Influenze stagionali: in futuro potrebbero essere rischiose

L'abbassamento dei casi di influenza stagionale significa anche maggiore rischio per la nostra immunità in futuro.

Durante l’anno della pandemia da Covid-19 l’influenza sembra essersi dileguata, anche grazie all’utilizzo dei dispositivi protettivi adottati per ridurre i contagi. Ma a cosa stiamo andando incontro? Le influenze stagionali in futuro potrebbero trasformarsi in qualcosa di più grave. Perché?

Influenze stagionali: perché calano

Distanziamento fisico, utilizzo delle mascherine, lavaggio delle mani e vaccini antinfluenzali per la prevenzione hanno ridotto significativamente i numeri dei casi di influenza stagionale, spostando tutta la nostra attenzione sul Coronavirus. Nonostante questo possa sembrare un risultato positivo, alcuni esperti hanno individuato un fattore di rischio. Il calo delle influenze stagionali – raffreddore, altri “normali” coronavirus – potrebbe causarci dei problemi non indifferenti.

Rischi

In primis, si parla di immunità. Non essere stati esposti a questi comuni virus ci rende più vulnerabili e suscettibili durante la loro circolazione. Addirittura, spiega la studiosa Bansal, della Georgetown University di Washington, si potrebbero verificare dei focolai tra quelle persone che, non avendo acquisito l’immunità, contraggono i virus.

Altra scienziata, Baker, epidemiologa alla Princeton University, spiega che il momento più delicato si verificherà quando verrà fatto un passo indietro rispetto alle restrizioni per il Covid-19. Da quel momento potrebbe verificarsi un forte aumento delle infezioni da influenze stagionali, com’è successo in Australia.

Come sarà l’influenza in futuro?

La comunità scientifica non sa ancora rispondere a questa domanda. Non è ancora chiaro se le influenze stagionali in futuro potranno essere più aggressive e in quali ceppi saranno mutate. Prepararsi al loro arrivo, quindi, non è semplice. Questo poiché un numero così ridotto di casi non permette di effettuare un’analisi e mette a rischio anche lo studio sui nuovi vaccini antinfluenzali.

Il virologo Krammer ha considerato l’ipotesi per la quale questa bassissima diffusione dei virus influenzali potrebbe provocare la fine di alcuni ceppi: tuttavia, com’è noto, ceppi nuovi nascono continuamente, quindi non è possibile fare dei pronostici.

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