Pistorius mania

Mancano poche ore all'inizio della Notturna di Milano, ma la temperatura è già alle stelle e non mi riferisco a quella atmosferica sull'Arena. Oggi sui giornali e in internet non si parla d'altro. Gli occhi sono tutti puntati su Oscar Pistorius ovviamente, che sembra giocarsi la carta della vita. In realtà è più un'idea nostra: come dice Jenna, la sua ragazza, "Oscar è una delle persone più serene che esistono, con un entusiasmo e una voglia di vivere che non mancano nemmeno in questa occasione". L'umore di Pistorius descritto dalla diciannovenne di Joannesburg non è dovuto a eccessiva sicurezza in se stesso. L'obiettivo è infatti davvero difficile da raggiungere, soprattutto alla luce delle ultime competizioni disputate con i disabili: 47''92 a Emmerlood in Olanda il 1 giugno, 48''19 a Stadskanaal nei Paesi Bassi l'8 giugno e 49''17 a Berlino il 15, dopo che nel 2007 si era accreditato con un personale di 46''56. Tutti comunque ben lontani dal 45''55 richiesto come minimo per le Olimpiadi di Pechino.

Numeri a parte è lui stesso ad ammetterlo: "Mi sento in forma, ma difficilmente otterrò qui a Milano la qualificazione – ha spiegato Pistorius ieri alla conferenza stampa di presentazione – Ho altri due tentativi (il Golden Gala a Roma e il meeting di Lucerna, ndr) ma sarà comunque difficile correre i 400 metri a Pechino con i normodotati, perché ho avuto poco tempo per allenarmi. Ho più chances di fare la staffetta 4×400. Comunque sarò alle Paralimpiadi e poi lavorerò per le Olimpiadi di Londra 2012".
Non si tratta di scuse: dopo l'esclusione dai Giochi di Pechino non poteva essere certo di vincere il ricorso al TAS e quindi la sua preparazione è stata impostata tutta sulle paraolimpiadi che iniziano il 6 settembre.

La sua serenità deriva dalla consapevolezza di aver già vinto la sua battaglia con la sentenza del TAS che riabilita le protesi ritenute all'inizio capaci di dargli vantaggi sugli altri atleti. "Cercare la qualifica adesso è come cercare un miracolo".

I miracoli però possono sempre accadere e comunque Oscar mi sembra che sia per lo meno sulla strada del "per quelli mi sto attrezzando". E poi le Iene gli hanno dato la maglietta portafortuna (vedi immagine).

Intanto dall'altra parte dell'oceano, il padre putativo di Oscar, Van Phillips, 54 anni, l'inventore delle protesi con cui corre Pistorius, e a sua volta disabile e utilizzatore di protesi, ha dichiarato al New York Times, che la qualificazione olimpica di Oscar sarebbe un po' anche una sua vittoria. "Se Oscar riuscisse ad andare alle Olimpiadi sarebbe il giorno più bello della mia vita, e un successo anche per me". Ne ha parlato la Gazzetta dello sport che racconta anche dell'incidente di Phillips.

In ogni caso se Pistorius riuscisse davvero a qualificarsi stasera sarebbe una svolta epocale nel mondo dello sport e della società. Come vi avevo già accennato io e Silvio di Blogosfere sport motori saremo là stasera e, non so Silvio, ma a me tremano le gambe, mi sento come se dovessi andare a cena con i premi Nobel Dulbecco e Montalcini… sì insomma come una bambina la notte di Natale.
Se però non accadrà, per me Pistorius ha davvero già vinto, non stasera e non con la sentenza del TAS e soprattutto non solo la sua battaglia, ma anche quella di tanti ragazzi disabili, malati o solo perduti nel loro cammino di vita che grazie a Oscar hanno ritrovato la forza di vivere, qualcosa in cui credere, un domani in cui sperare.

Grazie Pistorius, per la lezione di vita.

Arte e Salute farà il tifo per te, ma a giudicare dall'eccitazione che c'è per questo evento credo che con me saranno davvero in tanti.

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