Come la gravidanza e l’allattamento possono ridurre il rischio di tumore al seno

La maternità non solo offre nutrimento al bambino, ma svolge anche un ruolo cruciale nel rafforzare le difese del seno, contribuendo a proteggerlo dal cancro.

Recenti studi condotti in Australia hanno svelato un intrigante meccanismo biologico che offre spiegazioni sul motivo per cui le donne che diventano madri e allattano i propri figli presentano un rischio significativamente ridotto di sviluppare il tumore al seno.

La ricerca, realizzata presso il Peter MacCallum Cancer Centre di Melbourne, ha rivelato che durante la gravidanza e, in particolare, durante l’allattamento, si verifica un accumulo di cellule T nel seno, che sono componenti chiave del sistema immunitario responsabili della sorveglianza e distruzione delle cellule anomale.

Il ruolo delle cellule T nella protezione oncologica

Le cellule T che si accumulano nel tessuto mammario agiscono come autentiche “guardie sentinella”, mantenendo la loro attività anche per anni dopo la fine dell’allattamento. Questa scoperta suggerisce che il periodo di maternità non solo modifica temporaneamente il sistema immunitario, ma può anche garantire una protezione duratura contro lo sviluppo di neoplasie.

Meccanismi attivati dall’allattamento

Il contatto diretto tra il neonato e il seno durante l’allattamento stimola una risposta immunitaria locale. Questo è dovuto a vari fattori, come la saliva del bambino, i microbi naturali e le infiammazioni lievi che possono insorgere, come nel caso della mastite. Questi elementi contribuiscono a favorire la migrazione delle cellule T nel tessuto mammario, dove restano pronte a difendere l’organismo da potenziali minacce.

Il legame tra gravidanza e rischio di tumore

Per lungo tempo, si è pensato che il ridotto rischio di tumore al seno nelle donne che hanno partorito fosse principalmente attribuibile ai cambiamenti ormonali che avvengono durante la gravidanza. Tuttavia, gli studi condotti dal team di ricerca australiano hanno dimostrato che esiste anche un processo immunitario di memoria che modifica in modo duraturo il microambiente del seno, fornendo un’ulteriore spiegazione a questo fenomeno.

Le cellule T, una volta “addestrate” a riconoscere le cellule tumorali, rimangono nel tessuto mammario come una forma di difesa a lungo termine. Questo meccanismo di immunità locale potrebbe spiegare perché le donne continuino a beneficiare di una riduzione del rischio di tumore anche a distanza di anni dalla conclusione dell’allattamento.

Nuove strade per la prevenzione oncologica

In Italia, il tumore al seno rappresenta la neoplasia più comune tra le donne. Le scoperte effettuate dai ricercatori australiani offrono nuove prospettive per strategie di prevenzione del cancro, suggerendo che l’adozione di tecniche di immunoprofilassi possa essere ispirata dai meccanismi naturali attivati dalla maternità.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi di vita, continuando poi con l’aggiunta di altri alimenti fino ai due anni o oltre. Questo non solo offre benefici ai neonati, ma si configura anche come un fattore protettivo per la salute delle madri, rafforzando le difese del seno nel lungo periodo.

La maternità, attraverso i processi di gravidanza e allattamento, si rivela un potente alleato nel rafforzare le difese naturali contro il tumore al seno. Questa nuova evidenza non solo conferma un legame già noto, ma ne chiarisce anche i meccanismi, aprendo la strada a un futuro di prevenzione oncologica più mirata e personalizzata.

Scritto da Staff

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