La vitamina K aiuta la coagulazione del sangue e l’organismo a trattenere calcio nelle ossa. Per questo motivo è utile sia per la formazione delle ossa sia per la riparazione delle stesse e quindi contribuisce a prevenire l’osteoporosi. Nello stesso tempo la vitamina k previene l’accumulo eccessivo di calcio nelle arterie e quindi ne evita l’indurimento causa di gravi patologie cardiovascolari.
Inoltre la vitamina K protegge dal cancro, ma se ne deve limitare l’assunzione se si sta facendo uso di farmaci anticoagulanti.
In natura sono presenti due forme di vitamina K, K1 e K2, la prima nelle piante, la seconda nelle fonti animali. Quindi può essere assunta in quantità sufficienti seguendo un’alimentazione equilibrata che comprenda soprattutto i cibi che ne sono ricchi come le verdure a foglia verde scuro. 130 gr di cavoli ne contengono circa 1147 mcg, mentre 190 gr di spinaci, 1027 mcg.
Come fabbisogno giornaliero occorrerebbero circa 0,0001 mg di vitamina K per ogni chilo di peso corporeo. Più in generale circa 120 mcg al giorno per gli uomini, 90 per le donne.
Difficile un sovradosaggio in quanto la vitamina K in eccesso viene immagazzinata nel fegato per eventuali carenze, che tuttavia si verificano solo nel caso in cui la vitamina K non venga assorbita a livello intestinale, ad esempio dopo una lunga cura con antibiotici.
Oltre che nelle verdure a foglia verde scuro, questa vitamina è contenuta nelle erbe aromatiche secche come timo, basilico e salvia, nello scalogno e cipollotti e anche nelle spezie. Ne sono ricchi infatti il peperoncino in polvere, la paprika e il pepe di cayenna.
Anche broccoli e cavolini di Bruxelles ne contengono un buon quantitativo che invece è minore nel pesce, nel fegato, nei cereali e nelle uova.
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