Cardiopatia: esiste una relazione con la malattia renale?

La cardiopatia è un malattia diffusa, a prescindere dall'età. Scopriamo insieme la relazione che intercorre tra questa e la malattia renale.

Il termine cardiopatia rimanda, naturalmente, alle malattie che riguardano il cuore. Ma le implicazioni della patologia cardiaca si possono estendere anche ai reni.

Gli individui affetti da malattia renale, infatti, hanno più probabilità di sviluppare una malattia cardiaca. Quest’ultima purtroppo è più comune perfino negli individui con una tenue o moderata malattia renale rispetto a quelli della stessa età e genere senza patologia conclamata. Infatti la causa della morte negli individui con insufficienza renale è il più delle volte una malattia cardiaca.

I recenti studi sulla cardiopatia

D’altra parte, anomalie renali sono frequenti tra gli individui con cardiopatia e sono associate a un accresciuto rischio di morte a prescindere dall’età. Uno studio recente su individui affetti da insufficienza cardiaca ha riportato che la maggior parte dei pazienti avesse qualche grado di funzionalità anomala dei reni. Inoltre, i pazienti con disturbi renali presentavano un rischio di morte superiore del 50% rispetto ai pazienti con una normale funzionalità renale.

I fattori di rischio

Un altro studio recente ha identificato otto fattori distinti di rischio di morte tra le donne con cardiopatia. Tra questi, un’anomala funzionalità renale era la più comune, ed è stata associata al più grande aumentato rischio di morte. Gli autori dello studio hanno concluso che un’anomala funzione renale, anche qualora fosse tenue, fosse uno dei maggiori anticipatori di morte tra le donne con insufficienza cardiaca.

Elevata pressione sanguigna, aumentati livelli di creatinina nel siero e diabete sono tutti fattori che aumentano il rischio di morte sia per malattia cardiaca che per malattia renale. Scopriamoli più nel dettaglio.

La pressione sanguigna

L’elevata pressione sanguigna è ben nota come uno dei principali fattori di rischio di malattia cardiaca e renale. Un’elevata pressione sanguigna può provocare danni a piccoli vasi sanguigni nei reni ed è una causa frequente di danno ai reni e di malattia renale cronica. Il danno ai reni attiva i percorsi ormonali che causano un sovraccarico di liquidi peggiorando l’elevata pressione sanguigna e il danno ai reni.

La creatinina nel siero

I medici eseguono un test della creatinina nel siero sulla maggior parte dei pazienti con cardiopatia. I risultati di questo test, che misura la quantità di una molecola chimica chiamata creatinina nel sangue, dicono ai medici quanto correttamente i reni del paziente stanno funzionando. Se i livelli stanno aumentando, è un segnale rivelatore che i reni stanno fallendo. Un aumentato livello di creatinina nel siero è anche un fattore di rischio per la malattia cardiaca.

La cardiopatia causa l’insufficienza renale?

Come nella storia dell’uovo e della gallina, qualche volta è difficile dire che cosa sia venuto per primo quando si esaminano i sintomi della malattia renale e della malattia cardiaca. Entrambe le malattie hanno sintomi che potrebbero contribuire a un incrementato rischio per l’altra. Per esempio, un’elevata pressione sanguigna è un sintomo di malattia renale – ed è anche un fattore di rischio di malattia cardiaca. La stessa cosa è vera per anomali livelli del sangue delle molecole, inclusi gli elettroliti (come il sodio) e i grassi (come il colesterolo e i trigliceridi).

Dall’altra parte, forte pressione alta, eccesso di sodio e acqua nel sangue (sovraccarico di liquidi) e una riduzione nella funzionalità cardiaca sono sintomi di insufficienza cardiaca che sono anche fattori di rischio di malattia renale. Impareremo di più sul sovraccarico di liquidi nella prossima sezione.

Sovraccarico di liquidi

Il sovraccarico di liquidi è più comunemente causato dall’insufficienza cardiaca. Nel momento in cui il cuore si indebolisce, il flusso sanguigno che ritorna al cuore rallenta, ritorna nelle vene e causa la formazione di liquido nei tessuti. L’insufficienza cardiaca influisce anche sui reni, causando un’eliminazione meno efficiente di sodio e acqua. L’acqua accumulata aumenta la congestione di liquidi.

Il sovraccarico di liquidi può anche presentarsi come risultato della malattia renale. In aggiunta all’eliminazione dei prodotti di scarto del corpo, i reni giocano un ruolo nel mantenere un normale equilibrio tra sodio e liquido. L’equilibrio non viene più mantenuto quando i reni sono danneggiati, e il sodio e l’acqua cominciano ad accumularsi, causando sovraccarico di liquidi.

Possibili soluzioni

Quando i pazienti hanno qualche, ma non troppo, eccesso di liquido nel loro sangue, si può qualche volta rimediare alla situazione limitando la quantità di sale nella loro dieta. Farmaci orali (diuretici, o “pillole dell’acqua”) potrebbero a loro volta essere prescritti per prevenire il sovraccarico di liquidi. In ogni caso, quando c’è troppo eccesso di liquido, queste misure smettono di lavorare e alla fine molti individui con sovraccarico di liquidi necessitano di essere ricoverati in ospedale.

In ospedale, i medici potrebbero prescrivere medicine intravenose come diuretici d’ansa, farmaci vasodilatatori (che causano l’allargamento dei vasi sanguigni così che più sangue possa fluirvi attraverso) e farmaci inotropi (che stimolano il cuore a battere più vigorosamente). Questi tipi di terapie farmacologiche intravenose generalmente richiedono una permanenza in ospedale di circa sei giorni.

Quando i diuretici falliscono nell’alleviare l’eccesso di liquido, una procedura nota come ultrafiltrazione potrebbe essere utilizzata. In media, la terapia di ultrafiltrazione richiede un ricovero ospedaliero di circa tre o quattro giorni.

Scritto da Stefania Bosisio

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