Paul McCartney sta coi paraolimpici. E noi?

Voleva fare qualcosa che si riallacciasse alle Olimpiadi, ma poi ha pensato che poteva anche rendersi utile e così ha scelto di sostenere le Paraolimpiadi. L'ex Beatles ci ha messo letteralmente la faccia e infatti farà da testimonial per una campagna di raccolta fondi per la squadra paraolimpica inglese che verrà lanciata in anteprima su Channel 4 il 2 luglio.

Sostenere il lato più luccicante delle olimpiadi gli avrebbe sicuramente portato molta più attenzione e forse anche i cinesi sarebbero stati contenti di avere, seppur indirettamente, il sostegno di un personaggio come McCartney. Ma di attenzione per sé evidentemente non ne ha bisogno se alla fine ha scelto di scendere in campo coi meno noti. "Per rendermi utile non potevo appoggiare le Olimpiadi che sono già sponsorizzate da ogni tipo di multinazionale" ha spiegato McCartney. Come dargli torto?
L'obiettivo che si è prefissato comunque è di quelli che fanno girare la testa: con la sua campagna vorrebbe raccogliere almeno 2,5 milioni di euro nei 67 giorni che restano da qui all'inizio delle Paraolimpiadi. Bazzecole per uno che ha un patrimonio stimato intorno agli 800 milioni di sterline (circa un miliardo di euro), ma sicuramente un patrimonio per la squadra Paraolimpica inglese.

Mi piacerebbe sapere cosa potrebbe fare il Comitato Italiano Paraolimpico con 2,5 milioni di euro. Magari compensare almeno un po' il divario tra i premi che il Coni garantisce ai nostri medagliati delle olimpiadi e delle paraolimpiadi?

Noi però non abbiamo un simile sponsor a sostenere i  nostri atleti. Certo, per arrivare ad avere un personaggio della caratura di McCartney, quanto a potere economico e mediatico, dovremmo scomodare un Vasco Rossi probabilmente, ma ci potremmo accontentare anche di molto meno se servisse da esempio per altri: una squadra di testimonial italiani varrà un McCartney, o no? E poi sarebbe in perfetto spirito olimpico: l'unione fa la forza.

Tra l'altro non serve nemmeno essere sportivi "praticanti". Lo stesso Paul ha ammesso di non essere un grande sportivo né una grande esperto: "Delle olimpiadi seguo soprattutto l'atletica ed è la cosa che guardo di più alla tv, soprattutto le gare di velocità e gli 800 metri". La maratona invece lo annoia un po' perché la sua soglia di attenzione "non regge due ore". Merita comunque tutta la nostra ammirazione.

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