In concomitanza con la mostra Ruggito. Antonio Ligabue: la lotta per la vita sono state proposte diverse repliche della pièce di e con Elisabetta Salvatori Delicato come una farfalla e fiero come un’aquila. Ovvero, il mondo libero di Antonio Ligabue.
Perché “Parlare di Ligabue è parlare di pittura, di un grande artista, che più passa il tempo, più sopravvive a quella che poteva essere una moda dettata dalla curiosità per un’opera e un personaggio“.
“Raccontare di Ligabue, – scrivono gli organizzatori – non è solo raccontare un artista folle. E’ l’opportunità di toccare diversi argomenti: l’Italia degli emigranti all’inizio del secolo scorso, la Svizzera, il degrado della povertà, il rapporto di Antonio con le due madri: quella naturale e quella adottiva, l’espulsione dalla Svizzera, la mancanza di una ‘patria’, l’Italia delle due grandi guerre, la Bassa Reggiana, il Po, il disagio, la solitudine, la paura, i riti magici, la malattia mentale e soprattutto il talento di pittore e modellatore. Raccontare di Ligabue è raccontare un’epoca: 65 anni di vita così difficili che sembra impossibile che siano stati vissuti. Raccontare Ligabue è appassionarsi alla storia della gente e delle piccole provincie, e a come queste realtà cambiano, e fanno cambiare, la gente che ci vive. Ligabue è pittore, è artista che inchioda con il colore e arriva all’anima, ma è anche esempio di tribolazione, esempio di quella forza straordinaria che c’è nell’uomo e lo attacca alla vita. Raccontare di lui significa affrontare il mistero dell’arte, il segreto della mano e dell’occhio che crea un dipinto, in un monologo teatrale basato su notizie e testi documentati.”
Con Matteo Ceramelli al violino e Sergio Branchi alla fisarmonica, Elisabetta Salvatori e Marzio Dall’Acqua hanno messo insieme in questa performance un magnifico ritratto del grande espressionista di cui vi riporto qui un video-estratto.
