Duplicare il Sole contro il winter blues dei lapponi, un’utopia tra arte e scienza

Regalare all'inverno buio della Lapponia un sole artificiale che possa scacciar via la depressione e la malinconia dei suoi abitanti.

È questa l'utopia ma neanche troppo di My Sunshine, la mostra personale dell'artista Nikola Uzunovski che si è appena conclusa alla Federico Luger Gallery di Milano.

Scienza e arte unite per rendere possibile un progetto fantastico e visionario: creare un duplicato del sole.

La Lapponia avrebbe tutto per essere un Paese da favola: circondata com'è da laghi ghiacciati e fitte foreste attraversate da gruppi di renne, nello splendore delle nevi perenni è famosa nel mondo soprattutto per essere la casa ufficiale di Santa Claus, o Babbo Natale che dir si voglia.

Le manca tuttavia una delle cose più importanti: il Sole, con la sua luce e il suo calore.
D'inverno, infatti, in Lapponia scende una lunga notte detta kaamos, durante la quale il sole non sorge mai ma rimane sotto l'orizzonte, mandando solamente una fioca luce riflessa.

A risentire è soprattutto la popolazione locale, spesso affetta dal cosiddetto winter blues o "tristezza invernale", capace di provocare veri e propri cambiamenti nel tono dell'umore ed episodi depressivi.

Tuttavia, è stato proprio durante una residenza artistica in Lapponia che a Nikola Uzunovski, nato a Belgrado nel 1979 e residente tra Venezia e Helsinki, è venuto in mente di cercare un rimedio per il winter blues.
Regalare all'inverno buio dei lapponi un sole artificiale che possa scacciar via depressione e malinconia è diventato per lui una missione. Un progetto utopico ma al contempo realizzabile, un'idea visionaria e poetica che però cerca conferme nella scienza e nella tecnologia.

Il sogno di Uzunovski ha coinvolto, infatti, scienziati, astrofisici, ingegneri, architetti, designer. Un vero e proprio laboratorio scientifico allargato che lavora ormai da anni al progetto e che offre all'artista una consulenza tecnica per rendere concretamente possibile questa intuizione.

Tra i modelli artistici illustri per il lavoro di Uzunovski c'è sicuramente il celebre sole che Olafur Eliasson ha installato con The Weather Project nel 2003 nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra.

L'artista slavo porta però il suo sole fuori dello spazio museale, cercando di farlo splendere direttamente nel cielo nordico. L'idea, nata cinque anni fa, si è infatti sviluppata come un work in progress che ogni tanto staziona per qualche mese in una galleria o in altri spazi espositivi (la scorsa estate Uzunovski è stato invitato a rappresentare la Macedonia alla 53. Biennale di Venezia), occupandone gli spazi con lavagne fitte di equazioni e calcoli matematici, studi di materiali e strumentazioni tecnologiche, libri, fotografie.

Un esperimento tra il concettuale e la public art, dalle forti implicazioni sociali.

L'aspetto più importante del progetto è infatti l'impatto che avrà sulla popolazione locale. Avere finalmente la possibilità di vedere il sole in un periodo dove questo è solitamente assente influenzerà positivamente lo stato psicologico della popolazione lappone.

My Sunshine, già dal titolo, è infatti un sogno utopico che mette l'opera d'arte al servizio del pubblico e che coinvolge ogni possibile spettatore.
Quello di Uzunovski è il sole personale che ognuno vorrebbe al suo risveglio (senza andare in Lapponia, anche a Milano o in qualche altra città italiana), fantascienza che speriamo si concretizzi presto.

Questo post partecipa alla quarta edizione del Carnevale della fisica, che dopo quella ospitata da Gianluigi Filippelli di Science Backstage vedrà subito protagonista un altro blogger del network Blogosfere, Corrado Ruscica di AstronomicaMentis.

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