Salumi in gravidanza: quali evitare per non contrarre la toxoplasmosi

E’ possibile mangiare salumi in gravidanza? Scopriamo quali bisogna evitare per non contrarre la toxoplasmosi.

Corro dei rischi se mangio affettati quando sono incinta? Tra le domande più comuni tra le future mamme c’è quella di chiedersi se si possono mangiare salumi. Ecco quali evitare per non contrarre la toxoplasmosi.

Salumi in gravidanza: quali evitare per non contrarre la toxoplasmosi

In gravidanza quali salumi si devono evitare? Sebbene questi alimenti siano ricchi di proteine, il loro consumo eccessivo può comportare il rischio di toxoplasmosi in gravidanza e non solo.

Esistono tuttavia alcune tipologie di affettati il cui consumo moderato è consentito anche durante i mesi della gravidanza, come riportano le indicazioni di alcune società scientifiche.

Durante la gestazione sono consentiti tutti i salumi che subiscono un processo di cottura ad alte temperature, ovvero almeno sopra i 60-70 gradi, ma, in caso si avessero dubbi, è in ogni caso importante affidarsi al professionista che prende in carico la gravidanza e che tiene conto delle caratteristiche specifiche della persona e del caso clinico.

Le raccomandazioni della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia in merito sono chiare: in gravidanza si possono mangiare solo alcune tipologie di salumi e con moderazione, in quanto stiamo parlando di alimenti ricchi di grassi. La frequenza consigliata per il consumo degli affettati cotti non dovrebbe essere maggiore di una volta a settimana e i salumi consentiti in gravidanza sono esclusivamente:

  • prosciutto cotto
  • fesa di tacchino
  • mortadella

Tutti gli altri tipi di salumi vanno evitati per via del rischio di toxoplasmosi, listeriosi salmonella ed escherichia colii, e a causa dell’elevato contenuto in nitrati e nitriti utilizzati per la loro conservazione.

Anche quando si decide di consumare gli affettati consentiti è comunque importante prestare attenzione alla cross-contaminazione (il passaggio delle infezioni dovuto alla manipolazione dei cibi nello stesso banco alimentare).

Per questa ragione è meglio evitare di comprare gli affettati al banco gastronomia e acquistare invece le vaschette preconfezionate di produzione industriale, o in alternativa da un venditore di fiducia che prima di affettare e confezionare i prodotti avrà eseguito la pulizia specifica dei guanti, del piano di lavoro, dei coltelli e dei macchinari.

Nel caso di affettati cotti è comunque meglio che il loro consumo avvenga entro pochi giorni dall’acquisto.

Salumi e gravidanza: quali evitare?

Il Ministero della Salute ha prodotto un elenco di alimenti non sicuri in gravidanza, tra cui alcuni tipi di salumi. I salumi e le salsicce fresche vanno consumate solo dopo un’accurata cottura (deve scomparire il colore rosato all’interno) poiché la stagionatura molto breve rende questi alimenti rischiosi quanto la carne cruda.

Purtroppo non esiste un modo per riconoscere gli alimenti contaminati da microrganismi patogeni poiché questi ultimi non presentano modificazioni sostanziali del prodotto (nel colore, nel sapore o nell’odore). Considerate queste raccomandazioni, i salumi vietati in gravidanza sono:

  • prosciutto crudo
  • bresaola
  • salame
  • pancetta
  • speck
  • lardo

Più in generale possiamo dire che in gravidanza sono fortemente sconsigliati tutti gli affettati che non subiscono un processo di cottura e che, come abbiamo spiegato, potrebbero essere contaminati.

Scritto da Chiara Sorice

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