Il viaggio di Marco Cavallo, il celebre cavallo di legno azzurro simbolo della rivoluzione di Franco Basaglia, inizia oggi da Trieste con un obiettivo chiaro: portare alla luce le condizioni di vita all’interno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Italia. Questo viaggio non è solo un gesto simbolico, ma un’iniziativa che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà e le sofferenze vissute da molte persone in queste strutture. Con la guida di Peppe Dell’Acqua, presidente del Forum Salute Mentale, e Carla Ferrari Aggradi, coordinatrice del viaggio, il tour prevede tappe in diverse città italiane, ognuna delle quali sarà teatro di eventi pubblici e incontri di confronto.
La partenza è fissata per le 17 dal cinema Ariston, con una prima destinazione a Gradisca d’Isonzo, per poi proseguire verso Milano, Roma, Palazzo San Gervasio, Brindisi e Bari. Ogni tappa sarà un’opportunità per discutere le problematiche che affliggono i migranti, spesso privi di diritti e di una prospettiva futura. Durante il percorso, saranno consegnate lettere di sostegno a chi vive nei CPR, scritte da persone solidali con l’iniziativa, creando un legame tra il mondo esterno e le realtà chiuse di queste strutture.
Un viaggio di consapevolezza e solidarietà
Marco Cavallo non viaggia da solo. A fargli compagnia ci saranno bandiere realizzate con tessuti di scarto, simbolo di un’arte che si oppone allo spreco e celebra la creatività in risposta alla crisi. Questo gesto rappresenta non solo un atto di solidarietà, ma una denuncia contro le condizioni disumane che caratterizzano spesso i CPR. Dell’Acqua, durante la conferenza stampa, ha sottolineato come la sofferenza di chi vive in queste strutture sia spesso dimenticata. Le parole di chi vive questa realtà ci ricordano che, in molti casi, le persone sono ridotte a numeri, senza documenti e senza un futuro definito.
“La tortura che subiscono è inaccettabile,” ha detto Dell’Acqua. “Dobbiamo iniziare a parlarne e a far sentire le loro voci.” Le iniziative pubbliche programmate lungo il percorso hanno l’obiettivo di creare spazi di dialogo e riflessione, offrendo a tutti l’opportunità di comprendere la complessità delle esperienze migratorie. La documentazione del viaggio da parte del regista Giovanni Cioni contribuirà a raccontare queste storie, trasformando il percorso in un film che possa raggiungere un pubblico più ampio.
Il significato di Marco Cavallo nel contesto attuale
Il viaggio di Marco Cavallo si inserisce in un contesto più ampio di attivismo e lotta per i diritti umani. La figura del cavallo di legno non è solo un simbolo della salute mentale, ma anche un emblema di speranza e resistenza. In un’epoca in cui i diritti dei migranti sono spesso messi in discussione, iniziative come questa rappresentano un faro di luce per chi lotta ogni giorno per la propria dignità. Ogni tappa del viaggio non è solo un momento di raccolta di testimonianze, ma anche un’opportunità per costruire una rete di supporto e solidarietà tra comunità e individui.
In conclusione, il viaggio di Marco Cavallo è un potente richiamo all’azione, una chiamata a non dimenticare le vite e le storie di chi, in cerca di un futuro migliore, si trova intrappolato in un sistema che spesso ignora le loro sofferenze. La speranza è che, attraverso questo percorso, si possano accendere i riflettori su una questione fondamentale: il rispetto dei diritti umani deve essere al centro del dibattito pubblico.