Scopri come le apnee notturne possono provocare dolore cronico

Le apnee notturne: una causa sottovalutata del dolore cronico.

Chi affronta problematiche come il disordine temporomandibolare, la fibromialgia o altre forme di dolore persistente potrebbe non considerare un fattore spesso trascurato: le apnee notturne. Questo articolo analizza come queste interruzioni respiratorie notturne possano influenzare tali condizioni e offre indicazioni su cosa discutere con il medico.

Riconoscere i sintomi delle apnee notturne

Per identificare la presenza di apnee notturne, è fondamentale prestare attenzione ai disturbi avvertiti sia durante il giorno che la notte. Un segnale indicativo è il risveglio frequente durante il sonno o la sensazione di non aver riposato adeguatamente. I microrisvegli che si verificano nel corso della notte possono risultare impercettibili, ma contribuiscono in modo significativo a una frammentazione del sonno, che può condurre a una notevole stanchezza diurna.

Effetti collaterali delle apnee notturne

Le apnee notturne non solo disturbano il sonno, ma possono avere effetti significativi sulla salute generale. Diversi studi hanno evidenziato che la loro presenza è correlata a un aumento del rischio di ictus, malattie cardiache e declino cognitivo. È fondamentale che chiunque sospetti di soffrire di apnee notturne si rivolga a un professionista sanitario per una valutazione approfondita.

Il legame tra apnee notturne e dolore cronico

Le apnee notturne possono amplificare la percezione del dolore. La mancanza di sonno di qualità e i frequenti risvegli notturni abbassano la soglia del dolore, aumentando la sensibilità a condizioni già esistenti come la fibromialgia e il mal di schiena. Inoltre, l’ipossia, ossia la riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, innesca una risposta infiammatoria, incrementando la tensione muscolare e la sensibilità al dolore.

Statistiche allarmanti

Ricerche condotte in Italia stimano che circa 12 milioni di persone soffrano di apnee notturne di media gravità, ma solo il 4% di questi riceve una diagnosi. Tra i pazienti con apnee notturne non trattate, una percentuale significativa sviluppa sintomi di disordini temporomandibolari. Questo crea un ciclo vizioso in cui il dolore e la mancanza di sonno si alimentano a vicenda.

Strategie di diagnosi e trattamento

La diagnosi di apnee notturne può iniziare con un semplice screening. Il test STOP-BANG, composto da otto domande a cui rispondere con sì o no, si rivela uno strumento utile per individuare i pazienti a rischio. Se il punteggio totale è superiore a 3, si consiglia di procedere con una polisonnografia, un esame che analizza i pattern del sonno e le interruzioni respiratorie.

Opzioni terapeutiche

Una volta diagnosticato il problema, le opzioni di trattamento variano in base alla gravità. La CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) rappresenta frequentemente la prima scelta per i casi più gravi, poiché contribuisce a mantenere le vie aeree aperte durante il sonno. Tuttavia, non tutti i pazienti riescono a tollerare questa terapia. In alternativa, per coloro che non possono utilizzare la CPAP, sono disponibili dispositivi come i bite mandibolari, che aiutano a mantenere la mandibola in una posizione favorevole per prevenire le ostruzioni delle vie respiratorie.

È fondamentale che chiunque sospetti di avere apnee notturne consulti uno specialista per un’analisi approfondita. Solo attraverso una diagnosi accurata e un trattamento adeguato è possibile migliorare significativamente la qualità della vita e alleviare il dolore cronico.

Scritto da Staff

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