Ricomincio da Academy. Il ballerino Giuseppe Curatolo si racconta dopo l’infortunio che l’ha costretto a lasciare il talent show di Rai 2

È stato nel loft di Italian Academy 2 solo pochi giorni, ma al ballerino di danza classica Giuseppe Curatolo tanto è bastato per conquistare la fiducia e la stima di pubblico e compagni.

Fermato suo malgrado da un infortunio ha dovuto lasciare il programma (qui il video) proprio quando stava iniziando ad assaporare il sogno di poter lavorare con artisti del calibro di Raffaele Paganini. Il suo indiscutibile talento, la passione e la professionalità dimostrate ne hanno fatto fin da subito un beniamino per gli amanti della danza, così che la sua uscita forzata si è trasformata in un’elezione a vincitore morale di Italian Academy 2 chiesta a furor di popolo.

Per conoscere meglio questo giovane talento e scoprire come ha vissuto un incidente di percorso che avrebbe distrutto nell’animo chiunque, Arte e salute lo ha intervistato telefonicamente per voi.

Ecco cosa ci ha raccontato.
Allora Giuseppe, ti aspettavi una simile manifestazione d’affetto?
No, assolutamente. I miei compagni, i professori, il pubblico, ma anche i tecnici e tutto lo staff …mi sono stati tutti molto vicino e, nel male, è stata una piacevole sorpresa.

Un abbraccio collettivo che forse ti ha aiutato ad affrontare il difficile momento, ma che di certo ha fatto cambiare idea a tutti quelli che non credevano in te, come la tua famiglia e i tuoi compaesani.
In realtà non è esatto dire che la mia famiglia non mi abbia mai sostenuto moralmente o economicamente. Se sono riuscito a studiare e poi andare a Roma per continuare con la danza, in fondo, lo devo anche a loro. Il problema è che nella vita a un certo punto devi anche cominciare a pensare in prospettiva futura e loro avrebbero forse avuto bisogno di risultati più concreti per continuare a credere come me nel sogno della danza, soprattutto provenendo da un paesino piccolo della provincia del Sud come il mio, dove l’arte in generale non è considerata un lavoro su cui contare per vivere.
Mi ha fatto però molto piacere scoprire che la mia famiglia e i miei compaesani si sono un po’ ricreduti e mi sono stati vicini, facendomi anche tanti complimenti e ringraziandomi per aver portato un’arte così bella alla visibilità di molti. Questo è molto importante per me.

Parliamo un po’ del tuo infortunio. Ha colpito un po’ tutti scoprire che non è la prima volta che ti capita di infortunarti proprio nel momento in cui riesci a guadagnarti un possibilità importante come poteva essere Academy. È solo sfortuna o forse centra anche lo stress psicofisico che, secondo alcune ricerche scientifiche, porterebbe molti ballerini a infortunarsi, anche seriamente, proprio “sul più bello”?
Sì, sì penso proprio che più della sfortuna, questa ipotesi potrebbe spiegare meglio ciò che mi è successo. Dall’uscita da Academy ho avuto modo di pensare molto al mio modo di affrontare gli esami e le nuove sfide e in effetti devo ammettere che ci metto sempre tutto me stesso, ma forse mi lascio guidare troppo dall’adrenalina senza dosare bene lo sforzo.
Purtroppo, per un ballerino l’equilibrio psico-fisico è tutto, e basta spostare solo un po’ questo equilibrio, anche per vicende personali esterne alla danza, per mettere a rischio salute e carriera. So che questo è un aspetto su cui dovrò lavorare molto per evitare in futuro altri incidenti di percorso simili.
Però, come si dice, “chiusa una porta si spalanca un portone” e, infatti, l’insegnante Luciana Savignano e la coreografa Susanna Beltrami ti hanno subito fatto una proposta per tentare di accedere con borsa di studio alla loro scuola, l’Accademia Pier Lombardo, presso il Teatro Franco Parenti, centro formativo e performativo per danzatori e residenza per artisti emergenti. Un’occasione interessante anche se mi sarei aspettata che una simile proposta te la facesse il maestro Paganini, visto che all’interno di Academy ha avuto modo di conoscerti di più: hai già pensato se ci proverai?
Indubbiamente la proposta mi ha un po’ stupito perché per le mie caratteristiche sono più vicino al tipo di danza di Paganini che non allo stile contemporaneo, ma l’Accademia Pier Lombardo è davvero un ottima scuola. E poi io credo che il ballerino debba avere sempre una visione a 360° sulla danza nei suoi diversi stili. Potrebbe quindi essere un’esperienza importante per la mia formazione, che comunque non è ancora completa nemmeno nella danza classica.
Infatti, mi sarebbe piaciuto molto ricevere un’offerta dal maestro Paganini, che è sempre stato un mito a cui ispirarsi, per me come per tanti altri ballerini, ma so che non sono ancora pronto: devo crescere ancora un po’, acquisire anche quel quid in più che può fare la differenza. Ma state pur certi che non mi fermo: continuerò a lavorare e in futuro di sicuro proverò ancora a lavorare con lui!

