Antidolorifici, cancro ed effetti collaterali

Gli antidolorifici sono una componente essenziale nella terapia dei pazienti oncologici. Hanno molti effetti collaterali, che vengono affrontati così.

Gli effetti degli antidolorifici usati in caso di cancro non sono sempre del tutto evidenti. Il dott. Scott Fishman, esperto di antidolorifici e dolori da cancro, ha risposto a delle domande sui medicinali usati per alleviare i dolori da cancro e sui dolori stessi.

Effetti collaterali

La parte sgradevole degli effetti dei trattamenti contro al cancro, o meglio degli antidolorifici, è inevitabile. Ma possono essere tenuti sotto controllo. Tutti i narcotici hanno degli effetti collaterali ed è impossibile prevedere che tipo di effetto collaterale avrà il paziente.

Nausea e vomito, insonnia, prurito e respiro lento sono tutti possibili effetti collaterali. Alcuni pazienti si sentono stanchi dopo aver preso il metadone ma si sentono bene quando prendono la morfina. Altri invece percepiscono la sensazione opposta.

Stitichezza

Dato che non posso prevedere tutti gli effetti collaterali, l’unico che tutti i pazienti sviluppano è la stitichezza. Diversamente dagli altri effetti collaterali che spesso spariscono dopo un po’ di tempo, la costipazione rimane finché il paziente continua a prendere il medicinale.

La stitichezza è un effetto collaterale inevitabile. Se un paziente non presenta questo effetto, è possibile che io non gli stia fornendo la dose sufficiente. Sebbene risulti fastidiosa, si può controllare ed ogni paziente sottoposto a cura con oppioidi deve prendere anche dei lassativi.

La terapia del dolore

Alcune volte la parte più difficile nel controllare gli effetti collaterali dei pazienti risiede proprio nel fatto di far confessare ai pazienti cosa gli sta facendo del male. La cultura americana dello stoicismo e la mentalità dello “stringi i denti e tieni duro” portano molti pazienti ad evitare di parlare del loro dolore per paura di mostrarsi deboli. Una parte importante della terapia del dolore consiste nel fare domande al paziente riguardo le sue sensazioni.

Per esempio, un paziente curavo per una forma di cancro al polmone esitava nel prendere i suoi medicinali in quanto aveva dolore durante l’ingoio ma non voleva lamentarsi con la moglie. Il suo mal di gola era causato da un’infezione dovuta alla chemioterapia, così gli ho prescritto un medicinale antimiotico per risolvere il problema.

Un antidolorifico può anche non causare dolore. Perciò, raramente sottopongo i pazienti ad antidolorifici tramite iniezioni intramuscolari. Le iniezioni sono solitamente dolorose e ci sono quasi sempre altri metodi meno dolorosi che sono ugualmente diretti, come le infusioni endovenose, le infusioni sottopelle, supposte, o cerotti che rilasciano la medicina direttamente nel flusso sanguigno attraverso la pelle.

Alcune volte una forma di oppioide agisce molto meglio di altre. Recentemente ho trattato un paziente per il dolore da cancro con delle pastiglie di ossicodone. Non solo queste non calmavano il dolore, ma causavano numerosi effetti collaterali. Così ho cambiato ed ho optato per un cerotto che rilasciava attraverso la pelle un flusso costante di oppioide detto Fentanyl (il nome della marca è Duragesic). Il Fentanyl, un oppioide sintetico che è dalle 75 alle 125 volte più forte della morfina. È il narcotico più liposolubile, perciò si muove rapidamente attraverso la pelle fino ad arrivare al cervello.

Scritto da Chiara Villani

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