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In prossimità della Giornata mondiale contro l’AIDS, il 1° dicembre, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha rilasciato i dati più recenti riguardanti l’HIV in Italia. Sebbene il numero di nuove diagnosi rimanga pressoché stabile rispetto all’anno precedente, si osserva un preoccupante aumento delle diagnosi tardive, dove molte persone scoprono di essere affette dal virus in fasi avanzate della malattia.
Il contesto attuale richiede un’attenzione rinnovata verso strategie di prevenzione e una maggiore diffusione di informazioni. Strumenti come le terapie long acting e la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) sono fondamentali per migliorare la situazione, ma necessitano di una maggiore accessibilità e informazione.
Panoramica sui dati dell’HIV in Italia
, il Centro Operativo AIDS dell’ISS ha registrato 2.379 nuove diagnosi di HIV, un numero che non segna un aumento significativo rispetto ai 2.507 casi del 2024. Ciò equivale a un’incidenza di 4 casi ogni 100.000 residenti, inferiore alla media europea occidentale di 5,9 casi.
Modalità di trasmissione e aree più colpite
La trasmissione del virus HIV avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, sia tra eterosessuali che tra maschi che fanno sesso con maschi (MSM), quasi la metà dei nuovi casi è attribuibile alla trasmissione eterosessuale, mentre poco più del 40% riguarda i MSM. Inoltre, una percentuale significativa di nuovi casi è legata all’uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva, dove il rischio è connesso alla condivisione di aghi.
Le province di Roma, Milano e Firenze continuano a mostrare le incidenze più elevate, evidenziando il ruolo delle grandi città nella diffusione del virus. Attualmente, si stima che in Italia ci siano circa 150.000 persone con HIV, con un intervallo che varia tra 130.000 e 170.000 casi.
Il problema delle diagnosi tardive
Una delle questioni più allarmanti riguarda la diagnosi tardiva. Circa due terzi degli eterosessuali e oltre metà degli MSM scoprono la loro infezione in uno stato avanzato, quando il sistema immunitario è già compromesso. La scarsa consapevolezza dell’infezione contribuisce significativamente a questo problema.
Strategie di prevenzione e accesso ai trattamenti
Per affrontare queste sfide, l’ISS sottolinea l’importanza di promuovere una cultura della prevenzione e dell’uso dei test, specialmente tra i giovani e le popolazioni vulnerabili. La PrEP, disponibile in Italia in due modalità, rappresenta un’opzione essenziale per la prevenzione dell’HIV e deve essere ulteriormente diffusa, anche al di fuori dei centri specialistici.
Inoltre, le nuove terapie antiretrovirali long acting stanno rivoluzionando la gestione dell’HIV. Attualmente, oltre il 95% dei pazienti in terapia riesce a raggiungere la soppressione virale, trasformando l’infezione in una condizione cronica non trasmissibile (U=U: non rilevabile = non trasmissibile).
Obiettivi futuri e necessità di cambiamento
L’Italia si trova ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’UNAIDS per il 2030, che comprendono l’azzeramento delle nuove infezioni e dei decessi causati dall’AIDS. Per centrare questi obiettivi, è fondamentale ampliare l’accesso alla PrEP, migliorare la diffusione di informazioni e garantire che più persone possano accedere a trattamenti efficaci.
La situazione attuale dell’HIV in Italia, sebbene sia sotto controllo, presenta delle criticità che richiedono un intervento deciso e un impegno collettivo per garantire un futuro senza nuove infezioni e per migliorare la qualità della vita delle persone affette da HIV.



