Bronzi di Riace 2012: 40 anni fa la scoperta

I due massimi capolavori della scultura ellenica classica furono ritrovati davanti alla spiaggia di Riace il 16 agosto 1972. I 40 anni dalla scoperta saranno celebrati con una conferenza che si terrà il 24 agosto a Reggio Calabria.

Esattamente il 16 agosto di 40 anni fa venivano ritrovate nella profondità delle acque di Riace due statue bronzee risalenti al V secolo a.C. in ottimo stato di conservazione e di pregiata fattura come si poté appurare nel corso del restauro. Oggi quelle due statue dal grande valore artistico e simbolico, meglio note come Bronzi di Riace, stanno per tornare alla loro seconda vita con un grande evento celebrativo.

IL RITROVAMENTO. La storia dei famosi Bronzi di Riace inizia già nel lontano 1972, quando le due statue furono rinvenute. Resturate prima a Reggio Calabria e in seguito a Firenze per la maggiore disponibilità di tecnologie, esse negli anni hanno attirato l’attenzione dei tanti visitatori del c, non solo per il loro, ma anche per la curiosità che tale scoperta aveva suscitato e che continua tutt’oggi a suscitare. Ecco come sono andati i fatti nella cronaca riportata da wikipedia: Il 16 agosto 1972 Stefano Mariottini (un giovane sub dilettante romano) si immerge nel Mar Ionio a 300 metri dalle coste di Riace e ritrova casualmente ad 8 metri di profondità le statue dei due guerrieri che diventeranno famose in tutto il mondo come i Bronzi di Riace. In particolare l’attenzione del subacqueo fu attratta dal braccio sinistro di quella che poi sarebbe stata denominata statua A, unica parte delle due statue che emergeva dalla sabbia sul fondo del mare. Per sollevare e recuperare i due capolavori, i Carabinieri del nucleo sommozzatori utilizzarono un pallone gonfiato con l’aria delle bombole. Così il 21 agosto fu recuperata la statua B, mentre il giorno successivo toccò alla statua A (che ricadde al fondo una volta prima d’essere portata al sicuro sulla spiaggia).

È pubblicata la denuncia ufficiale depositata il 17 agosto 1972 con Protocollo N. 2232, presso la Soprintendenza alle antichità della Calabria a Reggio, in cui Stefano Mariottini “… dichiara di aver trovato il giorno 16 c.m. durante una immersione subacquea a scopo di pesca, in località Riace, Km 130 circa sulla SS Nazionale Jonica, alla distanza di circa 300 metri dal litorale ed alla profondità di 10 metri circa, un gruppo di statue, presumibilmente di bronzo. Le due emergenti rappresentano delle figure maschili nude, l’una adagiata sul dorso, con viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con gamba sopravanzante rispetto all’altra. L’altra risulta coricata su di un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno scudo. Le statue sono di colore bruno scuro salvo alcune parti più chiare, si conservano perfettamente, modellato pulito, privo di incrostazioni evidenti. Le dimensioni sono all’incirca di 1,80 cm.
Sul lato sinistro di questa denuncia ufficiale, tutta battuta a macchina, si nota un appunto scritto a mano, di colore rosso, ed a firma G. Foti (soprintendente scomparso giorni prima l’arrivo a Reggio di Calabria dei Bronzi, n.d.r.). “La presente segnalazione fa seguito alla comunicazione telefonica del 16 agosto 1972, ricevuta alle ore 21 che denunziava la scoperta.” Tenete a mente il nome di Stefano Mariottine e l’eccezionale scoperta di cui si è reso protagonista perché a breve vi svelo una piccola curiosità che potrebbe tornarvi utile. Ma andiamo avanti. 

CHI SONO. I Bronzi di Riace sono una coppia di statue bronzee di dimensioni leggermente superiori al vero (altezza: 205 cm e 198 cm), di provenienza greca o magnogreca o siceliota, databili al V secolo a.C. rinvenute in eccezionale stato di conservazione il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria.

Le due statue sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi del ciclo ellenico, e tra le poche testimonianze dirette dei grandi maestri scultori del mondo greco classico. Le ipotesi sulla provenienza e sugli autori delle statue sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore.

