Presidenziali USA: due simboli da una sola mano

Domani finalmente sapremo chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, ma poiché al responso mancano ancora parecchie ore, per non farci saltare i nervi come accaduto ai due candidati nel weekend, proviamo distrarci un po'.

Basta quindi con i commenti sulle campagne elettorali, le accuse personali e le bassezze che entrambi i contendenti hanno dimostrato di saper sfoderare all'occorrenza. Intratteniamoci svelando qualche piccola curiosità storico-artistica sulle Presidenziali.

Per esempio, chi sa dirmi l'origine dei due simboli? Perché un elefante e un asino dovrebbero rappresentare le due principali forze politiche americane e non si sono scelti animali più regali o dalla vena più combattiva come l'aquila o il leone? Chi li ha disegnati? E perché si vota proprio di martedì?
Ebbene la nascita dei due simboli, l'Asinello di Obama e l'Elefante di McCain, va fatta risalire allo stesso periodo del XIX secolo, anche perché a crearli è stata la stessa mano, quella del vignettista Thomas Nast.

Per l'esattezza l'elefante repubblicano nasce il 7 novembre del 1874 quando, sulle pagine dell'Harper's Weekly, appare una vignetta in cui Nast ricorre al mondo animale – ispirandosi ad una notizia, rivelatasi poi falsa, del "New York Herald", di una fuga di animali dallo zoo del Central Park – per illustrare l'eccessivo allarmismo provocato dalle accuse di ''cesarismo'' rivolte al presidente repubblicano Ulysses Grant. Fra i vari animali terrorizzati ed in fuga era citato anche l'elefante che nella vignetta assunse il ruolo dell'elettorato repubblicano.
Poteva essere un riferimento occasionale, ma Nast tornò ad usare l'immagine dopo le elezioni di mid-term, in cui i repubblicani andarono particolarmente male, disegnando un elefante in trappola. L'idea piacque talmente tanto che in seguito altri vignettisti la "rubarono" facendo presto diventare l'elefante il simbolo del partito stesso, il quale poi l'adottò ufficialmente, vedendo in esso un segno di dignità, forza ed intelligenza, dove gli avversari, invece, sottolineavano la natura stupida, lenta e conservatrice dell'animale.

La nascita dell'asinello democratico invece è un po' più nebulosa: non c'è una data certa né per la sua creazione né per l'adozione ufficiale. Tuttavia secondo gli storici del partito democratico, la prima apparizione dell'asinello risale già alla campagna per l'elezione del presidente Andrew Jackson nel 1928. Attaccato come "somaro"dagli avversari per i suoi slogan populisti, Jackson volle stare al gioco adottando un asinello nei suoi poster elettorali: un'immagine che ben si confaceva al carattere cocciuto del presidente e che fu usata varie volte durante i suoi otto anni alla Casa Bianca.
La maggior parte delle fonti, comunque, concordano nell'attribuire sempre a Nast il merito, se non di aver creato il simbolo, di aver contribuito alla sua diffusione. Fu Nast, infatti, a riesumare 30 anni dopo l'asinello per rappresentare il partito democratico, sempre in una vignetta pubblicata su Harper's Weekly nel 1870, e dalla campagna del 1880 divenne per tutti, democratici ed avversari, un simbolo riconosciuto. Facilmente attaccato dai nemici come stupido, cocciuto e ridicolo, l'asinello viene difeso dallo zoccolo duro democratico come simbolo della parte più umile, alla mano, ma coraggiosa ed intelligente del partito.

Un'altra curiosità riguarda invece la scelta del giorno di votazione.
Molti certamente sapranno che non è casuale come da noi, dove una domenica e un lunedì qualsiasi vanno bene. Negli USA il giorno di voto è come la Pasqua: deve cadere il primo martedì di novembre.

Si tratta di un retaggio del passato rurale degli Stati Uniti. Nel 1845, infatti, il Congresso scelse il mese immediatamente successivo a quello in cui si completavano i raccolti perché così gli agricoltori erano liberi di affrontare il viaggio per recarsi ai seggi nei centri abitati, a volte lontani giorni di viaggio dalle fattorie. Per lo stesso motivo si scelse il martedì anziché lunedì: si voleva infatti evitare che gli agricoltori dovessero viaggiare la domenica, perdendo così la funzione religiosa, per recarsi a votare.
Inoltre è stato sempre il rispetto per le festività religiosa a far specificare ai legislatori che si doveva trattare del primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, per impedire quindi che l'election day cadesse il primo, festa di Ognissanti per i cattolici.

Fonte: ADNKronos Speciale Presidenziali USA

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