San Valentino non porta l’amore tra fioristi e Unicef

Fiori a San Valentino, sì o no?
Per i fioristi la risposta è senz'altro "sì", per UNICEF "no". In occasione della Festa degli Innamorati l'agenzia Onu si è affidata infatti allo slogan "Rose rosse? No grazie. A San Valentino quest'anno regala qualcosa di speciale alla persona amata".

Tanto è bastato per far imbestialire l'associazione dei fioristi torinesi aderente all'Ascom che ha prontamente risposto con una contro-campagna: "Fiori a San Valentino? Sì, grazie".

Ma dai, che cattivi questi fioristi! Prendersela con un'organizzazione che lavora per aiutare tutti i bambini del mondo! Se si fosse trattato della pubblicità di un'azienda di cioccolatini avrei potuto capire le accuse di pubblicità scorretta, ma UNICEF
Fra i regali suggeriti al posto della rosa ci sono coperte di lana e alimenti terapeutici per bambini dei paesi in via di sviluppo o martoriati dalle guerre. Ricordo, ad esempio, che solo a Gaza sarebbero necessari 34,5 milioni di dollari per i bambini e le loro famiglie.

Perché, invece di intentare una "guerra" nel giorno dell'Amore, non hanno cercato una collaborazione? Che so: per ogni rosa venduta il giorno di San Valentino parte del ricavato sarebbe andato a UNICEF. Ci avrebero guadagnato entrambi.

A me avrebbe fatto piacere ricevere una rosa con bigliettino UNICEF a testimoniare che il mio compagno, pensando a me aveva era riuscito a pensare anche al bene di un altro. Ancora più felice di ricevere la testimonianza che al posto della rosa aveva aiutato UNICEF, ma tolto qualcosa – in tempi di crisi – a un fiorista e ai suoi di bambini.

Avrei già pronto lo slogan: "regala una rosa alla tua fidanzata e farai felice un bambino"!
Fioristi e UNICEF date il buon esempio: mettete un fiore nei vostri cannoni!
Anzi, una rosa!

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