Dieta vegana: i pro e i contro dell’alimentazione a base di verdure

La dieta vegana è un ottimo modo per rispettare l'ambiente, ma provoca scompensi nutritivi in grado di compromettere la salute dell'organismo

La dieta vegana è un regime alimentare che, a differenza di quello vegetariano, esclude totalmente i prodotti di origine animale. Alla base di questa tipologia di alimentazione, vi è un forte rispetto per gli animali e l’ambiente: ecco i pro e i contro della dieta vegana.

Caratteristiche della dieta vegana

La dieta vegana è un regime alimentare piuttosto chiacchierato, che si può definire anche una vera e propria filosofia di vita. Le persone che decidono di seguire questa strada, infatti, vogliono evitare qualsiasi forma di crudeltà verso gli uomini, gli animali e l’ambiente.

Inoltre, chi segue la dieta vegana si mette al riparo dai rischi legati ai cibi derivanti dagli animali, beneficiandone in salute e apportando notevoli quantità di acidi grassi omega 3, 6, 9, vitamine A, C, ed E, tutti con importante effetto antiossidante. Inoltre, in questo regime alimentare vi è un basso apporto di acidi grassi saturi e di colesterolo ed un elevato apporto di lecitine e fitosteroli con potente effetto antiinfiammatorio. Infine, l’elevata quantità di prebiotici ha un effetto positivo sulla flora batterica intestinale.

Mancanze

Lo schema nutrizionale alla base della dieta vegana prevede il 75-87% di carboidrati, il 6-15% di proteine e il 5-10% di lipidi.

Avendo presenti queste percentuali, appare evidente come nella dieta vegana vi siano degli scompensi alimentari. Infatti, l’apporto di vitamina B12, di vitamina D, acidi grassi essenziali appartenenti alla famiglia Omega 3, nonché calcio, zinco e ferro, risulta insufficiente e necessita dell’integrazione o del compenso farmacologico. Proprio per queste mancanze, la dieta vegana è sconsigliata in alcune fasi della vita specifiche come l’infanzia, l’adolescenza, la terza età, la gravidanza, l’allattamento.

Molti studi hanno dimostrato come la carenza di vitamina B12 può produrre conseguenze anche gravi in fase di crescita, tra cui l’anemia e la compromissione delle formazioni neuronali. Il pericolo è presente anche per chi ha pochissimi mesi e si nutre ancora del latte materno. Le donne che seguono una dieta vegana, infatti, pare che non riescano a introdurre tutti i nutrienti necessari per una sana crescita dei propri figli, esponendoli così al rischio di problemi al sistema nervoso e di allergie e intolleranze alimentari.

Le carenze alimentari derivanti dalla dieta vegana, inoltre, aumentano significativamente il rischio di osteoporosi, anemia perniciosa, anemia sideropenia, ipotiroidismo, neuropatie e spina bifida nel feto. Per queste ragioni, l’adozione della dieta vegana richiede un’attenta supervisione medica in grado di prevenire o colmare eventuali carenze alimentari attraverso l’assunzione quotidiana di integratori specifici.

Per assicurarsi una buona salute, l’ideale sarebbe adottare una dieta vegana di base, con piccole concessioni come il pesce, soprattutto azzurro, che è ricco in grassi Omega 3.

Scritto da Renata Tanda

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