Guardandoti nei pochi giorni in cui sei rimasto in Academy, spesso ho avuto la sensazione che stessi cercando di carpire ogni più piccolo segreto al maestro Paganini: è solo una mia impressione o davvero al di là della vittoria a te interessava soprattutto poter trarre il massimo da questa esperienza?
Davvero si è visto?! Mi fa molto piacere! Come dicevo prima, questa era una grande opportunità e Paganini è un artista straordinario. Ogni suo gesto lascia trasparire una grazia incredibile e poterne cogliere l’essenza era fondamentale per me. E questo è strano: io di solito non passo per uno capace di un simile livello di attenzione e concentrazione in sala prove. Dipende dal feeling che si riesce ad instaurare col coreografo e a me non è capitato sempre di riuscirci con questa intensità e dopo così pochi giorni. Con Paganini invece è stato tutto molto naturale, ma credo dipenda molto anche da lui, dal suo essere grande come persona e non solo come ballerino.

Un ultima domanda. Quando hai deciso di partecipare ad Academy, non hai mai pensato che apparire in tv e stare sotto l’occhio delle telecamere 24 ore su 24, avrebbe potuto trasformarsi in un’arma a doppio taglio e “danneggiarti” come ballerino classico. Nonostante le tue buoni intenzioni il mezzo televisivo ha dei meccanismi particolari e spesso tende a macinare tutto e tutti in nome dell’Auditel, cosa ti ha dato la garanzia che Academy non si sarebbe trasformato da talent show a banale reality show?
Devo ammettere che ci ho pensato parecchio, ma ogni preoccupazione si è dissolta appena arrivato alla fase finale dei provini, quando ho conosciuto i tre insegnanti. Professionisti del loro livello erano già una garanzia di serietà per me. E poi sono stati molto chiari fin da subito: telecamere o no, li dentro si sarebbe dovuto mantenere il rigore dovuto in una scuola di danza per ballerini professionisti.
Alla fine credo di non essermi sbagliato: i risultati dimostrano che la danza può trovare uno spazio serio anche in tv. Come dicevo prima per me è stato molto importante vedere che adesso tante persone apprezzano l’arte a cui io sto dedicando molte energie e se questo è accaduto grazie a un programma televisivo, ben venga insomma.

A proposito di rigore e disciplina, uno degli insegnanti che finora ha dovuto ricordare più spesso ai suoi allievi come si sta in sala prove è stato Little Phil, credi dipenda da un diverso atteggiamento dei ballerini di hip hop rispetto a quelli di moderna e ancora di più di classica?
No. Little Phil è un grande maestro: tende a stabilire un rapporto disteso e scherzoso con i suoi allievi e questo può portare alcuni a fraintendere e ad approfittarne, ma questo dipende dai singoli individui e non dal tipo di danza o di ballerino. Un insegnante di classica che adottasse un atteggiamento più “amichevole” rischierebbe di più di trovare allievi subito pronti a prendersi tutto il braccio anziché la mano che gli viene porta, ma come ripeto Little Phil è bravo e sa come ristabilire il clima giusto in sala prove. Mi sarebbe piaciuto poterlo conoscere meglio e lavorare con lui.

Oltre al talento artistico, Giuseppe, dimostri grande maturità. Ti faccio quindi i miei complimenti e naturalmente un “in bocca al lupo” per il tuo futuro. Ma mi raccomando, lavora sul tuo modo di dosare le energie psico-fisiche.

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