Ronaldo raccontane un'altra!

Alla fine ha detto basta. Dopo una lunga e tormentata carriera Ronaldo ha dato l’addio, in lacrime, al calcio che pure tanti successi gli ha regalato.

Non ce la faccio più“, ha spiegato in una commuovente conferenza stampa che da San Paolo ha subito fatto il giro del mondo. “Il calcio mi ha dato tutto. Ho vissuto momenti splendidi, meravigliosi, con grandi vittorie e dolorose sconfitte. Sono stati anni di successi, gioie, sacrifici e anche delusioni, ma ho costruito tante amicizie e conosciuto persone indimenticabili che resteranno per sempre nel mio cuore, come tutti i tifosi che mi hanno sempre amato“, ha proseguito il Fenomeno con voce tremante e visibilmente scosso. “Voglio ringraziare tutti i miei ex compagni, tutti i miei allenatori ed esprimere gratitudine a tutti i club per cui ho giocato e con cui ho vinto tanto, ma dopo aver riflettuto tanto negli ultimi giorni ho capito che non posso più andare avanti“.
Infatti, nonostante la sua stanchezza fosse presente e nota da tempo, aveva deciso di continuare almeno un altro anno perché aveva ancora qualche soddisfazione da togliersi. I tanti infortuni, l’età avanzata e la costante lotta con la bilancia hanno spinto infatti Ronaldo a dire basta, ma la motivazione principale per cui questo avviene ora così, all’improvviso è stata la consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere l’ultimo traguardo di una gloriosa carriera coronata con la conquista di due titoli mondiali e dal record di gol segnati nella rassegna iridata. “Dopo l’eliminazione nei preliminari di Coppa Libertadores ho passato giorni infernali, in cui ho pianto a dirotto, perché il mio ultimo desiderio era conquistare un trofeo che mi è mancato, e avrei voluto dare questa gioia ai tifosi. Per questo chiedo scusa a tutti per quest’insuccesso, di cui mi prendo la mia parte di responsabilità così come ho sempre fatto“.

Non vorrei essere proprio io a rovinare questo momento di sofferenza comprensibile in un’atleta che dà l’addio all’attività. Amando in modo particolare quella branca della psicologia che si occupa dello studio della mente degli sportivi non posso non sapere che quando Ronaldo dice “Mi sembra di morire” è sincero e senza esagerazioni. Tuttavia, non posso nemmeno trascurare il fatto che qualcosa non mi torna nel suo discorso d’addio. In particolare quando fa riferimento a quel “peso così difficile da controllare“, che gli è valso “numerose critiche negli ultimi due anni“.

Pur riconoscendo i propri limiti, Ronaldo si è voluto togliere un sassolino dalle scarpe, puntando il dito contro i suoi detrattori e rivelando le ragioni nascoste dietro ai suoi problemi di sovrappeso. “Quattro anni fa, quando ero al Milan, ho scoperto di soffrire di ipotiroidismo, un disturbo che rallenta il metabolismo e che avrei potuto combattere solo assumendo farmaci che sono proibiti dalle norme antidoping. Ma questo la gente non lo sapeva, e molti hanno parlato a sproposito mettendo in dubbio la mia professionalità. Ad ogni modo, oggi voglio solo ringraziare tutti quelli che mi hanno amato e hanno creduto in me, ricordando le immense gioie e le innumerevoli soddisfazioni che ci siamo tolti insieme“, ha concluso il Fenomeno prima di ricevere in omaggio dal presidente del Corinthians André Sanchés una maglia numero 9 con la scritta “Fenomeno per sempre“.

Ora, è vero che l’ipotiroidismo rallenta il metabolismo e porta all’incremento di peso. Ma una volta scoperto il problema, la terapia con tiroxina (eutirox) nella dose sufficiente a colmare la quantità di ormone non più prodotto naturalmente dall’organismo, riequilibra la situazione, riportando il metabolismo alla sua capacità normale e risolvendo anche tutti gli altri sintomi. Lui dice che non poteva assumerli perché sarebbe finito nelle maglie dell’antidoping. Ma è una spiegazione che non sta in piedi. Intanto, dal punto di vista medico è eticamente scorretto non curare una persona che si sa essere malata e per cui esiste una terapia efficace. Certo, poi alla fine è il paziente che deve decidere se fare la terapia che gli viene proposta oppure no, una volta messo al corrente dei rischi e dei benefici che questa comporta. Nel caso di Ronaldo, ormai arrivato agli ultimi anni di carriera, si poteva anche pensare di rinviarne l’inizio a dopo il ritiro. Ma visto che i sintomi della malattia lo ostacolavano comunque nella sua attività d’atleta e le alternative c’erano, non vedo perché rimandare.

La WADA, l’organismo internazionale che si occupa della lotta al doping sportivo non è così cinica e irresponsabile da mettere gli atleti che si ammalano nella condizione di dover scegliere tra l’abbandono della carriera per curarsi o la continuazione rinunciando alle cure. Tanto è vero che proprio perché sa che “gli atleti come tutte le persone normali possono ammalarsi e aver bisogno di cure e terapie” ha istituito una commissione apposita, il Therapeutic Use Exemption Committees (ISTUECs), il cui compito è valutare i casi di atleti che hanno una malattia per il cui trattamento si rende necessaria la somministrazione di farmaci inseriti nella lista di sostanze proibite. Se dopo le opportune verifiche la stabilisce che effettivamente c’è questa necessità e non ci sono altre alternative al farmaco proibito, concede una deroga all’atleta che gli consente di continuare la carriera a patto di restare nei limiti di dosaggio e modalità di somministrazione necessari. Ovvio che tutto questo verrà monitorato e rivalutato nel tempo e se si sgarra si incorre in tutte le conseguenze di chi assume sostanze proibite, ma tutto sommato il caso di Ronaldo era anche abbastanza semplice: ha una carenza di un ormone che gli causa determinati sintomi, quale che sia la causa di questa carenza, basta somministrare quest’ormone dall’esterno con una compressa quel tanto che basta a riportare i suoi livelli ormonali nella norma per veder scomparire i sintomi. Viceversa, eccedere con il dosaggio di ormone esogeno porterebbe in una condizione di ipertiroidismo che ha altri sintomi, per nulla piacevoli e altrettanto fastidiosi soprattutto per chi vuole fare sport ad alti livelli.

Alla fine io credo che i medici del Milan non abbiano rilevato una condizione di ipotiroidismo, o non tale da necessitare una terapia sostitutiva con tiroxina esogena, altrimenti sarebbero stati i primi a contattare la per fargli valutare l’eventualità di concedere una deroga a Ronaldo. Magari sarò un po’ prevenuta perché quando sento qualcuno che esordisce dicendo: “sono grasso perché ho l’ipotiroidismo”, sento puzza di scusa deresponsabilizzante. È vero che ci sono diverse patologie che portano al sovrappeso e all’obesità sia direttamente che indirettamente per le terapie che comportano. Ma non si tratta che di una minima percentuale rispetto al grosso gruppo di pazienti che sono in sovrappeso o obesi perché il loro introito calorico supera il consumo energetico. Se ciò non esclude che Ronaldo potesse davvero rientrare in questo esiguo numero di casi, resta il fatto che la sua malattia si poteva curare, facendo  scomparire tanto la tendenza al sovrappeso quanto la depressione e, soprattutto, senza violare le ferree regole dell’anti-doping.

Insomma Ronaldo raccontane un’altra, perché questa spiegazione sul sovrappeso fa acqua da tutte le parti.

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