Marketing scientifico e sfruttamento commerciale

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Dev’essere chiaro a tutti come il commercio si basi, a volte, sullo sfruttamento ad hoc di concetti scientifici usati per aumentare la desiderabilità del prodotto.
Questa strategia sembra funzionare soprattutto quando si fa leva sui sentimenti, o sul senso di responsabilità dell’acquirente. Ad esempio responsabilità nei confronti di un figlio…

“Ai nostri omogeneizzati manca una sola cosa: il tuo amore”.Geniale: da una parte si solletica l’amor proprio della madre, dicendo che la sua importanza non può essere superata da alcuna ricerca scientifica; d’altro canto, si suggerisce che non è possibie rinunciare a quel prodotto: oltre all’amore spesso la madre non ha strumenti per badare al suo bambino, e loro hanno pensato a tutto… se non glieli compri, in fondo non stai facendo davvero tutto quel che dovresti per lui.

Vedete, io sono più che convinto che la fitologia medica abbia piena dignità terapeutica, checché ne dicano molti. Ma, come in tutti i settori del conoscere, anche in questo caso l’utilizzo di tecnologie poco costose ed il pressappochismo (quando va bene) possono portare a prodotti commerciali di scarsa efficacia e utilità.

Quando una pubblicità dice “test scientifici lo dimostrano!”, ricordate la storiella dello scienziato e della pulcetta… e interrogatevi, soprattutto su ciò che non ci viene detto.

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