Argomenti trattati
Il corpo umano è un sistema complesso, in grado di adattarsi a diverse situazioni energetiche. In caso di carenza di glucosio, principale fonte di energia, l’organismo attiva un meccanismo alternativo: la produzione di corpi chetonici. Queste molecole diventano fondamentali per il metabolismo, poiché consentono di trasformare i grassi in energia. Tuttavia, la loro presenza può essere indicativa sia di un normale funzionamento fisiologico che di situazioni potenzialmente rischiose per la salute.
Che cosa sono i corpi chetonici?
I corpi chetonici sono sostanze chimiche prodotte dal fegato in risposta a una carenza di zuccheri. Quando il “serbatoio” di glucosio si esaurisce, il metabolismo inizia a bruciare i grassi, generando queste piccole molecole energetiche.
Dieta chetogenica e produzione di corpi chetonici
La dottoressa Serena Castronovo, esperta in nutrizione, evidenzia che la produzione di corpi chetonici è fondamentale per la dieta chetogenica, la quale ha come obiettivo principale lo stimolo del consumo di grassi. In specifiche situazioni, la generazione di corpi chetonici può risultare benefica, specialmente in contesti di regimi alimentari controllati.
Monitoraggio dei corpi chetonici
La presenza di corpi chetonici nell’organismo può essere monitorata tramite esami delle urine. Valori fino a circa 20 mg/dL sono generalmente considerati normali e possono manifestarsi dopo periodi di digiuno, intensa attività fisica o diete a basso contenuto di carboidrati. Tuttavia, un aumento della concentrazione oltre tale soglia richiede attenzione.
Valori critici e necessità di intervento
Se i valori si trovano tra 20 e 40 mg/dL, è fondamentale monitorare la situazione, poiché potrebbero indicare una leggera disidratazione o un deficit di carboidrati. Superare i 40 mg/dL può, invece, essere sintomo di condizioni più gravi come diabete, malnutrizione o problematiche epatiche, richiedendo una valutazione medica approfondita.
I rischi associati alla chetosi e alla chetoacidosi
Quando i corpi chetonici si accumulano in eccesso, può manifestarsi una condizione nota come chetosi, generalmente innocua e capace di stabilizzare i livelli di energia. Tuttavia, se evolve in chetoacidosi, si tratta di una situazione grave in grado di alterare il pH del sangue, causando potenziali crisi metaboliche.
Segnali d’allerta
La chetoacidosi può colpire soggetti con diabete di tipo 1 non controllato, bambini in condizioni di febbre o vomito prolungato e persone che praticano digiuni estremi. I sintomi includono confusione, nausea, vomito e un alito che può assumere un odore fruttato. È fondamentale prestare attenzione a questi segnali e cercare assistenza medica immediata se si presentano.
Gestione dei valori di corpi chetonici
Quando i valori superano i 40 mg/dL, è necessario un intervento tempestivo. Non basta un singolo riscontro per fare una diagnosi certa; è importante ripetere l’esame e monitorare i sintomi complessivi. La dieta ha un ruolo cruciale in questo contesto, poiché coloro che seguono un regime chetogenico sono consapevoli della produzione di corpi chetonici e la monitorano attentamente.
Colesterolo e chetosi
Un mito diffuso sostiene che la chetosi porti automaticamente a una riduzione del colesterolo. Tuttavia, i risultati possono variare significativamente tra gli individui e sono influenzati da fattori quali la genetica e la qualità complessiva della dieta. Per mantenere il colesterolo sotto controllo, è fondamentale evitare un eccesso di grassi saturi e adottare un’alimentazione equilibrata, piuttosto che fare affidamento esclusivamente su diete estreme.



