La chimica dell'amore, tra afrodisiaci e tradimenti

San Valentino finisce sotto la lente degli scienziati. Come per ogni festa dell’anno la scienza prova a sviscerarne i segreti per scoprire cosa ci piace e cosa no e come la vive il nostro organismo, soprattutto a livello cerebrale. L’intento è buono: scoprire come potremmo minimizzare gli effetti stressanti che ogni festa porta con sé e godere al meglio degli effetti benefici. Tuttavia, trattandosi di festa dell’amore per antonomasia, l’idea di vivisezionarne col freddo bisturi della scienza emozioni e sentimenti un po’ di romanticismo lo toglie e qualcuno non gradisce.

Ma i consigli derivanti da queste “autopsie del sentimento” ci arrivano lo stesso e quindi ascoltiamoli, liberi di crederci oppure no.

AMORE E TRADIMENTO. La prima regola per festeggiare alla grande San Valentino, secondo gli scienziati sarebbe quella di imparare qualche nozione di chimica. Infatti, l’amore sembra ridursi tutto a una formula chimica in cui entrano ormoni e neurotrasmettitori dai nomi impossibili ma dagli effetti travolgenti. “Che si tratti di un compagno fedele, della donna della vita o semplicemente dell’avventura di una notte, è tutta una questione di chimica. Buone dosi di testosterone indicano che siamo davanti ad una forte attrazione e passione travolgenti. La vasopressina indica la via per il compagno fedele. La donna per la vita è invece dotata di alti valori di ossitocina“. A regalarci questa formula dell’amore sono gli esperti del Consiglio nazionale dei chimici.
Da anni la ricerca scientifica ha evidenziato come i meccanismi dei sentimenti siano strettamente legati alla presenza/assenza di alcune sostanze chimiche nel corpo. Insomma, tutta la filiera dell’amore è governata dalla chimica. Si inizia dai colpi di fulmine, associati sempre ad alte quantità di ormoni in circolo. I ferormoni sono responsabili dell’attrazione, e la produzione di testosterone nell’uomo è legata alla passione erotica“, spiegano i chimici in una nota.
Ma anche l’amore romantico è soggetto alle leggi della chimica. L’innamoramento, infatti, è correlato agli effetti della feniletilamina (PEA) e alla produzione elevata di dopamina e norepinefrina (e a una bassa attività di serotonina nel cervello). Questa fase iniziale è caratterizzata in modo particolare da sensazioni, sessuali ed emotive, molto intense. Si va dal forte attaccamento che si prova per l’altra persona alla necessità di sentirla e vederla spesso. Tutto questo dipenderebbe proprio dalla feniletilamina, una molecola in grado di dare effetti simili a quelli delle anfetamenine e che rilascia la dopamina. È quindi merito o colpa di questo neurotrasmettitore se i due innamorati vogliono stare sempre insieme.
Questa fase, però, secondo gli esperti non dura per sempre. Pochi mesi, i fatidici 7 anni o tutta la vita, ed ecco che gli effetti si attenuano ed è tempo di passare al rapporto affettivo stabile, o all’esaurimento della storia. Ma anche dopo tanti anni la chimica può venire in aiuto e ricreare quei momenti di ardore e passione che si credevano perduti per sempre. Con le dovute precauzioni e solo sotto stretto controllo medico, l’uso della ‘pillola blu’, o di altri principi attivi con la stessa funzione, può aiutare i momenti di intimità che con il tempo tendono a svanire.
Nel rapporto affettivo a lungo termine – dice Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei chimici – è ormai assodato l’importante ruolo svolto dalla chimica. Per esempio, nelle donne è l’ossitocina a favorire l’attaccamento al proprio partner, o se si vuole la ‘fedeltà’, mentre nell’uomo è la vasopressina a svolgere un ruolo di sereno appagamento. Possiamo quindi dire che gli uomini con livelli bassi di vasopressina sono più predisposti al tradimento“.
Se invece si ha accanto un uomo con livelli alti di vasopressina, allora si sta vivendo la fase dell’amore romantico. Si può discutere se le molecole siano la causa, i trasmettitori o solo un effetto dei moti dell’anima. Certo è – dice l’esperto – che siamo davanti ad un indizio preciso di cosa sta accadendo o potrebbe accadere. Il fatto che la chimica sia così importante in tutti gli aspetti della nostra vita, compresi quelli più intimi e personali come l’amore e la fedeltà – conclude Zingales – non deve stupirci né disorientarci. La natura non ha paura della chimica, ma la usa sapientemente. Noi dobbiamo imparare a fare altrettanto, perché non c’è vita senza chimica e la qualità della vita dipende dalla chimica stessa“. Allora, se le coccole e le carezze possono indurre nelle donne un aumento del livello di ossitocina, forse gli uomini farebbero bene a ricordarsene. Le donne dovrebbero invece imparare a tenere sotto controllo il livello di vasopressina, che sembra inibisca il tradimento.

