“Oggi mi sconnetto”: il sogno e l’incubo dei tecno-stressati

Riuscireste a stare un giorno a computer spento?

Se la risposta è no probabilmente siete dei tecno-dipendenti e non raccontatevi che lo fate solo per lavoro.
Lavorare in un'Azienda Ict, essere professionisti della rete, giornalisti always on, operatori web o comunque lavoratori sempre incollati al pc vuol dire essere insidiati dal tecnostress e non è detto che, a lavoro finito, "sconnettersi" sia semplice.

Ansia e tensioni sono in agguato come in una vera e propria dipendenza, e non solo da computer: fra i lavoratori hi-tech dilagano anche le dipendenze da cellulari, I-phone, e Internet.

Ma c'è chi pensa di aver trovato una soluzione.

Netdipendenza onlus lancia infatti la prima Giornata nazionale senza schermi a portata di mano, "per staccare la spina dalla valanga d'informazioni che ogni giorno ci bombardano attraverso computer, cellulari, televisori e gadget digitali".

Data prevista per il blackout tecnologico: il 21 marzo 2009. Purtroppo o per fortuna – dipende da che tipo di tecno stressati siete – manca ancora molto, ma se la primavera è lontana, la presentazione ufficiale dell'iniziativa, avverrà oggi 3 dicembre al Business Broadband Forum, la grande kermesse dell'innovazione tecnologica che si sta svolgendo a Roma di cui vi ho parlato nel post precedente.
In questa occasione Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus e promotore dell'iniziativa, illustrerà il progetto "Oggi mi sconnetto" in una talk show room a cui partecipano Michele Ficara Manganelli, presidente di Assodigitale (che ha aderito all'iniziativa), la psicologa Renata Taddei, esperta di videodipendenze, e  la danzaterapeuta Nicla Jane Giorgi, che ha ideato un metodo con il quale aiuta i tecnostressati a recuperare il benessere psicofisico attraverso l'attività fisica.

"Stiamo raccogliendo adesioni di aziende, associazioni di categoria, utenti web  per trascorrere in primavera una giornata lontano dagli schermi e in difesa della nostra salute" ha spiegato Di Frenna all'Adnkronos Salute, fonte della notizia. "Quando le informazioni sono troppe noi siamo stanchi, tecnostressati, assonnati, deconcentrati. Invitiamo gli info-lavoratori a non subire questa condizione, ma a scegliere il momento in cui sconnettersi dai mezzi di comunicazione e dedicarsi ad attività ricreative".

Cominciano a tremarvi le gambe, dite la verità. Vi vedo già in ginocchio davanti al vostro fido pc, giurandogli fedeltà eterna e promettendogli che ma e poi mai aderirete all'iniziativa. Lo so perché l'ho appena fatto anche io.
Ebbene sì, lo ammetto: sono una tecno-dipendente e se mi salta il collegamento mi saltano i nervi. Ma non sono stressata: finché sono connessa sto benissimo!!!

Comunque se fate parte della schiera di chi vorrebbe essere sconnesso almeno per un giorno, raccontandovi e raccontando e al vostro pc che "ve lo ha ordinato il dottore", ma pensate di non esserne capaci, Netdipendenza onlus ha pubblicato sul proprio sito un vademecum per resistere alla tentazione di "attaccare la spina" il 21 marzo 2009.

Se poi vi è rimasta, nonostante tutto, un briciolo di creatività e avete suggerimenti idee o consigli da dare contro il tecnostress, potete inviarli a Runfortecnostress Network, nella sezione blog, attraverso un video o un racconto. Le migliori idee saranno votate dai 200 membri del social media per l'assegnazione di un premio, ma non aspettatevi un pc o il cellulare di ultima generazione: in palio ci sono "solo" massaggi rilassanti messi a disposizioni di associazioni olistiche e un week end benessere in un centro wellness di Bracciano, alle porte di Roma.

No-ooo! Non lo potete portare il computer! Se vincete lo dovete lasciare a casa!

Più che un premio mi sembra una punizione.
Stavolta con Ficara Manganelli ed Enzo Di Frenna non mi trovo d'accordo. Infatti, come ha spiegato lui stesso,"Assodigitale considera il tecnostress un rischio per l'impresa moderna l'esposizione costante ai flussi informativi, tipici di internet, possono mettere a dura prova la nostra stabilità emotiva e psicologica. Dunque è necessario sostenere la prevenzione e difendere il manager dal sovraccarico informativo che, provocando ansia da iperconnessione, altera la capacità produttiva dell'impresa digitale". Ha persino annunciato di voler dare il buon esempio: "il 21 marzo – promette – spegnerò i miei nove schermi, compreso il blackberry".

Io non ho l'ansia da iperconnessione … a me viene se me la togli! Sono già una tortura i weekend e i festivi per i pochi blog e siti che vengono aggiornati e il crollo nel numero di  newsletter che mi riempiono le due caselle di posta: ci manca solo che mi vada a inventare un giorno di silenzio "informatico e informativo"!

No, no! Toglietemi tutto, ma non il mio internet.

Però, visto che sono un tipo curioso e aperta a ogni nuova informazione compreso un eventuale buon motivo per staccare la spina il 21 marzo, seguirò lo stesso l'incontro del mattino (ore 11,00) con il tecnostress da facebook e del pomeriggio con la presentazione vera e propria della Giornata a schermi spenti. Naturalmente in streaming video!

Fonte: Adnkronos Salute

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