di Gianfranco Di Mare
Performance Engineer
Nel campo della salute è sempre bene non fare considerazioni azzardate. Tuttavia sul colesterolo ne hanno detto, come accennavamo, di cotte e di crude…
Le molecole LDL (lipoproteine a bassa densità) hanno la funzione di portare il colesterolo alle cellule, e per questo tendono a depositarlo anche sulla parete interna dei vasi. Le HDL (lipoproteine ad alta densità), invece, hanno la funzione di riportare il colesterolo nel fegato; riescono dunque anche a staccarlo dai vasi. Dunque il rapporto tra HDL ed LDL è molto importante, più della colesterolemia assoluta. In particolare si guarda al rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL, rapporto che viene definito indice di rischio. L’indice di rischio dev’essere inferiore a cinque, cioè per essere “certi” che le HDL siano in grado di riportare al fegato tutto il colesterolo lasciato sui vasi dalle LDL ci dev’essere almeno (semplificando) una molecola di HDL ogni 4 molecole di LDL.
Avere molto colesterolo HDL, insomma, assicura arterie sempre pulite. È molto meglio avere un colesterolo totale alto con un indice di rischio basso piuttosto che poco colesterolo totale ma poche HDL che puliscano gli organi! Perché le poche LDL circolanti, non contrastate da un numero adeguato di HDL, continueranno ad accumulare colesterolo nei vasi.
Dice: “ma allora perchè la colesterolemia totale è indicata tra i principali fattori di rischio di danno cardiovascolare?”. Dico: vi ricordate la storia dello scienziato e della pulcetta? E ricordate che con la giusta raccolta e interpretazione dei dati si può dimostrare tutto quello che si vuole?
Alcuni scienziati semplicemente “non si sono accorti” che chi aveva la colesterolemia alle stelle era sovranutrito, e quindi aveva una serie di altri problemi.
Quando vi dicono “ricerche scientifiche dimostrano che…”, pensate a tutto quello che sapete. Non è facile condurre una buona ricerca scientifica, e lo è ancora meno dimostrare qualcosa. State in campana.
Image courtesy injuryupdate.com.au