No so voi, ma l’idea di passare serate romantiche a punzecchiare la mia metà per sapere se e quanto mi ama, non mi ispira per niente. Se devo sentirmi scema, preferisco ancora sfogliare la classica margherita.

AFRODISIACI. Ma gli scienziati insistono e così si passa dalla chimica dell’amore (e del tradimento) a quella degli afrodisiaci che sulla famigerata formula potrebbero influire in meglio.

A onor del vero, bisogna dire che sugli afrodisiaci la scienza non deve nemmeno forzare troppo la mano. L’uomo, infatti, è da sempre convinto che esistano cibi e sostanze capaci di accendere la passione e su questo ci ha costruito un business spesso al limite della legalità infischiandosene di eventuali fondamenti chimici che ci stanno dietro.
D’altra parte, se il mercato cresce è perché l’esercito di chi ci crede è sempre più ampio. E non dovrebbe essere una grande rivelazione il fatto che sotto sotto ognuno ha la sua personale ricetta per accendere la passione nel suo partner.
L’amore, insomma, va preso per la gola e in questo senso il sondaggio lanciato da www.melarossa.it è esemplare. Da quanto emerso dopo aver chiesto ai utenti di votare la ricetta più sexy della tradizione culinaria tra una rosa di piatti rappresentativi dell’Italia del Nord, del Centro e del Sud si scopre che per il giorno di San Valentino gli innamorati dello stivale scelgono di corteggiare l’anima gemella con un menù romantico e tipicamente nostrano in cui trionfano cioccolato, zafferano e peperoncino. Ma a svettare tra tutti è il cannolo siciliano con pistacchi, cedro e cioccolato fondente che è risultata la scelta preferita per sollecitare i sensi del partner.

I risultati sembrano confermare il connubio vincente tra gola e seduzione, e così quasi un italiano su quattro ha scelto nel proprio menù di San Valentino il cannolo siciliano. Seguono, con circa il 13% dei votanti, due piatti simbolo della tradizione culinaria italiana: a sorpresa i bucatini all’amatriciana, e il cacciucco alla livornese, con crostacei, prezzemolo, aglio e peperoncino, seguiti di misura dagli spaghetti alla norcina, naturalmente a base di tartufo nero. Secondo dolce in classifica (7,5%) i napoletani sciù al cioccolato.
Nel nord il menù di San Valentino dovrà prevedere il risotto alla milanese (il 7,5% dei votanti crede nel potere altamente afrodisiaco dello zafferano) e il brasato al barolo. Seguono il capriolo in salsa di mirtilli e bacche di ginepro, e i tortellini alla zucca, con noce moscata e mostarda mantovana. Chiudono la classifica dei piatti afrodisiaci il gulash triestino, le lumache in porchetta e le alici marinate.

A queste credenze popolari si aggiunge la voce della scienza che ogni tanto si diletta a mettere o togliere ingredienti nel menù che accende la passione. I dati emersi da ricerche scientifiche sulle proprietà di alcuni alimenti, anche insospettabili, come lo stoccafisso, il sedano e il melograno rivelano che è riduttivo puntare solo su cioccolato, peperoncino e caffè quando si potrebbe cominciare a sedurre a tavola servendo i ‘cibi dell’amore‘ fin dall’antipasto.

