di Gianfranco Di Mare
Performance Engineer
Continuiamo con le vostre domande, riprendendo il tema dello scorso post.
Quando parliamo di postura, estetica, portamento, l’atteggiamento posturale è fondamentale. Con questo termine mi riferisco ad un complesso di percezioni di sé, di tono muscolare, di senso estetico, di immagine pubblica che tende a delineare il modo in cui ci porgiamo agli altri.
La maggior parte delle posture antiestetiche non patologiche ricadono in due gruppi: nel primo vorrei considerare il bacino anteroposto, una iperlordosi lombare ed il ventre prominente; nel secondo, le spalle in avanti e le scapole non addotte (fate anche riferimento a questo post). Oggi parliamo di ques’ultima.
Molto spesso una posizione esteticamente bella è fisiologicamente possibile, ma viene percepita come faticosa. Ed è solo marginalmente vero, di solito, che rafforzare alcuni muscoli ed allungarne altri risolve il problema. È vero, invece, che la situazione comincia a cambiare quando si sviluppa una diversa immagine di sé, ed un diverso rapporto con chi ci sta vicino. Fare esercizi non è che un aiuto per cambiare il nostro modo di percepire noi stessi ed offrirci agli altri.
Io credo che questa sia davvero la prima cosa che una persona desiderosa di modificare il proprio portamento deve prendere in considerazione.
Non vorrei fare psicologismo da quattro soldi stile anni ’70… ma tante ragazze, ad esempio, si ritrovano con questo problema perché nel tempo hanno valorizzato l’idea di non esibire il seno, di non mettersi in mostra, di non essere “sfrontate” (?), o di non essere guardate dagli uomini in un modo che percepiscono come sgradevole.
Va da sé che esistono tante altre ragazze che hanno sviluppato un dorso curvo con un percorso individuale del tutto diverso… quindi attenzione alle semplificazioni logiche,
Naturalmente il discorso non si esaurisce qui: continua nel prossimo numero! Non mancate
Image courtesy bloggolodue.splinder.com
