestino e favorire il processo di digestione dei grassi. L’infiammazione comporta una diminuzione del flusso biliare dal fegato all’intestino e l’ostruzione dei dotti biliari. La bile, non trovando sfogo nella normale circolazione, rifluisce nel fegato (stasi biliare) e provoca cirrosi e e ittero.

Questa malattia sembra avere una particolare insorgenza nei neonati, sebbene le cause siano tuttora ignote. I sintomi iniziali si manifestano sin dalle prime sei settimane dalla nascita: prevedibilmente il neonato sarà afflitto da ittero (pelle e sclera ingiallite), presenterà un gonfiore nella zona addominale e ingrossamento e irrigidimento del ventre in corrispondenza del fegato, oltre a sanguinamenti copiosi e persistenti. Saranno inoltre presenti alcune variazioni nelle feci e nell’urina: a causa dello scompenso nel sistema digestivo, le feci saranno chiare (indice del mancato smaltimento di alcune sostanze) mentre le urine presenteranno un colore giallo scuro (sintomo di un affaticamento renale).

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