Al momento i Bronzi sono ospitati presso Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria, dove si trovavano dal 2009, quando furono rimossi dal Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, a causa dei lavori di ristrutturazione della sede. La nuova sistemazione non è però idonea tanto che sono visitabili non in posizione eretta, ma distesi su un supporto orizzontale. Questo, unito all’andare per le lunghe della sistemazione della vecchia dimora non ha fatto altro che acuire le proteste da chi vorrebbe fosse resa giustizia al valore delle due statue. Ora però il Museo Nazionale di Reggio Calabria è pronto per la riapertura giusto in tempo per le celebrazioni del 40ennale e i due eventi potranno essere festeggiati insieme.

IL VALORE ARTISTICO E SIMBOLICO. Pezzi unici e originali, che tramandano l’arte della loro terra nativa, capolavori inestimabili sui quali è ancora viva l’impronta dell’antica Grecia, marchiata nelle linee perfette e sinuose dei loro corpi e nella bellezza della loro quasi divinità, sono oggi esposti nel Palazzo Tommaso Campanella, in attesa di poter ritornare al loro museo. Nonostante possano sembrare totalmente composti in bronzo ad un occhio inesperto, questi giganti di due metri – i cui autori non sono ancora stati individuati – presentano delle sottili ma pregiate rifiniture, come le ciglia e i denti d’argento, le labbra di rame e le cornee d’avorio e calcare. Non è certo neanche chi esse raffigurino, ma questo rimane soltanto un punto interrogativo che passa in secondo piano, quando ci si focalizzata sulle loro posture fiere ed eleganti, sui loro muscoli tesi ed elastici, sulla loro prestanza fisica e sui loro volti seri, che esternano allo stesso tempo senso di onnipotenza, di grazia maschile, e di un evidente desiderio di sfida. Tuttavia, sebbene non sia ben chiara l’origine della loro nascita, come non lo è il motivo della loro caduta in mare, sono palesemente visibili le capacità scultoree degli artisti, la tecnica audace e raffinata, la passione sfrenata nel plasmare il proprio ideale di coraggio, di valore e di grandezza morale, aprendoci così le porte di un mondo tanto lontano quanto irreale.

LE CELEBRAZIONI. Un evento di tale importanza non può non essere celebrato, soprattutto a Reggio Calabria, che è stato teatro del sensazionale ritrovamento. Il 24 agosto, a pochi giorni dal 40° Anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace e alla vigilia del loro rientro nel rinnovato Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia della più antica e grande città calabrese (la polis Reghion, fondata nel 730 a.C.) si terrà infatti un grande evento culturale celebrativo. Nel Chiostro della Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria e il Premio Mondiale di Poesia Nosside organizzano un grande evento sulle vicende di cui sono stati personaggi principali i due splendidi massimi capolavori della scultura ellenica classica. La Conferenza verterà appunto sulla seconda vita dei Bronzi, dal ritrovamento a oggi.

Dopo la presentazione dei partecipanti da parte della Presidente del CIS Calabria Dott.ssa Rosita Loreley Borruto, lo storico prof. Pasquale Amato terrà la Conferenza introduttiva sul tema “I 40 anni dei Bronzi di Riace. La seconda vita di un suggestivo viaggio nel cuore della storia“. Il prof. Amato ripercorrerà le fasi salienti della “seconda vita” dei due Guerrieri: dal ritrovamento e dai primi interventi di restauro nel laboratorio del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria al trasferimento a Firenze per il completamento di quel primo restauro; dalla sosta al Quirinale alla definitiva esposizione in una Sala appositamente attrezzata nel loro Museo con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e l’attrice Melina Mercouri Ministro della Cultura della Grecia; dal primo grande intervento di restauro con laboratorio allestito nel Museo reggino ai vari tentativi di allontanarli dalla loro casa sino alla campagna d’autunno del 2009; una campagna conclusa col felice esito del secondo ampio intervento di restauro, dal gennaio 2010 al gennaio 2012, con il laboratorio aperto al pubblico nella stessa Reggio, a due passi dalla loro casa, nel moderno e funzionale Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria. Sala frequentata in due anni da 218.000 visitatori, che hanno potuto assistere alle cure delle due eccelse opere d’arte assieme ai loro cugini Bronzi di Porticello, ammirando altri preziosi reperti custoditi del Museo della Magna Grecia: i Dioscuri e i Pinakes di Locri e il Kouros di Reggio.

