Strappi e stiramenti: le prime contromisure

Quali sono, dunque, in relazione a quanto abbiamo detto ieri, le prime operazioni da compiere in caso di strappo o stiramento?

Teniamo presenti i meccanismi che si mettono in moto durante una lesione muscolare, ed anche le condizioni predisponenti.

La prima cosa da fare è limitare l’ampiezza della lesione. Innanzitutto, quindi, è opportuno interrompere l’azione. Proseguire con le contrazioni muscolari non farà altro che indurre un allontanamento ancora maggiore tra i capi delle fibre lesionate, con conseguente aumento del volume della lesione e di perdita di massa contrattile.

Per lo stesso motivo, nel caso la lesione sia dolorosa è opportuno somministare al più presto decontratturanti e/o antidolorifici: il dolore induce infatti un più elevato tono muscolare.
Da evitare assolutamente: massaggi ed esercizi di scioglimento.

Secondo passo: mettetevi in una posizione comoda, nella quale il muscolo sia a riposo ed in accorciamento passivo. Ad esempio, se lo stiramento è occorso al bicipite femorale (che si trova nella parte posteriore della coscia), la posizione di riposo migliore per questo muscolo è quella in ginocchio: cioè con la gamba flessa e la coscia estesa; questo farà sì che entrambi i capi (prossimale e distale) del bicipite siano rilassati. La posizione peggiore, per intenderci, è stare con l’arto infortunato sollevato in avanti e teso sopra ad un appoggio (in stile “passaggio dell’ostacolo”), col busto flesso in avanti. Un buon compromesso è la posizione da seduti, senza flessione del busto in avanti. Sto fornendo diversi spunti di riflessione in modo da chiarire il concetto, al buon senso di ognuno poi individuare le soluzioni di volta in volta migliori.

Da evitare assolutamente: contrazioni muscolari e stretching.

Terzo passo: limitare il versamento interno. Dobbiamo ridurre la piccola emorragia interna che si crea nello spazio lasciato vuoto dalle fibre lesionate. Esitono diversi modi per farlo: legature a monte (come si fa comunemente per fermare una normale emorragia esterna), applicazioni di freddo o pressione. Analizziamo questi metodi in breve.

La legatura è una seccatura, ed è necessario avere esperienza e stringere forte perché sia efficace. Se non è fatta bene è come se non ci fosse… nella maggior parte dei casi non conviene quindi affidarsi a questa tecnica.

Le applicazioni di freddo sono un’arma a doppio taglio: è vero che il freddo è un eccellente emostatico, ma facilita anche la retrazione del muscolo (si veda il punto precedente).

Io procederei dunque così’: appena percepite l’eventuale insorgere del problema, sedetevi o inginocchiatevi ed esercitate una forte pressione con una o due mani direttamente sopra al punto dolente ed a monte di esso, per parecchi minuti. Intanto rilassatevi e non fate nulla. Se l’ambiente è freddo mettete una tuta e state al calduccio, in modo da aumentare il rilassamento muscolare. Più forte e corretta sarà la pressione, minore sarà il versamento interno, col duplice beneficio di un recupero più veloce e più completo. Potete anche chiedere ad un’altra persona di aiutarvi. Se riuscite a manterene la pressione per 20′-30′ sarà una gran cosa.

Solo a questo punto passerei alle applicazioni di freddo, che accelereranno la chiusura dei capillari lesionati e ridurranno il gonfiore e la pressione locale.

Da evitare assolutamente: riscaldare localmente con creme, borse calde o in qualsiasi altro modo.

Se è possibile non muovetevi per un bel po’ di tempo. Non stendete la gamba (restiamo all’esempio del bicipite femorale) anche arrivati a casa, ed anche quando sarete a letto. Una buona gestione di queste prime ore può permettervi risultati molto migliori in termini di recupero funzionale.

Se doveste avvertire dolore nelle ore sucessive non esitate a prendere antidolorifici o decontratturanti.

Da evitare assolutamente: aspirina come antidolorifico (è un anticoagulate!).

I punti in rosso, che sottolineano i comportamenti da evitare, vanno rispettati per almeno 48 ore.

Nel prossimo numero: cosa fare dopo le prime 48 ore. 

Image courtesy asiaandro.com

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