Agonisti ed antagonisti nella performance

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Come abbiamo detto nello scorso post, la perfezione del meccanismo di coordinazione tra muscoli agonisti ed antagonisti è una delle basi della performance.
Come avviene, infatti, la contrazione muscolare? Quando un muscolo si contrae (accorciandosi o allungandosi) il suo antagonista diretto, solitamente, si rilassa.

Ad esempio, se solleviamo un bilanciere flettendo l’avambraccio (tipico esercizio (pensa un po’!) per i flessori dell’avambraccio: bicipiti delle braccia, brachiale anteriore, brachioradiale; è quello mostrato nell’illustrazione dell’ultimo link qui in alto), i tricipiti delle braccia si rilassano e si allungano mentre i muscoli flessori (che portano su il peso) si contraggono accorciandosi. Anche quando il bilanciere scende, ed i flessori si contraggono allungandosi, i tricipiti sono solitamente rilassati, e si accorciano passivamente. I tricipiti non svolgono, cineticamente, alcun ruolo.

Questo è, però, un caso troppo semplice!

Nello sport è molto raro che si verifichi una tale situazione. Facciamo un caso reale semplificandolo, per evidenziare i punti che ci interessano. Quando un pugile tira un diretto, ad esempio, e ritrae immediatamente il braccio, utilizza il tricipite per estendere l’avambraccio, ed il bicipite per fletterlo e tirarlo indietro. Ma in nessuna delle due fasi (spinta-trazione) lavora solo uno di questi due muscoli. In realtà, in un movimento armonioso di spinta, il bicipite (continuiamo a semplificare) è fondamentale per “controllare” il movimento esplosivo del tricipite, e rendere il movimento fluido ed elegante. Inoltre il bicipite entra in azione nella fase finale del diretto, per evitare che l’avambraccio si estenda completamente con forza e l’articolazione del gomito si danneggi. Lo stesso schema si ripete – a parti invertite – quando l’atleta richiama il braccio, ed il tricipite controlla il punto di arrivo della flessione e la fluidità del movimento.

Provate ad immaginare/guardare due bambini di sette anni che “fanno a pugni”, ed avrete un buon esempio di coordinazione insufficiente.

Questo schema di collaborazione agonista/antagonista, va da sé, vale per qualsiasi movimento possiamo fare, e diventa sempre più importante quando la contrazione si fa più forte/veloce.

Come vedremo nel prossimo post, la preparazione specifica di un atleta non deve mai, quindi, concentrarsi solo sui muscoli agonisti considerati, con un errore logico, “principali” (?): pettorali nel tennis, quadricipiti nella corsa, tricipiti e deltoidi nel lancio del peso… e così via.

Cominciate a scaldarvi.

Image courtesy vitalsafeshop.co.uk

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