Amato concluderà affrontando, assieme agli altri interlocutori, il presente costituito dall’esigenza basilare di ultimare la ristrutturazione del magnifico Palazzo Piacentini e di anticiparla col ritorno dei Bronzi di Riace nella Sala supertecnologica con le piattaforme antisismiche studiate e preparate dall’ENEA; nonché quel futuro in cui il maestoso edificio di  Piacentini rinnovato rivaleggerà – ancor più che in passato – con i grandi Musei Archeologici del mondo, forte dei suoi due capolavori assoluti e dei suoi tanti altri Tesori.

Seguiranno alcuni Interventi Programmati: la Dott.ssa Simonetta Bonomi, Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria; il prof. Massimiliano Ferrara, Direttore Generale dell’Assessorato Cultura della Regione Calabria; il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore Cultura e Legalità della Provincia Di Reggio Calabria; il prof. Vincenzo Panuccio, Presidente dell’Associazione Amici del Museo di Reggio Calabria; Francesco Alì, del Comitato per la Tutela e la Valorizzazione dei Bronzi di Riace e del Museo reggino.

L’evento di Reggio Calabria non è però l’unico che che è stato dedicato alla ricorrenza importante che si celebra questa estate. A metà luglio l’Associazione Pramantha Arteteca di Lamezia Terme ha acceso i riflettori sul 40ennale con una conferenza-dibattito durante la quale sono state illustrate le varie tesi sulla provenienza delle statue…e non solo. “Abbronzatura in giallo: secoli di oblio sotto sale, quarant’anni di (famigerata) gloria sotto il sole“, è stato infatti il titolo dell’incontro col quale studiosi ed appassionati si sono confrontati. A introdurre il tema della serata è stata la dott.ssa Maria Rosaria Gallo, direttrice di Pramantha. Al tavolo del confronto, coordinato dalla dott.ssa Manuela Scimò, si sono succeduti illustri relatori, ad iniziare dal curatore dell’evento Antonio Colosimo, che ha efficacemente ripercorso l’inchiesta che Giuseppe Braghò ha divulgato nel suo testo “Facce di bronzo. Personaggi e figuranti a Riace“. Il maestro Paolo Montefusco ha poi appassionato i presenti raccontando ed a tratti recitando una sintesi del suo romanzo “Mithos”, nel quale sapientemente intreccia e contestualizza la vicenda dei Bronzi con la storia e la mitologia del territorio magno greco.

L’intervento conclusivo è stato di taglio più storico e tecnico, affidato al prof. Daniele Castrizio (qui il video integrale), il quale ha vivacemente illustrato alcune delle tesi negli anni proposte sull’identità, sulla provenienza e sulla eccezionale fattura delle due statue. Ha proposto anche la sua soluzione, partendo dall’indagine iconografica dei Bronzi, supportata dal confronto con altre fonti artistiche e letterarie antiche, come si può leggere nella sua “Guida alla statuaria regina”.

Durante la conferenza non sono mancati accenni ad incomprensibili o dubbi atteggiamenti da parte delle istituzioni che, da quarant’anni, sembrano favorire l’occultamento di scottanti verità sui Bronzi e che il popolo calabrese (e non solo) non può più accettare.

L’evento ha già suscitato nuove stuzzicanti collaborazioni tra i partecipanti alla serata, che avranno luogo nel territorio lametino e non solo durante l’intero quarantennale. Nuovi eventi interessanti ci attendono dunque nei prossimi mesi. Tenete d’occhio il sito dell’Associazione. 

FACCE DI BRONZO. Sui bronzi di Riace sono stati scritti anche diversi libri. Uno in particolare, è appunto Facce di bronzo di Giuseppe Braghò ripreso anche nel corso dell’incontro di Pramantha Arteteca. Nel video qui sotto un servizio del Tg3 che anticipa alcune soperte dell’inchiesta di Braghò

Altri accenni all’inchiesta tracciata nel libro li potete trovare sul blog: http://bronzidiriace.style.it/

Ma ecco altri testi che affrontano questioni diverse inerenti il ritrovamento dei Bronzi di Riace:  

I bronzi di Riace. Il maestro di Olimpia e i sette a Tebe (Mondadori Electa, 1998) di Paolo Moreno 

I bronzi di Riace. Restauro come conoscenza (Artemide, 2004) di Giovanna De Palma 

I bronzi di Riace tra storia e leggenda (FPE-Franco Pancallo Editore, 2007) di Giulio Papandrea

Gli eroi venuti dal mare. Il mistero dei Bronzi di Riace (Carthusia, 2009) di Sabina Colloredo

I bronzi di Riace. Ipotesi ricostruttiva (Iiriti Editore, 2000) di Daniele Castrizio

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