Bere e allenarsi – La reintegrazione idrico-salina: i sali

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer
 

Nel corso degli anni i produttori di bevande destinate a chi fa sport si sono sbizzarriti in tutti i modi, aggiungendo ai propri prodotti qualsiasi ingrediente potesse far pensare ad un “effetto buono”, migliorarne il sapore o rendere la loro bibita allettante.
È stato solo per la sempre più ampia diffusione di una conoscenza scientifica tra gli sportivi che costoro sono stati costretti, nel corso del tempo, a mettere in commercio prodotti sempre meno fantasiosi e sempre più aderenti alle reali necessità dell’organismo ed alle leggi della fisiologia.

Perché ciò che beviamo sia veramente utile alle nostre esigenze, infatti, non basta bere una bevanda “di fantasia” e con un buon sapore…

Il nostro sudore ha meno sali del nostro plasma sanguigno (cioè, detta in modo più scientifico, del comparto extracellulare): quindi più sudiamo, più aumenta la concentrazione di sali nei liquidi del nostro corpo (che equivale alla concentrazione di sali nel corpo: tutti i sali nel nostro organismo sono in soluzione acquosa), anche se la quantità assoluta di liquidi e sali nell’organismo si abbassa.

Ora, più aumenta la concentrazione di sali nel corpo, più aumenta anche nel sudore; e più difficilmente il sudore evapora (proprio come l’acqua del mare): in queste condizioni continuiamo a sudare ma il sudore tenderà più facilmente a gocciolar via, e questo non contribuisce a raffreddarci: il che provoca la produzione di più sudore… e così via.

Quando si suda, meglio bere acqua semplice: fino a perdite di sudore importanti (ben oltre i due litri) non c’è bisogno di ripristinare in maniera specifica i sali perduti con la sudorazione: basta la normale alimentazione. A meno che questo non avvenga per diversi giorni di seguito.
La tendenza ai crampi, in un dato momento, può essere invece indice che anche la scorta di sali va reintegrata: ma solo come fatto saltuario; se capita regolarmente, c’è qualche problemino a monte da sistemare.

Un trucco che vale sia per chi si allena che per i sedentari: il colore delle urine è un buon indicatore dello stato dei sali nell’organismo; se sono spesso molto chiare ci sono pochi sali nella dieta; se sono spesso molto scure ce ne sono troppi, oppure state bevendo poco.

In caso di carenza di sali nella dieta, più che un semplice aumentare il sale nei vostri piatti (che va bene) vi consiglio di bere più liquidi complessi (brodi, minestre, l’acqua delle verdure, centrifugati ecc.), che forniscono un pool (uno spettro) di sali molto più ricco e completo del semplice cloruro di sodio (il sale da cucina).

A proposito di sale: evitate come la peste tutti i sali cosiddetti “integrali”, quelli che hanno un colore leggermente o molto più scuro del normale: sono tutti degli attentati ai nostri reni; ma chi li consiglia, più che un killer, è un incompentente. Il sale dev’essere bianchissimo, puro: quell’aggiunta che lo rende più scuro non sono altro che terra e sassi sbriciolati (ebbene sì), che andranno a depositarsi nei reni (perché insolubili, quindi – tra l’altro – inutili all’organismo), ma purtroppo non riusciranno mai a passare per quanto i tubicoli renali si possano allargare. Né ci forniscono “preziosi oligoelementi, minerali, e metalli”. E queste microschegge non faranno altro, intanto, che tentare di lesionare i vostri tessuti.

Restate sintonizzati, nel prossimo post ci occupiamo degli zuccheri.

Image courtesy Danilo Gambara

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