A giurare sul potere ‘afrodisiaco’ o il ‘potenziale chimico’ di alcuni alimenti è il nutrizionista Andrea Poli, della Nutrition Foundation Italy che, fra i ‘classici’, conferma il ruolo chiave del cioccolato: specie il fondente con un’alta percentuale di cacao “è afrodisiaco e ad alto potenziale chimico – assicura l’esperto – perché è ricco di feniletilamina, un blando eccitante in grado di stimolare alcune catene nervose del nostro cervello, e di polifenoli antiossidanti che prolungano l’attività del nitrossido, una sostanza gassosa responsabile dell’erezione maschile“. Ma anche del peperoncino che è utile per accendere la passione perché “Contiene composti in grado di contribuire alla funzione erettile maschile. L’efficacia di queste sostanze dipenderebbe dalla loro capacità di stimolare la produzione, da parte dell’organismo umano, di una piccola proteina, denominata Vip, che facilita la dilatazione dei vasi sanguigni, e quindi il riempimento dei corpi cavernosi“.
Promuove anche caffè e guaranà sono considerati afrodisiaci per il loro contenuto di caffeina, forse il più noto tra gli stimolanti cerebrali naturali. Ma fra gli alleati insospettabili della passione aggiunge pure lo stoccafisso: alcuni studi recenti proverebbero che il merluzzo, da cui deriva lo stoccafisso, può ‘aiutare’ l’amore. “Infatti – precisa il nutrizionista – è ricchissimo di arginina, una sostanza naturale che migliora le proprietà erettili dell’uomo, perché contribuisce a dilatare i vasi sanguigni e quindi facilita il riempimento dei corpi cavernosi. Dall’arginina deriva infatti il nitrossido, che è la sostanza responsabile di questi effetti. Il merluzzo contiene circa 1,8 grammi di arginina per 100 grammi e, grazie alla tecnica di essiccazione del merluzzo, da cui si ottiene lo stoccafisso (il baccalà viene ottenuto con il processo di salatura), la carne di questo pesce conserva intatta non solo la sua ricca risorsa di arginina, ma anche le altre proprietà benefiche del merluzzo appena pescato, ancor più che se il pesce venisse congelato“.
Finocchio e anice sono invece afrodisiaci ‘per lei’ perché contengono anetolo, una sostanza ad azione simile (sebbene in modo molto blando) a quella degli ormoni sessuali femminili, che controllano l’eccitazione e il piacere della donna. E ancora, il sedano: “Nell’antichità – ricorda Poli – si riteneva che fosse afrodisiaco, proprietà che anche la scienza moderna ha in un certo modo confermato, grazie alla presenza della vitamina E e della sua azione ‘rivitalizzante’“.
C’è poi il tartufo che contiene sostanze complesse simili per struttura chimica agli ormoni sessuali, caratterizzate da un odore molto ‘incisivo’. “Spesso sottovalutiamo l’importanza degli odori nell’accendere la scintilla del piacere – nota il nutrizionista – invece sono in parte responsabili dell’attrazione a pelle che scatta tra le persone“. E, infine, l’immancabile il melograno il cui succo dei semi, soprattutto appena schiacciati, “ha un altissimo contenuto in antiossidanti, che prolungano l’attività del nitrossido, amplificandone gli effetti sulla funzione erettile maschile“.

Ma si tratta davvero di piatti afrodisiaci? Esiste davvero un legame tra lo stimolo sessuale e il cibo? Secondo altri scienziati no. E, infatti, in netto contrasto con la convinzione popolare emersa dalla ricerca e gli studi scientifici analizzati da Poli, Gianni Pastore, dell’Istituto ricerca alimenti e nutrizione (Inran) sostiene che “Il piatto afrodisiaco non esiste, è solo il fattore psicologico quello che conta e la situazione nella quale viene consumato – spiega – oltretutto, i piatti scelti sono troppo pesanti e sconsigliati, soprattutto se dopo la cena è previsto un seguito“.

Dunque, anche se il cibo e l’atmosfera sono grandi alleati della seduzione, a tutti gli innamorati si consiglia di puntare su piatti più leggeri. Le statistiche aggiornate del sondaggio (si può ancora votare online) sono consultabili sul sito www.melarossa.it, realizzato con la supervisione scientifica della Società italiana di scienza dell’alimentazione.
Il sito, completamente gratuito, è in grado di elaborare diete con un database di 435 diverse diete settimanali, per un totale di 3.045 menù giornalieri, sulla base delle indicazioni fornite dai Larn (Livelli di assunzione raccomandata di energia e nutrienti per la popolazione italiana, prodotto dall’Istituto nazionale di ricerca su alimenti e nutrizione in collaborazione con la Società di nutrizione umana), dando quindi anche un’adeguata rilevanza alla qualità degli acidi grassi (limitando l’apporto di acidi grassi saturi) e del rapporto tra proteine animali e vegetali.

Dopo i consigli dei chimici, nel prossimo post dello “Speciale San Valentino 2011” vedremo i consigli degli psicologi per affrontare al meglio i primi amorosi e la vita di coppia.

Fonte: Adnkronos Salute

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