Residuo fisso nell’acqua: cos’è e perchè fa male

Tutto quello che devi sapere sul residuo fisso nell'acqua: cos'è e perchè fa male

Il TDS, ovvero il “total dissolved solids” (TDS), o residuo fisso in italiano è un parametro che indica la quantità di solidi sciolti nell’acqua. Il residuo fisso è solitamente utilizzato per la classificazione delle acque minerali potabili.

Residuo fisso nell’acqua: cos’è e perchè fa male

Il residuo fisso è un parametro che valuta la presenza di sostanze chimiche (organiche e inorganiche) nell’acqua, sostanze i cui costituenti per essere ritenuti tali devono essere di misure più piccole di due micrometri. Alcuni residui fissi si differenziano perché solidi sospesi totali (TSS) in quanto la loro peculiarità è il restare sospesi in modo permanente, diversi dai solidi sedimentabili (SS) che non riescono a restare sospesi.
I componenti più comuni del residuo fisso sono: nitrato, calcio, fosfato, potassio e cloruro, ovvero la parte drenante del terreno.

Negli ultimi anni il residuo fisso è stato protagonista di molti team di ricercatori al fine di comprenderne gli affetti sulla salute umana. In verità non ci sono risultati tali da poter affermare che i residui influiscano sulla salute, a eccezione delle trovate di marketing delle aziende che producono acqua.

Per esempio, è comune la credenza che il residuo fisso possa provocare la formazione dei calcoli renali, una convinzione che però non è supportata da nessuno studio, anzi. Chiunque soffra di calcoli renali potrà confermare che la prima terapia in direzione guarigione prescritta sarà il bere almeno 5 litri di acqua al giorno, al fine di ottenere un effetto doccia per espellere il calcolo.

Anche la credenza che un acqua con basso residuo fisso sia più idonea ai neonati è priva di fondamenta scientifiche. I casi di compromissione renale da nutrizione sono esclusivamente legati alla scelta del latte somministrato. Il controllo della mineralizzazione dell’acqua non è richiesto neanche nei casi d’insufficienza renale.

Ci sono tante aziende che veicolano il messaggio che l’acqua con poco sodio possa in qualche modo agire sulla prevenzione della ritenzione idrica e agevolare l’espulsione delle scorie. Ma attenzione, sono solo trovate pubblicitarie, infatti non è la piccolissima quantità di sodio che si trova nell’acqua a pesare sul bilancio nutrizionale. Inoltre non è stato mai dimostrato che la presenza di sodio influisca sulla ritenzione idrica.

Un acqua che non possiede il giusto apporto di minerali per esempio, non potrà mai soddisfare il fabbisogno in una persona che svolge attività fisica.

L’acqua minerale potabile è stata depurata dalle sostanze inquinanti e dannose per la salute che non sono certo i minerali. Le parti inquinanti che finiscono nell’acqua non depurata di solito provengono dal deflusso agricolo (pesticidi) e residenziale o dagli scarichi di agenti inquinanti degli impianti industriali.

Scritto da Chiara Cichero

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